Operazione della Dia

Padel: il gioco del momento diventa l'affare dell'anno... per la 'ndrangheta

A Milano riciclati 700mila euro. E spunta la telefonata con un assessore...

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Il padel, si sa, è lo sport del momento. In Italia negli ultimi tempi è stato un vero e proprio boom, con milioni di appassionati che si ritrovano a giocare. Tanti giocatori, tanti soldi: l'equazione è facile. E dove c'è denaro c'è sempre il rischio di infiltrazioni delle criminalità. Come dimostra quanto accaduto a Milano, dove la  Direzione Investigativa Antimafia ha arrestato l'imprenditore Marco Molluso della MC Immobiliare e residente a Buccinasco per aver emesso ed utilizzato fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e autoriciclaggio. (foto copertina archivio)

La 'ndrangheta nei campi da padel

Le indagini sono nate da accertamenti svolti su un altro soggetto calabrese, arrestato nel 2010 nel corso della nota operazione “Infinito” e successivamente condannato in via definitiva in quanto ritenuto colpevole di appartenenza alla locale di ‘ndrangheta di Corsico.

Gli accertamenti hanno permesso di scoprire che una delle società riconducibili ai suoi figli aveva partecipato alla realizzazione di otto campi di padel del valore di circa 700mila euro, all’interno di un Centro Sportivo comunale in via De Nicola a Milano e assegnato in concessione a una società dilettantistica milanese. Gli impianti in questione sono stati sequestrati, risultando tra l’altro edificati abusivamente e senza alcuna preventiva autorizzazione da parte dei competenti uffici.

La telefonata all'assessora Riva

Tra gli atti spunta anche una telefonata, al momento del sequestro, effettuata da  Paolo Gatti, "socio" di Marco Molluso, che si lamenta al telefono con Martina Riva, assessora allo Sport:

"Ieri è venuta l’urbanistica a vedere, sai che noi abbiamo fatto la sanatoria per i padel perché era una vecchia autorizzazione edilizia. Non so se tu sai questo particolare.

Era una vecchia autorizzazione edilizia aperta nel 2019. Quindi io, o andavo per le vie legali contro lo sportello unico, o facevamo i padel in sanatoria. Una cazzata voglio dire, non abbiamo costruito nulla se non convertire un campo a sette in campi da padel, punto. Lo fanno tutti a Milano.

Sappi Martina che io sono stremato. Poi ieri è arrivata l’urbanistica, sembrava fossi un delinquente."

L'assessora risponde a monosillabi. La telefonata non contiene elementi penalmente rilevanti, ma secondo gli inquirenti costituisce un segno importante che indica come episodi del genere possano permettere alla criminalità organizzata di penetrare ed estendersi ai grandi lavori pubblici.

Costruiti con soldi di provenienza illecita

Nel corso delle attività investigative sono stati raccolti gravi indizi per affermare come l’indagato, dopo aver sottoscritto un contratto di prestazione d’opera (risultato poi inesistente) con la società che gestisce in concessione il Centro Sportivo, abbia finanziato e costruito i campi da padel potendo contare su profitti illeciti derivanti dalla commissione di numerosi reati fiscali con l’obiettivo di partecipare agli incassi derivanti dal loro noleggio ai cittadini.

In particolare, nel biennio 2020-2021, la società immobiliare di cui risulta titolare Molluso sarebbe stata al centro di una frode fiscale di oltre 1,5 milioni di euro legata sia all’emissione che all’utilizzo di fatture false con indebita detrazione di Iva.

Secondo gli inquirenti, inoltre, spesso sui cantieri era presente anche lo zio Giosofatto Molluso. Un nome noto da trent’anni, finito più volte in inchieste sulla mafia in Lombardia. Nelle carte si parla poi del coinvolgimento dei cugini (e figli dei due boss) nei lavori all’interno della struttura.

Marco Molluso, chi è

Marco Molluso, classe 1983, conosciuto nell'ambito sportivo del territorio, fa parte della famiglia già finita più volte all'interno delle carte delle inchieste per la penetrazione della 'ndrangheta alle porte di Milano. È nipote di Giosofatto Molluso, già conosciuto a Buccinasco per diverse condanne e inchieste sull'appartenenza all'associazione mafiosa locale.

Attualmente era allenatore della Castanese dalla stagione 2022-2023, ma a seguito delle recenti novità è stato sollevato dall'incarico. A comunicarlo è la stessa dirigenza neroverde:

"La società Gs Castanese - Società di calcio dilettantistico apprende esterrefatta quanto testé pubblicato attraverso gli organi di stampa circa il presunto coinvolgimento in attività illecite del mister della Prima squadra Marco Mollus. A fronte di ciò, nell’immediatezza e a titolo cautelativo, la società comunica di aver provveduto a sollevare il predetto dall’incarico sportivo".

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