Polemica all'Università di Pavia

Studentessa paziente oncologica cacciata dall'aula perché mangiava: protesta sotto il rettorato con la schiscetta

Le dure parole del personale universitario: "Non si mangia qui, esci o chiamiamo i Carabinieri".

Studentessa paziente oncologica cacciata dall'aula perché mangiava: protesta sotto il rettorato con la schiscetta
Pubblicato:
Aggiornato:

Si è scatenata una vera e propria bufera all'Università di Pavia dopo che una studentessa paziente oncologica è stata bruscamente cacciata mentre stava tentando di consumare un pasto in un'aula. Per le durissime parole subite dal personale universitario, gli altri studenti hanno deciso di organizzare un presidio di protesta: decine di giovani si sono radunati sotto il rettorato, seduti a terra e mangiando dalla schiscetta in segno di contestazione.

"Non si mangia qui, esci o chiamiamo i Carabinieri"

Una vicenda finita nell'occhio del ciclone. Come raccontato da Prima Pavia, una studentessa oncologica è stata cacciata da un'aula dell'Università di Pavia mentre stava cercando di consumare un pasto. Le parole utilizzate dal personale universitario hanno lasciato un po' tutti senza parole:

"Non si mangia qui, esci o chiamiamo i Carabinieri".

Nonostante la giovane avesse fatto presente invalida civile al 100% e che non potesse consumare il pasto al freddo per motivi di salute, non c’è stato nulla da fare: il personale l’ha minacciata di chiamare i Carabinieri se non si fosse immediatamente allontanata.

Il fatto è avvenuto nella mattinata di ieri, mercoledì 9 novembre 2022, presso un'aula del Polo di San Tommaso. E' stata stessa studentessa, Giorgia Orsi iscritta al corso di filosofia, a raccontare quanto le è accaduto:

"Ieri a Pavia faceva freddo e pioveva, non era possibile mangiare all'esterno. Allora sono entrata nell'aula dove avevo lezione, mi sono seduta in fondo e ho iniziato a mangiare. Sono stata avvicinata da una signora che si è messa ad urlare di uscire. Io le ho fatto presente di essere invalida e di avere un tumore.

Sul momento si è allontanata, ma poi sono arrivati in due che hanno alzato i toni, mi hanno detto che non potevo stare lì. Ho cercato di oppormi, di dire che mi ammalo e che non potevo stare fuori. A quel punto si sono avvicinate delle studentesse per sostenermi, ma il comportamento del personale è ancora peggiorato, infatti sono stata minacciata che sarebbero intervenuti i Carabinieri.

Mi sono allontanata e ho provato ad andare in portineria per cercare una soluzione, ma mi è stato risposto che erano affari miei. Non sapendo più cosa fare, mi sono rivolta all'ufficio disabili e ai rappresentanti degli studenti che sono prontamente intervenuti. Adesso sono stanca e confusa, poco fa il Rettore mi ha chiamato per scusarsi dell'accaduto. Ieri è capitato a me che sono riuscita a reagire e denunciare, ma la cosa sarebbe potuto capitare anche a persone più fragili".

Nonostante l’evidente stato di salute della ragazza non le permettesse assolutamente di permanere all’esterno, il personale è restato inflessibile, dichiarando successivamente di aver semplicemente applicato le regole.

La vicenda è stata segnalata dai rappresentanti del Coordinamento per il Diritto allo Studio (UDU) che da due anni si battono per avere dei posti dove consumare il pasto.

"Quanto successo ieri - afferma Alessandro Miceli, Segretario del Coordinamento per il Diritto allo Studio - è di una gravità inaudita e dimostra un’insensibilità che non ci aspettavamo. Da almeno due anni chiediamo al Rettore di trovare una soluzione per coloro che decidono di consumare la schiscetta.

Speravamo che, almeno per i casi più gravi, il buon senso spingesse a trovare una soluzione. Così non è. Ci chiediamo chi abbia preso la decisione di allontanare la studentessa. Il Rettore o il Dirigente sono stati informati? Per quale motivo l'ateneo non ha ancora dato indicazioni chiare sul consumo dei pasti, manco per le persone fragili? Senz'altro, questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso".

Mancano spazi al chiuso per la mensa

I rappresentanti del Coordinamento-UDU hanno immediatamente protestato con il personale in servizio e poco dopo, grazie alla segnalazione della studentessa, è intervenuto anche il SAISD (Servizio Assistenza ed Integrazione Studenti Disabili) dell’ateneo.

L'Università non ha ancora adibito degli spazi al chiuso idonei alla consumazione del pasto, nonostante le mense non siano sufficienti per accogliere tutti gli studenti. La situazione costringe gli studenti - ricorda Francesca Mazzitelli, senatrice accademica - a dover mangiare all'aperto, con il freddo e il maltempo che sono arrivati proprio in questi giorni. Per questa ragione, settimana scorsa i nostri RLS avevano scritto una lettera al Rettore, Prof. Francesco Svelto, chiedendo di trovare urgentemente una soluzione.

Soluzione che evidentemente non è stata trovata, considerato che addirittura si arriva a minacciare l’intervento delle forze dell’ordine per una studentessa disabile che consuma il pasto in aula. Siamo rimasti delusi e scioccati da questa enorme mancanza di rispetto e di attenzione per gli studenti più fragili. In seguito a questa gravissima situazione, abbiamo deciso di mandare un sollecito urgente tramite i nostri RLS, nonché una tempestiva segnalazione al garante degli studenti e al garante regionale della disabilità”.

Il presidio sotto il rettorato con la schiscetta

Per protestare e chiedere un intervento urgente, il Coordinamento per il Diritto allo Studio - UDU Pavia ha convocato per oggi, giovedì 10 novembre 2022, un presidio all’Università di Pavia. All'appello hanno risposto oltre 200 studenti che hanno voluto far sentire la loro voce e i loro disagi, consumando la schiscetta proprio sotto le finestre del Rettorato.

20221110_124208
Foto 1 di 3
presidio-5
Foto 2 di 3
presidio-7
Foto 3 di 3

Gli studenti chiedono di potere consumare il pasto nelle aule in cui si svolgono le lezioni e, per il futuro, di riqualificare alcuni spazi con tavoli, sedie e forno a microonde per creare degli spazi dedicati. È necessaria inoltre la riapertura della Mensa Centrale EDiSU in Corso Carlo Alberto, chiusa da alcuni anni, così da offrire più pasti a prezzo calmierato agli universitari. Nel caso in cui non arrivassero risposte più concrete e strutturali, gli studenti sono pronti ad intraprendere nuove azioni di proteste, già nei prossimi giorni.

“Quello che chiediamo - conclude Miceli - è che il Rettore e il Direttore Generale comunichino immediatamente al personale di lasciare mangiare gli studenti in aula, con la sola eccezione di eventuali spazi di particolare pregio storico o artistico. D’altronde, in alcuni dipartimenti questo viene già largamente concesso, così come in altri atenei.

Subito dopo il presidio di giovedì, domanderemo infatti di essere ricevuti dal Rettore, al quale chiederemo delle risposte su cosa è successo nella giornata di mercoledì e gli ribadiremo come gli studenti, specialmente quelli più fragili, abbiano bisogno immediatamente di un posto al chiuso per mangiare. Siamo stanchi di aspettare, l'inverno è arrivato e noi veniamo ignorati da due anni".

presidio-6
Foto 1 di 2
presidio-4
Foto 2 di 2
Seguici sui nostri canali