INCREDIBILE, MA VERO

Sessantenne rimane positivo al Covid per 471 giorni

L'uomo in 15 mesi ha ospitato almeno tre versioni geneticamente distinte del virus. Gli studi daranno indicazioni su come si "muove" il virus e in quale direzione.

Sessantenne rimane positivo al Covid per 471 giorni
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Incredibile, ma vero: un paziente oncologico 60enne è rimasto positivo al Covid per 471 giorni. 

E' quanto accaduto a un paziente oncologico degli Stati Uniti risultato positivo al Covid per abbondantemente oltre un anno. Un caso raro e quasi incredibile che è stato descritto recentemente nella letteratura scientifica dal momento che l'uomo ha visto svilupparsi nel suo corpo tre varinti del virus, due delle quali contemporaneamente.

Per quanto un numero ragguardevole non si tratta però di un record. C'è stato un uomo che è stato infatti positivo per 505 giorni.

Positivo al Covid per 471 giorni, tre varianti 15 mesi

In buona sostanza, il paziente (in cura allo Yale New Haven Hospital negli Stati Uniti) non solo è stato infettato dal virus, ma ha affrontato tre varianti Covid in 15 mesi.

Gli esperti se ne sono accorti perché col passare del tempo negli Stati Uniti si era andata praticamente esaurendosi la portata della variante B.157 tranne appunto che nell'ospedale  del New Haven.

E addirittura poco dopo gli esperti sono arrivati alla conclusione la variante era riconducibile a una sola persona, sempre la stessa: appunto un paziente oncologico in cura nella struttura.

Covid, "fotografia" di una vicenda incredibile

E' così emerso che l’uomo infettatosi la prima volta nel novembre del 2020, in 15 mesi ha ospitato almeno tre versioni geneticamente distinte del Covid.

Ma non solo. Ogni versione aveva dozzine di mutazioni e sembrava coesistere nel corpo del paziente.

Un quadro clinico che avrebbe potuto portare a cambiare anche la storia del Covid e delle sue varianti: se si fossero diffusi infatti all’esterno, i tre virus derivanti sarebbero potuti essere nominati come nuove varianti distinte, ma, in questo caso, nonostante l'uomo sia rimasto contagioso nel corso dello studio, le varianti sviluppatesi nel 60enne non si sono mai diffuse all’esterno.

Gli studi degli esperti

Dunque, secondo quanto emerso dagli studi dei ricercatori, si tratta di evenienze rare. In questo senso, gli stessi esperti americani hanno evidenziato nella loro relazione scientifica come decine di ceppi di SARS-CoV-2 siano registrati e monitorati quotidianamente, ma non sempre poi si diffondono creando nuove varianti.

Resta il fatto fondamentale che la ricerca e il lavoro dei ricercatori potrà risultare importantissimo in quella che si prospetta la prossima gestione della pandemia attestato che in Europa e nel mondo si è tornati a vivere la propria quotidianità.

Lo studio di casi rari e particolari potrà rappresentare un valore aggiunto per dare al mondo scientifico indicazioni su come si "muove" il virus e in quale direzione.

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