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Il prezzo della pizza cresce meno rispetto agli altri prodotti

L’analisi arriva in occasione dell’anniversario dell’iscrizione dell’Arte dei Pizzaiuoli napoletani all’Unesco

Il prezzo della pizza cresce meno rispetto agli altri prodotti
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Il prezzo della pizza cresce meno rispetto agli altri prodotti. Il fascino di questa pietanza batte anche l’inflazione con i prezzi che aumentano del 7%, praticamente la metà della media dei prodotti alimentari, per la gioia degli appassionati. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione del quinto anniversario dell’iscrizione dell’Arte dei Pizzaiuoli napoletani nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco avvenuto il 7 dicembre 2017.

Il prezzo della pizza cresce meno

Nonostante la pessima annata dal punto di vista produttivo per quelli che sono i principali ingredienti della pizza, dal grano all’olio extravergine d’oliva, fino al pomodoro, il pasto in pizzeria rimane largamente al di sotto dell’aumento medio dei prezzi generali favorendo dunque il consumo nelle circa 60mila pizzerie tra ristoranti e da asporto attive lungo la penisola. La pizza genera un fatturato che ha superato i 15 miliardi di euro con un’occupazione stimata in oltre 100.000 addetti a tempo pieno, che diventano 200.000 nel weekend. Ogni giorno solo in Italia si sfornano circa 8 milioni di pizze grazie all’utilizzo durante tutto l’anno di 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro.

La Pizza Napoletana

Il quinto compleanno Unesco cade a pochi giorni – come ha ricordato Coldiretti – dall’approvazione della richiesta dell’Italia alla Ue di garantire la protezione con riserva del nome per la “Pizza Napoletana” Stg. Potrà essere chiamata tale nei menu solo se saranno garantite alcune caratteristiche relative alla preparazione, come le ore minime di lievitazione, la stesura a mano della pasta, le modalità di farcitura, la cottura esclusivamente in forno a legna ad una temperatura di 485°C e l’altezza del cornicione di 1-2 cm, con il controllo di un ente terzo di certificazione.

Dalla mozzarella ai pomodori

Ma i limiti riguardano anche l’utilizzo di materie prime di base, che per le loro peculiarità non possono che essere di provenienza nazionale, come l’olio extravergine d’oliva, il basilico fresco, nonché la “Mozzarella di Bufala Campana Dop” e la “Mozzarella tradizionale Stg”, esclusive per la variante con formaggio a pasta filata. Altri ingredienti necessari nella preparazione della “Pizza Napoletana” sono i pomodori pelati e/o pomodorini freschi, che evidentemente potranno dare nuovo slancio alla produzione di pomodoro nazionale, notoriamente riconosciuto per la sua grande qualità.

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