Casa chiusa clandestina addirittura col triage sanitario all'ingresso
Denunciate decine di clienti per violazione della normativa anti Covid: erano disposti a spostarsi anche in Regioni diverse dalla propria pur di raggiungere la casa chiusa.
Dall'inizio della pandemia, quello del sesso è forse il settore più inevitabilmente finito in "contrazione". Ai tempi del Covid, le cronache raccontano a tutte le latitudini esempi d'ogni genere di chi infrange comunque le restrizioni, sia sul fronte della domanda che su quello dell'offerta, ma in generale a prevalere è la prudenza.
Da qui l'idea di un centro massaggi in provincia di Cremona - che in realtà era una casa d'appuntamenti clandestina - per rassicurare i propri avventori: un vero e proprio triage sanitario prima di entrare e usufruire dei servizi delle accompagnatrici.
Casa chiusa col triage sanitario all'ingresso
Erano decine i clienti provenienti dalle province di Cremona, Piacenza, Parma, Lodi, Mantova e Brescia.
Tutti i clienti erano sottoposti a un controllo sanitario prima di poter accedere ai salottini in cui venivano praticati i massaggi erotici. Dopo una rapida valutazione sull’apparente stato di salute del cliente, all’ingresso, e dopo aver ricevuto il denaro, il personale avviava i clienti in un disimpegno, nel quale veniva misurata la temperatura con un termometro digitale.
A quel punto venivano disinfettate le calzature, si chiedeva all’avventore di igienizzarsi le mani e gli si forniva una mascherina, da indossare durante la prestazione. Solo allora poteva entrare nell’area dei “trattamenti”.
Il centro massaggi cinese non era quel che sembrava...
Avevano pensato davvero a tutto: fuori dalla porta d’ingresso della casa d’appuntamento era stata installata anche una telecamera di videosorveglianza, tramite la quale i due gestori monitoravano la presenza sul pianerottolo dei clienti al loro arrivo, sia di eventuali soggetti estranei, al fine di eludere eventuali interventi o controlli di polizia.
Favorita la prostituzione di giovani donne di nazionalità cinese: le ragazze venivano reclutate tramite annunci di lavoro per massaggiatrici, poi venivano segregate in casa e minacciate, nel caso in cui non avessero accettato di prostituirsi, di rimanere senza lavoro, costrette a consegnare i proventi ottenuti (tra i 30 e i 50 euro per prestazione).
In manette un 73enne italiano e una 52enne cinese. I clienti identificati verranno invece denunciati per violazione della normativa anti Covid: erano disposti anche a spostarsi anche in Regioni diverse dalla propria pur di raggiungere la casa chiusa.
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