Ungheria, l'ultima di Orban: le donne dovranno ascoltare il battito del feto prima di abortire
Amnesty International tuona: "Passo indietro in tema di diritti della persona".
Le donne dovranno ascoltare il battito del feto prima di abortire. E' l'ultima, in ordine di tempo, disposizione emanata in Ungheria dal presidente Viktor Orban (nella foto).
Il provvedimento, emanato attraverso un Decreto, entrerà in vigore da domani, giovedì 15 settembre 2022, e già si sta sollevando un polverone.
Aborto, le donne dovranno ascoltare il battito del feto
La decisione è stata presa nelle scorse ore dal Governo ungherese e l'intenzione dell'esecutivo guidato da Orban è sensibilizzare le donne, potenziali future mamme, al tema dell'aborto e dell'interruzione della gravidanza.
Da qui appunto il provvedimento di far ascoltare loro il battito del feto, a testimonianza di un segnale di vita che si va con l'aborto a interrompere.
Quello di ascoltare il battito del feto diventerà dunque un passaggio "morale" e "burocratico" necessario prima delle attivazioni delle procedure per l'aborto.
Il provvedimento del Governo, le inevitabili polemiche
Ma come era prevedibile, stanno già montando le polemiche. Anche alla luce del fatto che l'aborto in Ungheria è consentito addirittura dal 1953.
Varie associazioni, tra cui in primi linea Amnesty International, vedono il Decreto voluto da Orban un "passo indietro in tema di diritti della persona".
Il calo di natalità, il Decreto sul battito del feto
Il Governo però in questi ultimi, come avviene in larga parte d'Europa (e in maniera decisamente preoccupante anche in Italia) è alle prese con il problema sempre più attuale del calo demografico delle nuove nascite.
Del resto, non è la prima volta che l'Esecutivo di Orban si trova ad affrontare la questione e a cercare di trovare qualche soluzione.
Basti pensare che nel 2019 le donne con quattro figli erano state esentate da tutte le tassazioni e misure tributarie personali.
La difesa della parlamentare di Destra
Nel frattempo, Dora Duro parlamentare della Destra ungherese ha difeso senza mezzi termini il Decreto approvato dal Governo:
"Servirà a fare informazione sull’impatto dell’atto che si sta compiendo: molte persone credono che un feto sia soltanto un grumo di cellule".