Chi è il vero Andrea Bonafede a cui Messina Denaro ha "rubato" l'identità
Si tratta del nipote di uno storico fiancheggiatore della cosca del boss arrestato
Dopo l'arresto del boss Matteo Messina Denaro gli inquirenti stanno cercando di ricostruire la rete di complici che hanno aiutato il sanguinario latitante a vivere "sotto copertura" per 30 anni ma, soprattutto, sotto gli occhi di tutti. A partire dalla clinica palermitana in cui si stava curando, dove era praticamente di casa.
E' stato sottoposto a interrogatorio il vero Andrea Bonafede, nome scelto dal boss per potersi curare alla Maddalena di Palermo. L'uomo, nipote di un altro noto boss, deve spiegare agli inquirenti come mai il criminale usasse la sua carta di identità, con tanto di professione 'geometra'.
Chi è il vero Andrea Bonafede
Il vero Andrea Bonafede non avrebbe risposto alle domande degli investigatori.
"Le generalità utilizzate da Matteo Messina Denaro (con il nome Andrea Bonafede) non si rivelano falsificazioni grossolane", ha dichiarato il pm della procura di Palermo Paolo Guido.
Con questo nome il latitante più ricercato d'Italia ha prenotato delle prestazioni sanitarie presso la clinica La Maddalena di Palermo, dove è stato individuato e arrestato. Diffusa anche la scheda con cui l'ultimo dei Corleonesi era registrato nella clinica palermitana, con il codice fiscale collegato ai dati relativi ad Andrea Bonafede.
Messina Denaro è nato invece a Castelvetrano il 26 aprile 1962. Il vero Andrea Bonafede, 59 anni, di Campobello di Mazara, risultava nato il 23 ottobre 1963. Sulla carta d'identità falsa il boss appariva come un uomo di 1,78 metri, calvo e con gli occhi castani: la data di emissione reca la data dell'8 febbraio 2016, scadenza 23 ottobre 2026.
Fatale la scelta del nome falso
La scelta dell'alias però gli è stata fatale. Andrea Bonafede esiste davvero ed è nipote dello storico capomafia Leonardo deceduto nel 2020.
Gli inquirenti sono arrivati alla svolta quando hanno constatato che il vero Andrea Bonafede risultava da un'altra parte...ma lo stesso Bonafede era anche in clinica.