I volontari che telefonano a casa dei cittadini russi per raccontare la verità sulla guerra in Ucraina
I volontari della Ong Call Russia hanno sviluppato un metodo di conversazione con degli psicologi, per riuscire a portare avanti la discussione
Non fiori nei cannoni ma telefonate a caso per raccontare un'altra versione dei fatti. Nasce così una nuova modalità per smontare la propaganda pro-bellica del Cremlino, che passa dal dialogo. Figlia di un'idea di un esperto di comunicazione che, forte di un "esercito" di volontari - principalmente russi e lituani residenti all'estero - telefona ai cittadini russi e racconta ciò che la propaganda di Putin omette circa il conflitto con l'Ucraina. L'ong si chiama Call Russia.
Volontari telefonano a caso ai russi per smascherare Putin
Paulius Senuta, 46 anni, scrittore ed esperto di comunicazione lituano, insieme a un gruppo di esperti di tecnologie informatiche e a un nutrito gruppo di volontari - oltre 50mila persone - si serve di un generatore di numeri casuali, che creato un database di 40 milioni di numeri di telefono in Russia, e li contatta per raccontare ciò che Putin non dice sull'invasione in Ucraina.
"Le conversazioni dirette sono un modo per diffondere la verità e porre fine a questa guerra. Nei primi giorni di guerra, qui in Lituania tutti facevano qualcosa. La nostra idea è stata telefonare. Sono 180 mila le telefonate fatte finora dai volontari di "Call Russia", ha spiegato Senuta al quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung.
Il 46enne pone anche l'accento sul fatto che circa la metà delle chiamate si sono trasformate in vere e proprie conversazioni, ci sarebbe dunque un'apertura sul tema e volontà di confronto e di ascolto da parte dei russi. Soprattutto rispetto all'atteggiamento che i cittadini russi tenevano invece all'inizio del conflitto:
"Le persone dall’altro capo del telefono erano tutt’altro che accoglienti. Per lo più urlavano, o insultavano gli sconosciuti che le avevano chiamate, o si limitavano a ripetere le parole d’ordine della propaganda russa e accusavano i volontari di essere agenti pagati dai servizi segreti occidentali. Le telefonate di solito erano molto brevi, pochi minuti al massimo. Adesso si sono allungate e possono arrivare a durare anche due o tre ore".
Ci vuole metodo
I volontari hanno sviluppato un metodo di conversazione con degli psicologi, per riuscire a portare avanti la discussione. Molte delle persone che parlano con i volontari cercano soprattutto informazioni:
"Ci viene costantemente chiesto a che punto è il fronte, quali sono le perdite dell’esercito russo, come stanno realmente le cose in Ucraina".
Pare che anche i più fedeli sostenitori di Putin inizino a mettere in dubbio le sue notizie:
"La gente sta perdendo la fiducia di poter vincere la guerra".
Il quadro sociologico che emerge, secondo Senuta, è che molti russi vorrebbero protestare contro le scelte del presidente, ma la paura dei metodi repressivi messi in atto dal Cremlino li annichilisce. Per i volontari già insinuare un dubbio, spingere le persone a ragionare, è una vittoria.