Allarme minori

Voleva solo amicizia: esclusa dalla chat dei compagni, l'ha fatta finita a soli 13 anni

Un fenomeno sommerso, che nasconde numeri inquietanti. Quali segnali cogliere e le strategie preventive possibili.

Voleva solo amicizia: esclusa dalla chat dei compagni, l'ha fatta finita a soli 13 anni
Pubblicato:
Aggiornato:

Una tragedia nella tragedia. Quella di una 13enne che non c’è più, ma anche un senso di colpa che come minimo accompagnerà inevitabilmente alcuni dei suoi coetanei per tutto il resto della loro vita. Sempre che qualcuno di loro non si ritrovi addirittura costretto a fare i conti con la Giustizia, poiché gli inquirenti stanno indagando per il reato di istigazione al suicidio.

Tragedia in Puglia: estromessa dalla chat degli amici

La notizia, terribile, arriva da Monopoli, in Puglia, dove nel pomeriggio di domenica, 20 novembre 2020, una ragazzina è stata trovata senza vita in casa. Si è chiusa in bagno e ha deciso di farla finita con un cappio perché disperata in seguito a un atto di discriminazione: era stata esclusa dalla chat degli amici.

I Carabinieri hanno acquisito il telefonino della 13enne, nel quale, oltre alla conferma dell’estromissione dal gruppo virtuale, sembra sia stata trovata anche un’ultima drammatica videochiamata (non è noto a chi) effettuata pochi istanti prima del fatale gesto. Quando la madre è rincasata ha chiamato sotto shock i soccorsi, ma non c’è stato nulla da fare.

Una situazione fra tante che caratterizzano la quotidianità degli adolescenti, stavolta però con un epilogo imprevedibile. Le indagini abbracciano la sfera del bullismo: i carabinieri sentiranno la dirigente della scuola media frequentata dalla 13enne e le sue insegnanti, poi anche i compagni di classe e le amiche.

Due disgrazie inspiegabili in Veneto e in Lombardia

Quello di Monopoli è solo l’ultimo tragico episodio. Solo qualche settimana fa, a fine settembre, nel Trevigiano (Veneto), anche un’altra ragazzina di 12 anni era stata trovata senza vita nel giardino di casa. Di origini albanesi, si era trasferita in un Comune vicino a Conegliano soltanto da due mesi e non conosceva ancora l'italiano: i genitori invece, lavoratori stranieri, erano ben integrati. I compagni di classe nei primi giorni di scuola sembra l’avessero vista serena e sorridente, poi quel gesto, incomprensibile e inquietante: sembra esclusa l'ipotesi di bullismo, ma non è possibile che una adolescente decida di togliersi la vita in quel modo senza motivo.

Qualche giorno prima, in Brianza, Lombardia, un ragazzino di 13 anni era stato trovato morto ai piedi di uno stabile abbandonato a ridosso della Statale 36, arteria che i milanesi percorrono per raggiungere il lago, Lecco e poi la Valtellina. Il giovanissimo, residente a Monza, si è gettato dall’ultimo piano del palazzo dismesso. Da poco aveva iniziato a frequentare il primo anno di scuola superiore: aveva un appuntamento con un amico, ma non si è mai presentato e invece ha raggiunto Desio e lo stabile abbandonato con la sua bicicletta. E’ stato proprio l’amico ad allertare i carabinieri, che si sono diretti dove le celle telefoniche segnalavano il cellulare del giovane scomparso nel nulla. Anche in questo caso, una tragedia apparentemente inspiegabile: il ragazzo non lasciato alcun messaggio per spiegare le motivazione di un tale gesto e al contempo non sono ancora emersi elementi per far ipotizzare il coinvolgimento di terzi.

Fenomeno sommerso, che nasconde numeri inquietanti

E’ un fenomeno sommerso quello dei suicidi di minori, ma che nasconde numeri inquietanti: circa 1.200 ragazzi all'anno, nella fascia di età 10 – 19 anni, si tolgono la vita.

Emerge dal rapporto Unicef su "La condizione dell'infanzia nel mondo: Nella mia mente": In Italia si stima che, nel 2019, il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni soffrissero di problemi legati alla salute mentale, circa 956.000 in totale. Fra le ragazze, la percentuale è maggiore (17,2%, pari a 478.554) rispetto ai ragazzi (16,1%, pari a 477.518).

