Università di Gerusalemme

Gli alieni non contattano la Terra perché non hanno trovato segnali di intelligenza

La teoria di Amri Wandel pare offensiva, in realtà sottintende altro

Gli alieni non contattano la Terra perché non hanno trovato segnali di intelligenza
Pubblicato:

La teoria -  che è solamente un a teoria - è stata comunque formulata da uno scienziato. Secondo l'astrofisico Amri Wandel gli alieni potrebbero esistere e non essersi ancora messi in contatto con noi perché non hanno trovato forme di intelligenza sulla Terra. Che detta così suona proprio male. In realtà sottintende altro.

La teoria dell'astrofisico sul perché gli alieni non si sono messi in contatto con la Terra

Partendo dal presupposto che la spiegazione che offre Amri Wandel, astrofisico dell'Università Ebraica di Gerusalemme, dà per scontato che esistano forme di vita aliena, lo scienziato ha formulato un'ipotesi sulle ragioni per cui non siano ancora "venuti a cercarci". A suo parere è perché sulla Terra non ci sarebbe alcun segno di intelligenza. E qui si fa necessaria una precisazione: non sta dicendo che la razza umana è stupida, ma - dato che abbiamo iniziato ad inviare segnali rilevabili dallo spazio meno di 100 anni fa - è altamente probabile che gli extraterrestri non abbiano ancora ricevuto il messaggio o che la risposta non sia ancora pervenuta.

Solo nel 1974 è stata inviata la prima trasmissione ad alta potenza agli alieni. Secondo la teoria di Wandel, dovrebbero esserci più di 100 milioni di pianeti tecnologicamente avanzati nella Via Lattea, e  almeno uno di questi avrebbe ricevuto i messaggi terrestri.

Le onde radio necessitano il loro tempo

Secondo lo studio, infatti, le onde radio potrebbero aver raggiunto circa 15 mila stelle e i loro pianeti in orbita, tra circa 400 miliardi di stelle nella Via Lattea, e solo le stelle comprese entro i 50 anni luce avrebbero avuto il tempo di rispondere.

Se una civiltà avesse già ricevuto il nostro segnale e inviato una risposta, dovrebbe trovarsi a soli 50 anni luce di distanza poiché, il nostro radiofaro impiegherebbe 50 anni, viaggiando alla velocità della luce, per averlo raggiunto, e altri 50 anni perché il destinatario abbia rispedito un messaggio. È un secolo enorme solo per un saluto reciproco.

"La probabilità di contatto è definita come la possibilità di trovare una civiltà abbastanza vicino da poter rilevare le prime emissioni radio (la radiosfera) e inviare una sonda che raggiungerebbe il Sistema Solare" ha puntualizzato l'astrofisico.

Seguici sui nostri canali