Proteste boomerang

Ambientalisti sempre più fuori controllo: quadri imbrattati e torta in faccia a re Carlo

Riescono nell'impresa di rendere odiosa una causa sacrosanta.

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La saga delle rimostranze più fastidiose degli ambientalisti - che, intendiamoci, hanno tutte le sacrosante ragioni del mondo di far sentire la propria voce e chiedere dei cambiamenti reali (dovrebbe anzi essere priorità di ciascuno), ma stanno mettendo in atto una serie di proteste il cui unico risultato è quello, boomerang, di far odiare una giustissima causa - si arricchisce di nuovi siparietti. Dalla torta in faccia alla statua di re Carlo III, ai blitz contro le opere d'arte più iconiche del mondo: da Monet a Van Gogh, senza risparmiarci nemmeno gli Uffizi.

Ambientalisti: la torta in faccia a Carlo e il povero Monet

Due attivisti del collettivo ambientalista Just Stop Oil, pochi giorni fa, sono entrati al celebre museo delle cere di Londra, Madame Tussauds, e hanno imbrattato la statua di re Carlo III con due torte in faccia al grido:

"Stop alle nuove licenze e ai nuovi permessi di sfruttamento di gas e petrolio".

Forse non era loro chiaro che il gesto ha creato problemi soltanto al personale delle pulizie che ha dovuto - peraltro - sprecare acqua, energia e prodotti per ripulire.

 

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Questa la rivendicazione:

"Siamo qui perché cerchiamo di proteggere le nostre libertà e i nostri diritti, perché cerchiamo di proteggere questa terra verde e piacevole che è l'eredità di tutti noi. L'anno scorso, alla COP 26 di Glasgow, la regina Elisabetta ha detto: "Il tempo delle parole è passato al tempo dell'azione!
Il suo successore, re Carlo III, sul continuo riscaldamento del nostro mondo, ha detto:
"Stiamo sentendo gli effetti di tutto questo ora, e le catastrofi stanno aumentando con frequenza e intensità terrificanti, causando livelli di danni fisici ed economici senza precedenti."
Nessuna nazione, nessuna regione e nessuna popolazione sarà sottratta dall'impatto dell'insicurezza alimentare, dell'acqua ed energetica, e dalla conseguente insicurezza economica e politica che deriva dalla nostra apparente totale determinazione, letteralmente, a mettere alla prova questo pianeta per estruzione. In ogni settore dell'economia, ci sono soluzioni disponibili ora. Negli ultimi 40-50 anni, sono stato spinto da un desiderio travolgente di non essere confrontato dai miei nipoti — o dai vostri, signore e signori, ai quali mi dispiace altrettanto — pretendendo di sapere perché non ho fatto nulla per impedire che lo fossero ho fatto la coda avvelenato e pianeta distrutto. Ora, ovviamente, ci troviamo di fronte proprio a questi bambini, che chiedono azioni immediate e non solo parole.
La scienza è chiara. La richiesta è semplice: basta fermare nuovi gas e petrolio. È un pezzo di torta."
— Eilidh McFadden, 20 anni, Glasgow e Tom Johnson, 29 anni, Sunderland

Ultima di una lunga serie di provocazioni. Lo scorso 14 ottobre lo stesso collettivo ha lanciato una zuppa di pomodoro alla National Gallery di Londra contro I Girasoli di Vincent Van Gogh, protetto da un vetro, fortunatamente.

Veniamo dunque al 23 ottobre 2022, quando due attivisti di Last Generation hanno imbrattato un dipinto ad olio di Monet con del purè di patate. Paliamo di uno dei capolavori dell’artista francese: Il Pagliaio, esposto al Museo Barberini di Potsdam.

Prendersela con le opere d'arte dev'essere un filone che emoziona da tempo gli ambientalisti, basti pensare al blitz estivo agli Uffizi di tre ambientalisti. Il 22 luglio 2022, i giovani si sono incollati alla celebre Primavera di Botticelli, conservata nel prestigioso museo fiorentino, esponendo uno striscione riportante la scritta "Ultima Generazione No Gas No Carbone".

Anche qui nessun danno all'opera, ma denuncia e daspo cittadino di 3 anni per i protagonisti della protesta.