In Europa 9 milioni di adolescenti convivono con un disturbo legato alla salute mentale e il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani con 3 ragazzi al giorno che si tolgono la vita.

L'Osservatorio Suicidi della Fondazione BRF - Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze stima (dati 2018) in media un gesto estremo fra i ragazzi ogni 16 ore e un tentato ogni 14.

La pandemia ha ulteriormente accentuato la tendenza e gli studi più recenti indicano come una percentuale compresa tra il 20 e il 25% dei giovani manifesti disturbi d’ansia e depressione, molto spesso con comportamenti autolesivi che per fortunatamente culminano in un gesto estremo.

Istat conta 220mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni insoddisfatti della propria vita e, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico. Telefono amico registra che nel 2021 le chiamate di persone attraversate dal pensiero del suicidio o preoccupate per il possibile suicidio di un caro sono state quasi 6mila: oltre il 55% rispetto al 2020, quasi quattro volte tante rispetto al 2019, cioè prima della pandemia. E il 28% hanno visto come protagonisti giovani sotto i 25 anni.

Allarme minori: quali segnali cogliere

Eppure, cercare di riconoscere con anticipo i soggetti a rischio è possibile.

Le comunicazioni verbali sono importantissime: frasi come “mollo tutto” o “a che serve vivere” o ancora “non ce la faccio più”.

Poi agitazione notturna e insonnia sono sintomi chiari di una situazione di disagio.

Così come cambiamenti repentini di umore, comportamenti plateali o di grande rottura che finiscono per mascherare spesso inconsapevoli richieste d’aiuto.

Il punto naturalmente è cogliere i segnali.

Secondo il parere di molti esperti, nel nostro Paese si parla ancora troppo poco di suicidio e la domanda “Hai mai pensato di toglierti la vita?” non dovrebbe essere un tabù.

Quando riescono a entrare in gioco gli assistenti sanitari, cercano di stabilire la gravità del rischio di suicidio e possono disporre un trattamento che può includere il ricovero, se il rischio è elevato, la terapia farmaceutica per trattare altri disturbi di salute mentale e la psicoterapia individuale e familiare.

Cosa succede negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti il fenomeno assume contorni importanti e quindi è monitorato da studi costanti: il suicidio è la seconda causa di morte nella fascia di età 10-24 anni e la nona causa di morte nella fascia di età tra i 5 e gli 11 anni.

I tentativi di suicidio tra i giovani sono molto più numerosi di quelli compiuti. Di recente, i Centers for Disease Control and Prevention hanno fornito informazioni sull’aumento delle tendenze suicide.

Tra gli adolescenti, il rapporto di suicidi portati a termine tra sesso maschile e femminile è di 4:1, anche se, tra i soggetti di sesso femminile, i tentativi di suicidio sono 2-3 volte più frequenti.

Fattori di rischio come eventi stressanti:

  • la morte di una persona cara
  • un suicidio nell’ambiente scolastico o nel gruppo di amici
  • la perdita del ragazzo o della ragazza
  • un trasferimento dagli ambienti familiari (come la scuola o la residenza) oppure dagli amici
  • l’umiliazione da parte di familiari o amici
  • essere oggetto di bullismo a scuola
  • scarso andamento scolastico
  • problemi con la Giustizia

Problemi di base più comuni:

  • Depressione
  • Disturbi da uso di alcol o di sostanze
  • Scarso controllo degli istinti
  • Altri disturbi mentali e fisici (ansia, schizofrenia, traumi cranici e disturbo post-traumatico da stress)

Strategie preventive possibili:

  • ricevere cure efficaci per i disturbi mentali, fisici e i disturbi da uso di sostanze
  • riuscire ad avere facile accesso ai servizi di igiene mentale
  • ottenere supporto dalla famiglia e dalla comunità
  • imparare i modi per risolvere pacificamente il proprio conflitto
  • limitare l’accesso ai mezzi di comunicazione con contenuti che trattano di suicidio
  • credere in valori culturali e religiosi che scoraggino il suicidio
  • Programmi di prevenzione del suicidio possono essere di aiuto

daniele.pirola@netweek.it

Seguici sui nostri canali