Calenda molla il Pd: la coalizione di Centrosinistra va già in pezzi
Il leader di Azione lascia la coalizione dopo pochi giorni. Si alleerà con Renzi? Intanto il Centrodestra se la ride.
"Questo matrimonio non s'ha da fare". Così i bravi di don Rodrigo dissero a don Abbondio che Renzo e Lucia non si dovevano sposare. Poi alla fine come tutti sanno i Promessi Sposi manzoniani furono tali. Al matrimonio tra il Pd e Azione, invece, nonostante gli accordi, le parole, le foto con le strette di mano, ci credevano in pochi. E infatti non c'è stato bisogno neppure dei bravi. E' stato il leader di Azione Carlo Calenda a rompere il patto ancora prima del voto.
Calenda rompe col Pd: "Letta poco serio"
E' durato meno di una settimana l'accordo tra Pd e Calenda. Le voci si erano già rincorse nelle ultime ore ed è stato il leader di Azione, nel pomeriggio di domenica 7 agosto 2022, a concretizzarle. Ospite di Lucia Annunziata a Mezz'ora in più, Calenda ha infatti annunciato lo strappo:
"Una delle decisioni più sofferte prese da quando ho iniziato a fare politica", ha detto.
Ma perché rompere ora?
"Negli ultimi giorni c’è stato un crescendo che mi ha dimostrato come sarà la campagna elettorale: non sarà fatta contro la destra, ma demolendo l’area liberale della coalizione. Quando abbiamo fatto quest’accordo avevamo stabilito che un pezzo della coalizione non poteva demolire l’agenda Draghi. E invece da subito hanno bombardato l’agenda Draghi: ci doveva essere una coerenza di linguaggio che è saltata subito. E c’è soprattutto una serie di personalità che gli italiani non possono più vedere".
Chiaro il riferimento all'ala più a sinistra della coalizione (Sinistra italiana e Verdi), che già Calenda aveva dimostrato di "soffrire" (e dall'altra parte il sentimento era reciproco).
Poi l'affondo:
"Questa coalizione del Pd è fatta per perdere, c'era l'opportunità di farne una per vincere. La scelta è stata del Pd e io non posso seguire una strada dove la coscienza non mi porta. Verso Letta c'è delusione per una scelta che potevamo fare, non c'è né animosità né condanna, mi aspettavo un pochino di più da lui".
La reazione del Pd
Nelle ore precedenti l'annuncio, Enrico Letta era detto come fiducioso da ambienti vicini al Pd. "Calenda non può tirarsi indietro ora", era il ragionamento che circolava al Nazareno. E invece è andata proprio così. Ma Letta non perde il suo aplomb, e twitta:
"Noi andiamo avanti nell'interesse dell'Italia. Ho ascoltato Carlo Calenda. Mi pare da tutto quel che ha detto che l'unico alleato possibile per Calenda sia Calenda".
E ora, che succede?
Difficile capire ora cosa cambia. Calenda potrebbe allearsi con Italia Viva (anche se l'unione con Matteo Renzi non è priva di spine), ma anche andare da solo. Nel primo caso qualcuno parla di un gruppo che potrebbe superare il 10%, mentre se Azione si presentasse sciolta potrebbe puntare al 5-6%. Di sicuro c'è che ora Calenda dovrà raccogliere le firme per presentarsi al voto, e non sarà semplicissimo. Ma lui non pare turbato:
"Se dovremo raccoglierle, lo faremo. Se non ce la facciamo, vuol dire che l’offerta era debole. Qualunque cosa di grande comporta un grande rischio".
Nel Centrosinistra, invece, convergerà con ogni probabilità Di Maio.
Chi invece se la ride è il Centrodestra, che ha pure i suoi problemi (Salvini che vorrebbe il Viminale, ma Meloni non sembra molto convinta, e i gruppi centristi che sparigliano i collegi), ma che sono robe di poco conto rispetto al caos nel Centrosinistra. Tanto che Meloni&Co. hanno già iniziato a parlare di programmi. E considerato che partono già con un bel vantaggio (almeno secondo i sondaggi), la giocata calendiana non può che farli sorridere ancora di più.