DEM ALLA SVOLTA

Bonaccini scuote il Pd, si candida a prendere il posto di Letta

Il governatore dell'Emilia Romagna rompe gli indugi e ora si attende l'effetto domino per la corsa alla segreteria.

Bonaccini scuote il Pd, si candida a prendere il posto di Letta
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Il dado è tratto. Il governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini ha lanciato la sua candidatura alla guida del Partito democratico. Il Pd potrebbe dunque ripartire dalle sue terre più "care" e tradizionali, quelle dell'Emilia.

L'annuncio del numero uno della Regione è arrivato significativamente dal suo circolo di Campogalliano in provincia di Modena.

Il dado è tratto, la corsa alla segreteria Pd

Dopo la sconfitta alle Politiche, subito tra i "dem" si era aperto il dibattito per la successione alla leadership di Enrico Letta.

Un dibattito che tra l'altro si è trascinato in queste settimane anche in quella sorta di vicolo cieco che ha visto infilarsi il Pd per quanto concerne le strategie sulle Regionali di Lazio e Lombardia (in particolar modo la seconda) alla ricerca di candidati e linee condivise.

La soluzione legata a Bonaccini era in auge ormai da tempo (fin da dopo le elezioni del presidente della Repubblica) e, appunto, l'impasse in cui è rimasto impantanato il partito sembrano ora aver dato un'accelerata agli eventi.

L'annuncio del governatore dell'Emilia-Romagna

Come detto, l'annuncio di Bonaccini è stato segnato anche da una vena di "romanticismo":

"Mi è parso giusto dirlo prima di tutto a voi e dirlo qui. Cioè agli iscritti del mio circolo, ai compagni e alle compagne, agli amici, nel mio comune. Peraltro, io sono nato proprio lì davanti, in questa piazza".

Il governatore ha motivato così la sue decisione:

"In queste settimane tantissimi mi hanno chiesto di candidarmi: iscritti ed elettori, sindaci e amministratori, donne e uomini che sono o erano nostri elettori. Persino diversi che non lo sono mai stati, ma che avrebbero voglia di guardare a noi con speranza, fossimo in grado di dargliela. Mi ha fatto molto piacere, ovviamente, anche se avverto il peso e la responsabilità di questa scelta".

E ancora:

"Sento il peso perché sono consapevole di come il Pd sia necessario per la qualità democratica del Paese, rappresentando ideali e valori alternativi alle posizioni più conservatrici e alle derive populiste o sovraniste. C'è tanto da lavorare, ma non basterà un congresso, ci aspetta una traversata nel deserto".

Il "vestito" del "nuovo" Partito democratico

Ecco allora che Bonaccini ha indicato alcuni tra quelli che dovranno essere i punti qualificanti del nuovo corso: un partito popolare, radicato nella società, a vocazione maggioritaria, capace di tornare al Governo, ottimizzando i cinque anni che attendono il Centrosinistra all'opposizione.

E in questo il candidato segretario ha lanciato messaggi di autocritica sui listini, le correnti e le dinamiche delle candidature:

"La stagione in cui si sta al governo, anche se non si vince, è finita. Io credo l'abbiamo anche pagata. A me ha fatto una certa impressione vedere tutti i dirigenti di primo piano del nostro partito candidati nei listini e mai nei collegi uninominali, dove i voti devi andarli a strappare uno a uno per vincere".

Il plauso al Centrodestra, a Salvini e Meloni

E il nuovo corso a quanto pare dovrà anche ripartire da una comunicazione più efficace, con un messaggio più semplice:

"A volte per dire una cosa non ci bastano 20 minuti, un militante della destra la spiega in dieci secondi. Salvini e Meloni sono stati poi bravi a stare tra la gente. Dobbiamo tornare a farlo anche noi".

Cosa accadrà ora, cosa faranno gli "altri"

Dunque il dado è tratto. I dem non potranno più indugiare più di tanto. Ecco allora che della partita per la segreteria farà senz'altro parte Elly Schlein (nella foto con Bonaccini, già vicepresidente prima dell'elezione in Parlamento), mentre il sindaco di Firenze Dario Nardella scioglierà le sue riserve domenica o comunque entro fine mese.

In campo dovrebbe esserci anche l'ex ministro alle Infrastrutture Paola De Micheli, mentre sarà poi interessante capire come si muoveranno e che appoggio daranno ai singoli gruppi e correnti.

Gli schieramenti, chi sosterrà chi

In questo senso Bonaccini potrà contare sull'appoggio di Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e del collega governatore della Toscana Eugenio Giani. Anche l'ex ministro Graziano Delrio garantirà il sostegno e così pure Matteo Orfini.

Da parte sua Elly Schlein dovrebbe invece contare sul sostegno del governatore del Lazio Nicola Zingaretti e dell'ex ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini.

Più isolata Paola De Micheli, mentre tra gli indecisi non sono certo di poco conto le figure del presidente della Campania Vincenzo De Luca e del governatore della Puglia Michele Emiliano oltre che dell'ex ministro del Lavoro Andrea Orlando.

 

 

 

 

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