L'Italia non è un Paese per ciclisti

Sicurezza ciclisti, un nuovo disegno di legge: 1,5 metri di distanza per i sorpassi

La proposta (l'ennesima) arriva da Mauro Berruto, ex ct della Nazionale di pallavolo e oggi onorevole del Pd

Sicurezza ciclisti, un nuovo disegno di legge: 1,5 metri di distanza per i sorpassi
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In Italia muore mediamente un ciclista ogni due giorni. Un dato shock. E dopo la tragica scomparsa di Davide Rebellin, il 51enne ex campione travolto da un camion pirata mentre si allenava nel Vicentino, la vicenda è tornata drammaticamente di attualità.

Sicurezza ciclisti: è la volta buona?

A presentare l'ennesima proposta è stato il deputato del Partito Democratico (ed ex commissario tecnico della Nazionale di pallavolo) Mauro Berruto. La sua iniziativa mira a modificare il Codice della Strada, inserendo l'obbligo per gli automobilisti si mantenere una distanza di un metro e mezzo dai ciclisti in fase di sorpasso.

Berruto l'ha presentata nei giorni scorsi, 8 novembre 2022 per la precisione.

Una proposta che prende le mosse da quanto succede in altri Paesi d'Europa, decisamente più avanti del nostro nella tutela della mobilità sostenibile. Ma che ha scatenato anche una ridda di critiche, come ha sottolineato lo stesso Berruto in occasione della morte di Rebellin.

Non è il primo, sarà quello buono?

Non è certo la prima volta che qualcuno prova a intervenire sul Codice della Strada per tutelare maggiormente i ciclisti. L'ultimo Disegno di legge in merito era  stato presentato a febbraio con primo firmatario Marco Perosino, senatore di Forza Italia, che prevedeva  nuove misure di sicurezza, in particolare per quanto riguarda la distanza da mantenere in fase di sorpasso da parte degli automobilisti.

Le richieste più importanti riguardavano l’obbligo di inserimento di domande legate alla mobilità ciclistica nei quiz per il rilascio della patente e l’obbligo di distanza minima di 1,5 metri in fase di sorpasso. Modifiche che erano già state proposte in passato, come ha ricordato lo stesso Perosino, ma senza fortuna.

I numeri degli incidenti con coinvolti i ciclisti sulle strade italiane devono fare riflettere. In quasi il 5% dei sinistri stradali sul totale (quindi comprese anche le autostrade e le tangenziali, dove le bici non possono circolare) c'è coinvolto un ciclista.  Lo sa bene il presidente della Federazione Cordiano Dagnoni, che in occasione della presentazione del disegno di legge aveva ricordato anche come il ciclismo negli ultimi due anni - complice pure la pandemia - abbia vissuto un vero e proprio boom, coinvolgendo sempre più praticanti.

"E’ necessario formare una cultura del rispetto attraverso l’educazione stradale, cominciando dai più piccoli. Ringrazio i promotori di questo disegno di legge e tutti coloro che portano avanti iniziative di sensibilizzazione; insieme possiamo cambiare le cose”.

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