Architetto trevigiano insultato dai No Vax anche dopo la morte: denunciati tutti i 196 odiatori social
Amici e familiari hanno voluto portare avanti la battaglia di civiltà per preservare la memoria dell'architetto trevigiano.
Si era da sempre professato a favore dei vaccini contro il Covid-19, convinto che quelli fossero gli unici strumenti possibili per uscire da un incubo andato avanti per troppo tempo. Un'opinione la sua che gli era costata parecchie grane, soprattutto con la frangia No Vax, la quale, una volta che è passato a miglior vita, ha scatenato tutto il suo risentimento contro di lui. La famiglia e gli amici di Paolo Giordano, tuttavia, non è potuta stare a guardare e, al fine di preservare la memoria del loro caro, hanno deciso di portare avanti una battaglia di civiltà denunciando tutti i 196 odiatori social che si sono accaniti sull'architetto trevigiano dopo la sua morte.
Insulti social dopo la morte di Paolo Giordano: denunciati 196 odiatori No Vax
"Diceva che eravamo feccia, ma ora è in pasto ai vermi per sua stessa mano".
E' stato questo uno dei tantissimi commenti offensivi comparsi sui social media sotto al post che tutti i suoi amici avevano deciso di realizzare per rendergli omaggio. Un'ondata di odio che non è passata per nulla inosservata e contro cui, ora, si vuole fare giustizia. Come raccontato da Prima Treviso, sono scattate le denunce per gli insulti social dei No Vax a seguito della morte di Paolo Giordano.
L'architetto trevigiano, disgraziatamente deceduto a 59 anni lo scorso 9 ottobre 2022 a causa di un attacco cardiaco, dopo l'avvento dei vaccini anti-Covid si era sempre espresso a loro favore, convinto che rappresentassero l'unica arma disponibile per uscire dal tunnel della pandemia, non risparmiandosi anche di lanciare frecciatine a tutti coloro che non volevano sottoporsi al siero. La sua posizione favorevole alla campagna vaccinale, quindi, gli era costato il forte astio dei No Vax che fin da subito si sono opposti alle sue parole. Un'ondata di odio quest'ultima che è perdurata anche dopo la sua tragica dipartita.
Sui social media, infatti, amici e familiari di Paolo Giordano avevano deciso di pubblicare un post per omaggiare l'architetto trevigiano. Mai si sarebbero aspettati, tuttavia, che i commenti venissero subissati così tanto da insulti di stampo No Vax. Una spiacevole vicenda sulla quale la famiglia e gli amici di Villorba (Treviso) hanno scelto di intervenire.
"Sotto al post che abbiamo messo noi amici - afferma l'avvocato Antonella Tocchetto - almeno 196 persone, se non di più, lo hanno insultato in maniera veramente incredibile, augurando la morte persino alla famiglia".
Tutti gli odiatori social di Paolo Giordano, quindi, sono stati denunciati e adesso dovranno rispondere in sede legale, sebbene molti degli utenti autori degli insulti corrispondano a profili falsi.
Questo, a riguardo, è stato il commento della "Coalizione Civica" di Treviso:
"Le indegne speculazioni no-vax sulla morte di Paolo Giordano non possono lasciarci indifferenti perché aggiungono al dolore che già ci attanaglia per la perdita di un uomo che è stato un punto di riferimento per la comunità civile trevigiana il dolore per una vera e propria campagna di odio nei confronti di chi non accetta le strampalate tesi degli anti-vaccinisti.
Paolo paga così la nettezza con cui si era espresso anche sulla questione dei vaccini, con la schiettezza che lo contraddistingueva e che tanto lo ha fatto apprezzare tra le persone che hanno percorso un tratto di strada con lui o che lo hanno incrociato in una delle sue attività. Ma non possiamo fermarci al dolore perché le sconclusionate accuse dei 'leoni da tastiera' (magari nascosi dietro un nickname) sono inaccettabili tanto più perché vengono lanciate contro una persona che ci ha lasciato.
Lo abbiamo detto quando in piazza i no-vax paragonavano la campagna vaccinale alle azioni delle SS naziste e lo ripetiamo oggi: quei paragoni intollerabili e gli attacchi personali di oggi non hanno nulla a che vedere con la libertà di espressione. Le notizie sulle indegne affermazioni sulla morte di Paolo sono ormai di pubblico dominio attraverso i mezzi di informazione e cono ampiamente documentate: non pensiamo siano necessarie denunce perché la magistratura verifichi se vi sono estremi di reato".