Ti aspettavi la turchia?

Chi ha inventato Babbo Natale? Un tuffo nella storia del mito

L'articolata ricostruzione storica di Antonella Pellettieri, dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale del Cnr

Chi ha inventato Babbo Natale? Un tuffo nella storia del mito
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Da dove arriva Babbo Natale? A provare a fornire una risposta è Antonella Pellettieri dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale del Cnr. Un viaggio fra le differenti denominazioni, passando per la tradizione che risale al vescovo di San Nicola di Myra, le cui reliquie sono conservate a Bari.

Chi ha inventato Babbo Natale?

In America lo chiamano Santa Claus, in Inghilterra Father Christmas. Ma tra i due abbiamo in comune una data, quella del 1931, quando il fumettista Haddon Sundblom ricevette l’incarico dalla Coca Cola di lanciare una campagna pubblicitaria con Santa Claus/Father Christmas: sembra che l'artista abbia preso ispirazione da sé stesso per decidere la corporatura dell’arzillo vecchietto.

Santa Claus Coca Cola 1931

Nel XIX secolo Santa Claus e Father Christmas cominciano a somigliarsi sempre di più, fino a diventare lo stesso personaggio. Da circa settant’anni Babbo Natale vive nella Lapponia finlandese, nei pressi del Circolo Polare Artico, e a questo indirizzo bisogna inviare la letterina per chiedere i doni.

Già dagli anni Venti la famosa bibita utilizzava Babbo Natale per la pubblicità, ma non senza un abito preciso: seguendo le tradizioni sia inglesi sia americane, il vestito poteva essere marrone o verde, ma anche blu, rosso e bianco. Su tutte prevalse la versione bianco-rossa. E questo, possiamo dedurre, è il Babbo Natale che oggi tutti conosciamo. Ma, ovviamente, il mito non è nato grazie alla Coca Cola.

Come spiega Pellettieri:

"Le ricerche sulle origini di questi due personaggi sono arrivate, più o meno, alle conclusioni ormai comunemente accettate. Quella più nota ne riporta l’origine a San Nicola di Myra, le cui reliquie sono conservate a Bari ma anche a Venezia: le spoglie di questo vescovo, vissuto tre il III e il IV secolo, erano tenute in grande considerazione e, dopo che Myra in Turchia fu occupata dall’esercito musulmano, si temeva che  potessero essere disperse. Nel 1087 furono trasportate a Bari da alcuni marinai, che così salvaguardarono questo culto, tenuto in grande considerazione tra i fedeli sia dell’Occidente sia bizantini e slavi, specialmente in Russia. Al santo erano attribuite molte virtù, fra cui la grande generosità e il coraggio nell’aver salvato tre donne e tre bambini. Insomma, un santo benefattore e protettore dei bimbi: da qui, verosimilmente, nacque la leggenda che portasse doni nella notte fra il 5 e il 6 dicembre, perché la morte di San Nicola avvenne a Myra il 6 dicembre del 343."

San Nicola di Myra

Diffuso a macchia d'olio

Il culto di questo santo che portava doni è sopravvissuto specialmente nel Nord Europa, trasformandosi secondo gli usi e le tradizioni dei vari Paesi.

Quando gli olandesi fondarono New Amsterdam, poi New York, vi portarono la leggenda erudita di SinterKlass, nome che si trasformò in Santa Claus e che dalla fine del XVIII secolo ricevette l’attenzione di molti poeti, artisti e intellettuali, che produssero un numero importante di volumi e disegni per ricostruire la leggenda e l’immagine di questo amato personaggio. L’arrivo in America di altre popolazioni del Nord Europa di religione protestante fece nascere l’esigenza di trovare una sintesi fra i diversi credi: la festa era stata spostata dal 6 dicembre alla Vigilia di Natale da Martin Lutero già nel 1535 e anche in America si seguì quest’indicazione. “A visit from St. Nicholaus” è un poemetto scritto nel 1823 e attribuito a Clement C. Moore che contiene una famosissima poesia sulla storia di Santa Claus e che successivamente fu musicata, diventando una nota canzone di Natale.

E le renne?

Anche le renne meritano altrettanta dignità, secondo la tradizione sarebbero otto e tutte, ovviamente, hanno un nome: Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Dunder e Blixem.

Del resto sono loro a bersi il latte che i bimbi lasciano, insieme ai biscotti, fuori dalla finestra nella notte più magica dell'anno.

Come lo chiamano nel mondo?

Veniamo ora a un altro punto: Paese che vai...Babbo Natale che trovi. Come viene chiamato questo iconico personaggio natalizio nei diversi Paesi?

In questo caso a fornire una risposta, con tanto di mappa, sono stati gli esperti linguistici di Preply, che hanno creato una nuova mappa che identifica i molti nomi di Babbo Natale in tutto il mondo, rivelando alcune interessanti leggende e tradizioni locali.

Le traduzioni di “Babbo Natale” in tutto il mondo includono:

Père Noël (francese - Francia, Camerun, Marocco)

Papá Noel (spagnolo - Spagna e gran parte del Sud America)

Pai Natal (portoghese - Portogallo)

Papai Noel (portoghese - Brasile)

Baba Noel (arabo - Iraq)

Bābā Noel (persiano - Iran)

Noel Baba (turco)

Nonno Gelo

Un altro nome popolare è Nonno o Nonno Gelo. Questo nome ha origine da una figura leggendaria della mitologia slava ed è comune nell'Europa sud-orientale, utilizzato da paesi come Croazia (Đed Mraz), Macedonia e Russia (Дед Мороз - Ded Moroz), Serbia (Деда Мраз - Deda Mraz) e Bielorussia (Дзед Maroz - Dzied Maroz).

El Salvador - Santa

Cuba - Santa Cló

Porto Rico, Venezuela - Santa Clós

Filippine - Santa Klaus

Messico - Santo Clós

Thailandia - ซานตาคลอส (Sāntākhlxs̄)

Giappone - サンタクロース (Santakurōsu)

Corea del Sud - 산타 할아버지 (Santa hal-abeoji, let. ‘nonno Santa’)

Capra Yule e Folletti: Nord Europa

In Finlandia, la figura di Babbo Natale si chiama joulupukki. Questo si traduce letteralmente in "Capra Yule" e si basa su antiche tradizioni pagane, ma al giorno d'oggi il termine è usato anche quando si parla del moderno Babbo Natale.

Anche la Norvegia e la Svezia hanno i propri nomi per Babbo Natale, basati sul folklore nordico. Il nome norvegese Julenissen e il nome svedese Jultomte significano letteralmente "Folletto Yule" o "Gnomo Yule", ma sono usati ancora oggi per parlare della figura di Babbo Natale.

I tredici Ragazzi Yule islandesi

La maggior parte dei paesi ha un solo Babbo Natale che porta i regali ai bambini a Natale, ma l'Islanda ne ha ben tredici: i Jólasveinar, o "Ragazzi Yule". Si dice che i Jólasveinar visitino i bambini uno alla volta nelle tredici notti che precedono il giorno di Natale, lasciando un regalo per coloro che si comportano bene.

Ecco, invece, come l'Europa si riferisce a "Babbo Natale".

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