La "stretta" dell'Inps

Oltre 320.000 pensionati devono dimostrare... di essere vivi

Si tratta degli italiani all'estero. In caso di mancata comunicazione stop alla pensione da marzo 2023.

Oltre 320.000 pensionati devono dimostrare... di essere vivi
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Sono 326.000 le pensioni che l'Inps paga a italiani che vivono all'estero. E che hanno tempo fino a fine anno per dimostrare... di essere vivi. L'Istituto nazionale della previdenza sociale ha infatti avviato una "stretta" sulla categoria.

Perché 326mila pensionati devono dimostrare di essere vivi

L'importo delle pensioni pagate all'estero dall'Inps ammonta a 1,4 miliardi di euro. Con un messaggio inviato il 6 settembre 2022, l'Istituto ha illustrato l'iniziativa affidata a Citibank NA, che invierà le richieste di attestazione di esistenza in vita a coloro che risiedono in Europa, Africa e Oceania. 

I moduli andranno consegnati entro il 12 gennaio 2023.

Cosa succede in caso di mancata consegna

In caso di mancata consegna del modulo,  il pagamento della rata di febbraio 2023, laddove possibile, avverrà in contanti presso le agenzie Western Union del Paese di residenza. In caso di mancata riscossione personale o produzione dell’attestazione di esistenza in vita entro il 19 febbraio 2023, il pagamento della pensione sarà sospeso a partire dalla rata di marzo 2023.

 Portogallo e Tunisia le mete preferite

Sono sempre più gli italiani che scelgono di godersi la pensione all'estero, grazie soprattutto a regimi fiscali agevolati. La tassazione più clemente ha creato veri e propri flussi migratori in particolare verso Portogallo e Tunisia, oltre che verso la Spagna.

Secondo  a fondazione Migrantes, dal 2017 al 2021 i pensionati italiani che hanno deciso di spostarsi in Portogallo sono più che triplicati, passando da 994 a più di 3.500. E superano i diecimila se uniti a chi ha scelto la Spagna.

 

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