Diciamocelo: le metropoli a 30 all’ora sono un’utopia, lo ammette anche il sindaco di Milano
Far frenare una città come Milano è una sfida (per quanto giusta) di proporzioni bibliche
Milano non è Copenaghen. Inizia a vacillare la granitica (e vagamente utopica, considerando i nano secondi, a Milano, che passano dallo scattare del semaforo verde a quando l'auto in coda alla tua impiega per suonare il clacson per farti capire che devi scattare, subito) convinzione del sindaco Beppe Sala di convertire la città più frenetica d'Italia a moderna, verde e pulita metropoli futuristica in cui ci si sposta, quando si vuole proprio fare gli esosi, in bicicletta.
"Milano a 30 all'ora non può essere l'unica soluzione. Va verificato, e gli uffici ci stanno lavorando, dove si può applicare: non su tutta la città", mette le mani avanti in primo cittadino.
L'urbanistica meneghina costretta a scontrarsi contro la realtà nevrotica di una città iperproduttiva e, comprensibilmente, poco incline all'idea di "rallentare" è un grattacapo per Sala, che si trova a fare i contri con un ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Milano e presentato dal consigliere Marco Mazzei, proprio della sua lista. La volontà (o velleità) è quella di proclamare Milano una città dove si viaggia a 30 chilometri orari, dal centro alla periferia e non solo in certe zone come accade oggi, a partire dal gennaio del 2024.
Sulla carta sarebbe bellissimo, intendiamoci. Sulla carta, appunto.
Milano a 30 all'ora: e Sala deve mettere le mani avanti
Un sì convinto alla riduzione del limite di velocità a 30 km orari a Milano approvato in Consiglio comunale qualche giorno fa, arriva anche dall'assessore alla Polizia locale Marco Granelli:
"Città 30, un modo di vivere meglio i nostri quartieri, togliendo traffico. I centri abitati, i quartieri, strade e piazze sono fatte per vivere, non per correre e attraversarle con traffico nelle case. Le zone 30 rendono possibile la vita del quartiere, i servizi di prossimità come scuole, biblioteche, ambulatori, ma anche spazi per aggregare e negozi di vicinato. Le nuove piazze e vie cambiate dal 2018 al 2022 come San Luigi, Dergano, Belloveso, e quelle tattiche come Sicilia, Bacone, Gasparri, Suzzani-val Maira, dimostrano come i quartieri cambiano in meglio".
E ancora, come riporta Prima Milano:
"La velocità è una delle principali cause degli incidenti e aumenta le conseguenze negative sulle persone, aumentando i feriti e aggravando le loro condizioni. Per questo sono contento che il Consiglio comunale abbia dato un indirizzo chiaro. Milano sta lavorando da tempo su questa linea, con Pierfrancesco Maran prima, poi io e ora Arianna Censi."
Ma facciamo un passo indietro. Torniamo a pochi giorni fa, precisamente al 10 gennaio 2023. Il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno della maggioranza che invita il sindaco, Beppe Sala, e la sua giunta a proclamare Milano 'Città 30', istituendo il limite di velocità in ambito urbano a 30 chilometri orari a partire dal 1° gennaio 2024
Come precisato da Mazzei, depositario della proposta:
"Bisogna fare questa operazione perché 30 chilometri è la velocità in cui, nell'impatto tra un veicolo a motore e un pedone, salva la vita a chi subisce l'impatto".
La Giunta invita inoltre a prevedere, così come hanno fatto Parigi e Bruxelles, per le strade a grande scorrimento limiti a 50 chilometri.
"Milano a 30 all'ora non può essere l'unica soluzione. Va verificato, e gli uffici ci stanno lavorando, dove si può applicare: non su tutta la città. Al momento è uno stimolo che ci dà il Consiglio comunale su cui sto riflettendo con attenzione", ha tagliato corto Sala sulla questione, anche a seguito delle feroci polemiche affiorate dopo l'annuncio.
E aggiunge:
"A oggi non so dire se è realistico immaginare il via dal 1° gennaio 2024, posso confermare che ci stiamo lavorando, anche tramite Amat. Per taxi e licenze è una parte del tema della mobilità e prevedo di convocare a breve i tassisti, come anche occuparmi delle regole di accesso al centro, che è una tematica delicata".
Il quadro
Ad oggi, in Italia, soltanto Bologna ha avviato il percorso per diventare Città 30.
Il grandissimo vantaggio nel portare il limite di velocità massimo a 30 all'ora in città risiede nella riduzione degli incidenti stradali. Nelle città poi, secondo dati Aci-Istat, avvengono oltre il 70% degli incidenti in Italia e tra le prime cause in assoluto c'è proprio l'eccesso di velocità.
Questi incidenti in ambito urbano provocano il 43,9% dei morti e il 69,7% dei feriti. L'obiettivo è prioritario e senza dubbio corretto e tende a cambiare il modo di pensare. In Europa Parigi e Bruxelles hanno imposto il limite urbano di 30 chilometri orari, la prima dall'agosto del 2021 e la seconda dal gennaio del 2021. Dopo il primo anno di sperimentazione i risultati ottenuti sono stati un aumento del rispetto dei limiti di velocità, i morti sulle strade che si sono più che dimezzati e si sono ridotti in modo significativo i feriti gravi. Altre città europee hanno fatto e stanno facendo scelte analoghe, tra le quali: Graz, Grenoble, Helsinki, Valencia, Zurigo, Lilla, Bilbao.
Il problema vero è pensare di far rallentare una città come Milano. Che dei ritmi frenetici, giusto o sbagliato che sia, fa la sua cifra stilistica. A Milano si va veloce: in macchina, a piedi, in bici, in monopattino. E si pretende rapidità intorno a sè.
Una possibile soluzione potrebbe essere la messa in campo di soluzione alternative, ma le piste ciclabili, per esempio, non sono sufficienti e molti viali sono stretti: motivo per il quale avventurarsi in città sulle due ruote non sempre è un'esperienza priva di insidie.
La sfida vera è quella di chiedere ai milanesi di cambiare radicalmente approccio a un quotidiano che fa parta del loro Dna: per quanto corretto, il progetto pare utopico...in un anno portare la capitale economica del Paese a "frenare" è una sfida di proporzioni bibliche. Sala lo sa, per questo traccheggia.