Si è spento ad 82 anni

E' morto Pelè: il mondo del calcio piange il suo re

O'Rey, purtroppo, non ha potuto far nulla contro il cancro al colon che lo affliggeva da diverso tempo.

E' morto Pelè: il mondo del calcio piange il suo re
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La foto della figlia Kely, pubblicata su Instagram qualche giorno fa, ci aveva fatto capire che il momento non era dei migliori. "Un'altra notte insieme" aveva scritto in calce all'immagine che la ritraeva mentre abbracciava il suo amato papà sul letto d'ospedale. A distanza di qualche giorno, purtroppo, è arrivata la notizia più grave. Il mondo del calcio oggi si stringe in un dolore immenso perché ha perso il suo re: è morto Pelè.

E' morto Pelè: O'Rey si è spento all'età di 82 anni

L'annuncio del decesso è stato affidato proprio al profilo Twitter ufficiale della leggenda brasiliana:

"L'ispirazione e l'amore hanno segnato il cammino di Re Pelé, che oggi si è spento serenamente. Amore, amore e amore, per sempre".

E' un giorno triste per il mondo del calcio. Oggi, giovedì 29 dicembre, proprio negli ultimi scampoli di questo 2022, ci ha lasciato uno dei più grandi calciatori della storia. Edson Arantes do Nascimento, meglio conosciuto come Pelè, si è spento all'età di 82 anni.

"Il decesso - spiega l'ospedale Israelita Albert Einstein che aveva in cura il campione brasiliano - è avvenuto per il cedimento di più organi, conseguente alla progressione del cancro al colon associato alla sua condizione medica precedente".

Una notizia struggente che addolora qualsiasi appassionato di Fútbol da ogni parte del pianeta. Giocatore icona di uno sport che si è evoluto tantissimo nel corso del tempo, Pelè ha da sempre rappresentato un riferimento nel calcio, al punto tale da essergli riconosciuto il titolo di re, o meglio O'Rey, come lo chiamano in Brasile.

Proprio nei giorni del mondiale in Qatar, la sua competizione prediletta, si era sparsa la voce di un peggioramento delle sue condizioni di salute a causa del cancro al colon che lo tormentava da tempo. Pochi giorni fa, invece, sui social era diventata virale una foto della figlia Kely che li mostrava abbracciati nel letto d'ospedale. Sebbene nella didascalia non riportava proprio un messaggio rincuorante, lo scatto testimoniava che il re stava combattendo in tutti i modi possibili.

"Continuiamo qui, nella lotta e nella fede. Un'altra notte insieme".

Oggi, purtroppo, l'annuncio più grave: a due anni di distanza dalla scomparsa dell'altro campione eterno, Diego Armando Maradona, il calcio perde il suo simbolo più importante.

Una carriera da O'Rey

Tra tutti i suoi straordinari record da calciatore, il più rilevante riguarda sicuramente quello di aver vinto tre Coppe del Mondo per nazioni col suo Brasile (1958, 1962 e 1970), l'unico giocatore in tutta la storia del calcio ad aver tagliato un traguardo simile. A livello di Club, Pelè ha giocato solamente per il Santos, squadra nella quale ha vissuto quasi tutta la sua carriera, e per il Cosmos New York, poco prima di appendere gli scarpini al chiodo.

La sua peculiarità più riconoscibile è stata il vizio del gol: 1281 reti realizzate in 1363 partite disputate (in gare ufficiali sarebbero 757 in 816 incontri con una media realizzativa pari a 0,93 gol a gara). Una marea di gol che gli sono valsi, oltre ai tre mondiali, anche dieci campionati dello stato di San Paolo, quattro Tornei Rio-San Paolo, sei campionati brasiliani, cinque consecutive Taça Brasil, due edizioni della Copa Libertadores, altrettante della Coppa Intercontinentale, la prima edizione (su due disputate) della Supercoppa dei Campioni Intercontinentali e un Campionato NASL con i New York Cosmos negli Usa.

Di tutte le reti in carriera, la più iconica riguarda quella realizzata nel 1958 alla Svezia, considerata a livello internazionale come il più grande gol nella storia delle finali della Coppa del Mondo Fifa.

Tra i gesti tecnici del re, di certo, la rovesciata è quello di cui tutti si ricordano: la singolarità della sua acrobazia gli è valsa anche il momento decisivo in "Fuga per la vittoria", il film diretto nel 1981 da John Huston che racconta appunto la fuga di una squadra di calcio formata da prigionieri di guerra che sfidano in una partita la Germania.

Una volta lasciato il rettangolo di gioco, O'Rey ha continuato a lavorare nello sport che più ha amato senza mai fare l'allenatore. Nel 1992 fu nominato ambasciatore delle Nazioni Unite per l'ecologia e l'ambiente e nel giugno 1994 Goodwill Ambassador dall'Unesco. Nel 1995 il presidente brasiliano Cardoso lo nominò ministro straordinario per lo sport. In questo periodo Pelé propose una legge per ridurre la corruzione nel calcio brasiliano, che divenne nota con il nome di "Legge Pelé".

Fa parte della National Soccer Hall of Fame ed è stato inserito dal settimanale statunitense Time nel "Time 100 Heroes & Icons" del XX secolo. È stato dichiarato "Tesoro nazionale" e "Patrimonio storico-sportivo dell'umanità". E' il Calciatore del Secolo per la Fifa, per il Comitato Olimpico Internazionale e per l'International Federation of Football History & Statistics (IFFHS) e Pallone d'oro Fifa del secolo, ricevendo poi quello onorario.

Alessandro Balconi

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