"Ha accelerato la morte"

Ergastolo alla dottoressa che "curava" i tumori con terapie alternative

Sentenza esemplare che farà scuola per la 52enne: supera anche la richiesta di pena dei pm

Ergastolo alla dottoressa che "curava" i tumori con terapie alternative
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Una sentenza esemplare - che al di là del singolo caso di cronaca - pone l'accento su quanto sia pericoloso, anzi mortale, "vendere" pseudo cure alternative (la cui efficacia, se non dannosa per la salute è nulla) per gravi malattie, come quelle di natura oncologica.

La sentenza della Corte d'assise di Cagliari, presieduta da Tiziana Marogna, è arrivata ieri - 19 gennaio 2023: ergastolo con isolamento diurno per la dottoressa di Tertenia, in Ogliastra, Alba Veronica Puddu, di 52 anni, finita sotto processo per aver curato pazienti affetti da tumore con "terapie alternative" - ultrasuoni, radiofrequenze e rivitalizzazioni del sangue - che avrebbero ridotto l'aspettativa di vita dei malati e accelerato la morte.

Ergastolo alla dottoressa che somministrava a pazienti oncologici cure alternative

Una sentenza che farà scuola, anche perché superiore a quella sollecitata dalla pm Giovanna Morra, che aveva chiesto 24 anni e due mesi di carcere.

Il verdetto di primo grado riconosce colpevole l'imputata - non presente in aula al momento della sentenza - di omicidio volontario, circonvenzione di incapace e truffa.

"La severità della condanna, che supera addirittura quella sollecitata dalla pm, ha colto tutti impreparati - commenta a caldo l'avvocato Michele Zuddas, difensore insieme al collega Nicola Oggiano - A nostro avviso infatti non esiste una prova inconfutabile che avvalori l'accusa della morte di Fiorenzo Fiorini (l'unico dei tre pazienti per cui è rimasta in piedi la contestazione di omicidio volontario, ndr) a causa delle cure della dottoressa Puddu. Aspetteremo che vengano depositate le motivazioni che hanno portato alla condanna per ricorrere poi in appello", annuncia.

Stupita per la severità della sentenza anche la parte civile - confessa Gianfranco Sollai, che rappresenta la famiglia di una delle vittime, Davide Spanu:

"Purtroppo questa donna si è resa responsabile con le sue cure di una condotta che ha portato i pazienti a esiti letali".

"Granitiche" secondo la pm le prove di colpevolezza della dottoressa Puddu.

Una difesa che non ha convinto

A nulla è valsa la difesa della dottoressa che aveva dichiarato in aula:

"Non ho mai proibito né scoraggiato i miei pazienti a seguire le terapie tradizionali come radioterapia e chemioterapia. Tutto ciò che hanno fatto è stata una libera scelta di ciascuno".

Ponendo anche la dichiarazione fosse vera (va ricordato che alcuni pazienti hanno invece abbandonato le cure tradizionali) non si può trascurare lo stato di prostrazione emotiva in cui un paziente - su cui pende una diagnosi che è una condanna a morte - precipita quando si trova in una condizione tanto estrema.

La fragilità emotiva rende più influenzabili, ed è proprio in questi contesti che si rende quanto mai necessaria la guida di medici onesti e dotati di etica. Non è quello il momento di "vendere speranza".

L'indagine era partita dopo un'inchiesta della trasmissione "Le Iene" trasmessa il 19 novembre 2017 su Italia 1, in cui venivano segnalati casi di malati oncologici che avevano abbandonato le terapie tradizionali per quelle proposte da Alba Veronica Puddu. Nel maggio 2018 il gip Francesco Alterio aveva interdetto la donna dall'esercizio della professione medica. Ma prima ancora era stata sottoposta al procedimento disciplinare da parte dell'ordine dei medici di Nuoro.

Ora l'ergastolo.

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