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Perché Canon e Nikon hanno deciso di non fare più reflex

Si è passati dalle lastre alle pellicole e da queste ai sensori digitali... Ma l'innovazione non si ferma mai

Perché Canon e Nikon hanno deciso di non fare più reflex
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La prima fotografia della storia è stata scattata nel 1826 con un tempo di esposizione di otto ore. Da quel momento in avanti la tecnologia non si è mai fermata e ora siamo di fronte alla fine di un'epoca: le grandi case produttrici stanno dicendo addio alla produzione delle macchine fotografiche reflex. Come mai? Cosa sta succedendo? Cerchiamo di fare chiarezza, prendendola un po' larga per arrivare a cogliere i motivi di tale scelta...

Perché Canon e Nikon hanno deciso di non fare più reflex

Oggi la fotografia è qualcosa con cui tutti abbiamo a che fare. Basta estrarre dalla tasca o dalla borsetta il proprio smartphone, attivare la fotocamera e scattare. E questo lo si deve alla ricerca tecnologica, vero e proprio motore dell'innovazione, che non si è mai fermata. Mai, nemmeno un secondo. Da quel primo scatto datato 1826 a oggi, c'è di mezzo l'infinito. Il primo grande "salto" per arrivare a una democratizzazione della fotografia fu permesso dal passaggio dalle lastre alle pellicole.

L'altro, forse ancora più d'impatto, fu quello garantito dalla nascita dei sensori digitali. Già nel 1975 si iniziarono a studiare le prime fotocamere digitali grazie al contributo essenziale di un ricercatore della Kodak, Steven Sasson. Il risultato fu il primo prototipo di fotocamera digitale con una risoluzione di 0,01 megapixel. Numeri ben diversi da quelli di oggi... La prima fotocamera a uscire sul mercato fu una Sony, nel 1981, ma l'anno della svolta fu il 1991 con la produzione della prima reflex digitale marchiata Kodak, la DCS-100.

A sinistra la mirrorless Canon, a destra la reflex

L'avvento delle fotocamere mirrorless (e degli smartphone)

Da quel momento la corsa al perfezionamento del sistema reflex digitale è stato inarrestabile e i risultati ottenuti sono incredibili. Ma come spesso accade il punto di partenza non corrisponde al punto di arrivo. E allora succede che per perfezionare un progetto, poi, si arrivi a scoprire un "sistema" differente. Per certi punti di vista anche più efficiente.

Stiamo parlando dell'avvento delle fotocamere mirrorless, senza specchio, non reflex, per farla breve.

La prima fotocamera mirrorless è arrivata sul mercato nel 2004 grazie a Epson, la seconda a volersi imporre è stata la Leica con la M8. Anche se, a dirla tutta, è improprio chiamarle mirrorless perché si tratta di fotocamere digitali a telemetro (l'argomento è ampio, non lo affronteremo qui).

Nessuno, forse, però avrebbe mai pensato che queste fotocamere senza specchio sarebbero riuscite a mandare in pensione le rodate reflex. Ma è quanto sta accadendo: Canon e Nikon hanno già annunciato che non svilupperanno altri modelli di fotocamere reflex, si concentreranno solo sul sistema mirrorless. Ma come mai? Partiamo dalle differenze tra i due sistemi.

Reflex vs mirrorless: cosa cambia

La differenza tra i due sistemi fotografici è molto semplice. Le fotocamere reflex utilizzano uno specchio posizionato tra l'obiettivo e il sensore. Lo stesso accadeva quando si utilizzava la pellicola. L'impiego dello specchio fu davvero rivoluzionario quando venne scoperto e venne poi traslato dal mondo analogico a quello digitale. Le fotocamere mirroless, invece, come si intuisce dal nome, non sfruttano lo specchio.

L'immagine arriva direttamente attraverso l'obiettivo al sensore e viene replicata nell'oculare. In questo modo l'immagine che arriva all'occhio del fotografo è esattamente quella che il sensore sta catturando: effettuando delle modifiche, per esempio, queste potranno essere viste in "diretta", in tempo reale, diversamente dalle fotocamere reflex, nelle quali ci si deve affidare più all'esperienza. E questo è già un grande vantaggio rispetto al "vecchio" sistema. C'è poi da dire che senza lo specchio le fotocamere risultano più sottili, più leggere e compatte.

C'è poi un altro aspetto: grazie alla vicinanza del sensore fotografico delle fotocamere mirroless all'attacco dell'obiettivo, è possibile sfruttare (tramite adattatori) praticamente qualsiasi ottica su qualsiasi fotocamera, a differenza delle reflex, sulle quali il tiraggio (distanza sensore ottica) è calibrato a distanze standard per quasi ogni marchio. E ovviamente c'è un risparmio in termini di costi.

1 obiettivo, 2 e 3 lo specchio (che si alza e abbassa al momento dello scatto), 4 il pentaprisma, 5 il mirino con il sistema di messa a fuoco, 6 l'otturatore, 7 il sensore, 8 il diaframma e 9 il percorso della luce.

Cosa ci riserva il futuro?

Dunque siamo di fronte alla fine di un'epoca e stiamo tutti celebrando il rito funebre del sistema reflex, quello che ha garantito alcune tra le fotografie che hanno fatto la storia. Ora è il momento di lasciarsi ispirare dalle nuove tecnologie, dalle fotocamere mirrorless, sfruttarne le loro potenzialità, perché le immagini si fanno di certo con gli apparecchi (che novità!) ma soprattutto con la testa (e le gambe).

A dare il colpo di grazia alle reflex, forse, sono stati anche gli smartphone che hanno raggiunto livelli di assoluta eccellenza nella produzione delle immagini. Dove si arriverà è impossibile dirlo, di certo si aprono nuove sfide e gli strumenti di oggi avranno il compito, come sempre, di raccontare una parte della nostra quotidianità. Non è poi così importante quale penna si usi, in un certo senso, l'importante per i "narratori" è avere qualcosa di cui parlare...

Foto di copertina di archivio

Alessandro Di Mise

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