Gomme dei Suv sgonfiate e arterie stradali bloccate

Gomme sgonfiate dei Suv che rovinano aria e ambiente. A raccontare la nuova frontiera della protesta ecologista declinatasi nella guerra ai Suv, ci ha pensato Prima Torino, con un caso eclatante verificatosi gli scorsi giorni.

L'azione dimostrativa è stata messa in atto nottetempo da un anonimo e alquanto misterioso (non ce n'è traccia né sui social, né in generale sul web) "collettivo" dal nome però decisamente eloquente: "Il collettivo della SUVversiva". Nel mirino, nelle vie del quartiere torinese di Crocetta, gli pneumatici di una ventina di auto "extralarge": Stelvio, Porsche, Jeep, Land Rover, Bmw, Audi.

Sono state sgonfiate le ruote "rivolte" verso i marciapiedi, in modo da non farsi "beccare". Il gruppo ha lasciato sui parabrezza dei "macchinoni colpiti" un volantino che spiega la loro protesta:

"Sappiamo che ti arrabbierai ma non prenderla sul personale, il problema è la tua macchina non tu".

Il foglio sul parabrezza

Precisazione imperdibile per chi, il giorno successivo, aveva necessità di prendere l'auto per andare al lavoro, in ospedale, da un parente, a fare una visita, portare il bambino a scuola e via discorrendo e l'ha ritrovata con le gomme a terra.

E ancora:

"I Suv e le auto di lusso devastano il nostro mondo, esauriscono le risorse e distruggono i mezzi di sussistenza come il clima e l’aria. Vogliamo scusarci per il disagio, ma vogliamo vivere in un mondo libero da siccità e carestie...".

Lo sfogo di un cittadino:

Negli ultimi sei mesi sta dilagando anche la protesta del gruppo "Tyre Extinguishers" che "vanta" oltre 9mila "sgonfiamenti" di gomme di Suv, addirittura 600 in una sola notte.

Per chiudere la carrellata come non menzionare gli ambientalisti che, lunedì 17 ottobre 2022, hanno bloccato il traffico sul grande raccordo anulare di Roma.

Gli attivisti hanno invaso le corsie del raccordo all'altezza del km 10 (uscita centrale del Latte), sedendosi sul manto stradale, con gli striscioni “No gas” e “No carbone”. In pochissimi secondi, ovviamente, si è scatenata la rabbia di tutti gli automobilisti che se li sono ritrovati davanti, infuriati per aver paralizzato il traffico e per non consentire loro di raggiungere i propri luoghi di lavoro.

ATTENZIONE: L'audio contiene un contenuto esplicito che potrebbe turbare la sensibilità personale: siatene consapevoli qualora decideste di abilitarlo.

Risultato: gli ambientalisti sono stati spostati di peso dai lavoratori ai quali hanno sbarrato la strada e sui social, il 90% degli internauti che ha visto la sceneggiata, non ha minimamente prestato attenzione alla causa che i manifestanti difendevano, bensì si è concentrato su quanto abbiano leso il prossimo, con la prepotenza di chi crede di potersi permettere tutto soltanto perché si nasconde dietro a una giusta causa.

Il commento di un internauta ha ben riassunto la reazione delle persone che hanno osservato da spettatori queste azioni:

L'efficacia di una protesta non si misura dalla sua capacità di 'fare casino', di attrarre l'attenzione dei media, di creare problemi generalizzati, di diffondere un messaggio 'colpendo' chi del messaggio dovrebbe essere il destinatario, esasperando delle criticità quotidiane (come quella del GRA) che rendono la vita già abbastanza complicata. L'efficacia di una protesta si misura in "quante persone", che prima non lo erano, riesci a ... portare dalla tua parte, a rendere consapevoli, a partecipare e quindi ad agire. I lavoratori, i cittadini, i romani del GRA non possono essere il bersaglio e le vittime di una protesta perché di quella protesta diventeranno nemici ed oppositori, invece che simpatizzanti e sostenitori. O lo capisci ... oppure sei strategicamente assai stupido".

Insomma, la causa è giusta, è chi ci si ammanta che sta decisamente andando storto.

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