Google e Ibm sfatano un mito: anche senza laurea si può arrivare a posizioni top
Ma nel nostro Paese chi finisce almeno la triennale ha il 20% in più di possibilità di trovare un impiego rispetto a chi ha fatto la terza media.
Non passi, ovviamente, il messaggio che studiare non serve. E' anche vero che, negli ultimi decenni, la laurea non è più un traguardo riservato ai più studiosi e meritevoli ma, complice anche l'abbassamento degli standard universitari, una sorta di tappa obbligata che non sempre garantisce la qualità del candidato. Un processo di saturazione del mercato dei laureati che, evidentemente, non è sfuggito a grandi aziende come Google, Delta e Ibm, che hanno deciso di eliminare la laurea come requisito per accedere a diverse posizioni di prestigio.
La laurea? Non più essenziale per lavori al top
A dare notizia di questa inversione di marcia è il Wall Street Journal, che spiega che ora i criteri principali per le assunzioni diventano esperienza e capacità.
A spingere a cancellare una delle condizioni sinora principali per accedere ai ruoli più remunerativi è il mercato del lavoro ristretto: le offerte di lavoro infatti superano di gran lunga il numero di disoccupati in cerca di un impiego - 10,7 milioni di offerte di lavoro a settembre rispetto a 5,8 milioni di disoccupati - creando una insolita concorrenza.
Secondo un'analisi del Burning Glass Institute, le offerte di lavoro negli Stati Uniti che richiedono almeno una laurea erano il 41% a novembre, in calo rispetto al 46% all'inizio del 2019 (prima della pandemia di Covid). Alcune professioni hanno requisiti sull'istruzione (e laurea) universali, come medici e ingegneri, mentre in altre non ci sono tali condizioni, come i lavoratori al dettaglio. C'è poi una via di mezzo, tra cui le posizioni tecnologiche, che hanno requisiti variabili a seconda del settore, dell'azienda, della forza del mercato del lavoro e dell'economia.
Via anche per i lavori statali
A portare avanti questa politica è stato anche un intero Stato a stelle e strisce, quello del Maryland che ha ridotto il requisito della laurea per molti lavori statali, portando a un'impennata delle assunzioni.
Approccio che ha contagiato anche il nuovo governatore della Pennsylvania, Josh Shapiro, ha basato la sua campagna elettorale su un'iniziativa simile.
Studiare serve
Al di là di facili suggestioni, anche perché per molti lavori, anche ben remunerati, la laurea rimane elemento imprescindibile (pensate a un architetto, un medico o un ingegnere che vi dice che ha studiato all'università della vita...), secondo il rapporto Education at a Glance 2022, in Italia solo il 20% della popolazione attiva raggiunge la laurea. E dato che non siamo gli Stati Uniti, e che non tutti finiranno a lavorare per Google, nel nostro Paese chi finisce almeno la triennale ha il 20% in più di possibilità di trovare un impiego rispetto a chi ha fatto la terza media.
E' presto, insomma, per fare il funerale all'utilità del famoso pezzo di carta.