L'intervista

Letizia Moratti in visita nella sede Netweek: "Sono a disposizione di tutti i cittadini lombardi"

Si è parlato delle prospettive politiche nel prossimo futuro, ma anche di quanto è stato fatto dall'insediamento in Regione...

Letizia Moratti in visita nella sede Netweek: "Sono a disposizione di tutti i cittadini lombardi"
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Oggi, giovedì 8 settembre 2022, il Vicepresidente di Regione Lombardia, Letizia Moratti, ha fatto visita alla sede centrale del nostro gruppo editoriale Netweek. Dopo il saluto dell'Amministratore delegato Alessio Laurenzano, l'assessore regionale alla Sanità è stata intervistata dai due direttori editoriali Isabella Preda e Sergio Nicastro. Tanti i temi affrontati: dai momenti difficili e dolorosi dei primi giorni di incarico, nel pieno della pandemia, al futuro politico post-elezioni, ma si è anche tracciata una panoramica degli interventi realizzati in Regione, per arrivare anche a toccare qualche prospettiva per i prossimi anni, per raccogliere le sfide del futuro.

Letizia Moratti in visita nella sede Netweek: "Sono a disposizione di tutti i cittadini lombardi"

Ha accettato un ruolo difficile e delicatissimo, quello di assessore regionale al Welfare in Regione Lombardia, in un momento assai drammatico. Lo ricorderemo tutti per molto tempo quel 2021 segnato da una fase molto acuta della pandemia Covid. Da quei giorni, era il mese di gennaio, Letizia Moratti è scesa in campo e ha realizzato alcune modifiche essenziali nell'apparato regionale della Sanità. Un percorso, tecnico e politico, che non si è ancora concluso, ovviamente, ma che alla luce delle prossime elezioni politiche può rappresentare un po' uno spartiacque, nel panorama del Centrodestra. La domanda, insomma, centrale nel dibattito politico, è se lei, l'attuale Vicepresidente, intende presentarsi e candidarsi alla guida della Regione alle prossime elezioni. E con chi...

"Io ho sempre accettato delle posizioni da tecnico - ha spiegato - l'ho fatto da presidente della Rai, come ministro, in lista civica... Ho sempre lavorato mettendomi a disposizione dei cittadini. Ho lavorato anche molto bene con governi di altri "colori". Quando ero in Rai, per esempio, dopo il secondo governo Berlusconi ci fu il governo Dini. E anche da sindaco di Milano, uno degli impegni più significativi è stato quello di candidare Milano per Expo, in collaborazione stretta con il governo Prodi. Insomma ritengo che il mio compito sia di essere a disposizione per ascoltare tutti i problemi. Al di là dei colori o delle appartenenze. Questo si deve fare. La collaborazione istituzionale è la mia bussola. In regione, per esempio, lavoro molto con i sindaci, che sono quasi tutti di centrosinistra. Ho dato la mia disponibilità per dare un contributo alla regione, perché spero possa tornare a essere una locomotiva del Paese. Ci sono nuove sfide, energie rinnovabili, criticità, siccità, gestione e organizzazione dei trasporti. E poi le olimpiadi. Penso di poter dare il mio contributo".

Questo, in poche parole, non fa che confermare quanto già si era inteso sull'idea che il numero due di Regione Lombardia ha del ruolo istituzionale e della politica. Non tanto adesione asettica, quanto possibilità per mettere a disposizione della collettività le proprie competenze. Visione, questa, che non annulla dunque la possibilità di un "futuro" tra le fila di qualche altro partito... Ma al momento non vi è alcuna conferma o smentita. C'è solo prudenza nel parlare di orientamenti politici a poche settimane dal voto.

"In questo momento - ha continuato - per rispetto nei confronti di chi deve votare alle politiche, sia dei cittadini che dei politici, non vorrei affrontare questo discorso. Io ritengo di poter dare un contributo e se ci sono stati degli apprezzamenti da parte di altri partiti o movimenti, questo mi fa piacere. Credo che siano il segnale di una attestazione rispetto a una modalità di lavoro che cerco di portare avanti. Un modo di lavoro che guardi a tutti i cittadini. Fanno piacere, poi, anche gli apprezzamenti che arrivano da altri mondi rispetto alla politica. E' la testimonianza concreta di un impegno che funziona. Ed è importante per me cogliere questi apprezzamenti".

I primi "passi" da assessore al Welfare, in una Lombardia piegata dal Covid, sono stati assai dolorosi. Perché in quel momento, una scelta, ha fatto la differenza, in qualche caso, tra la vita e la morte delle persone. Ma la sfida accettata proprio nel mese di gennaio del 2021 è anche stata una dimostrazione di coraggio e responsabilità. Ora, forti di quel bagaglio, si pensa al futuro. E alle prossime sfide.

"Ho iniziato in piena pandemia ed è stato difficile - ha chiarito - Quando ho accettato l'ho fatto pensando di mettere a disposizione le mie esperienze manageriali. I primi mesi sono stati difficilissimi... Prendere una decisione voleva dire aiutare persone in situazioni di estrema fragilità. Da un lato c'era la vita, dall'altra la morte. Sono stati mesi molto dolorosi. La modifica della piattaforma digitale, tuttavia, ha rappresentato un vero e proprio cambio di passo. E la mia esperienza mi ha portato a capire che quel cambio andava fatto. Abbiamo tentato di trasferire la voglia di riscatto nel nostro lavoro, facendo leva sulle caratteristiche intrinseche del popolo lombardo. Quello che è emerso è stata una disponibilità straordinaria di tutto il personale sanitario ad ogni livello che si è dimostrato essere un vero e proprio esercito del bene. Tre i punti cardini del mio operato: spingere sul piano vaccinale, approvare la legge del potenziamento della sanità territoriale (abbiamo eccellenze in ambito medico ma la sanità territoriale non era capillare al punto giusto) con costi e tempi certi e poi gestire le liste d'attesa.

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