Elezioni del 25 settembre, rebus candidati: chi ci sarà, chi rischia, chi sarà "trombato"
Il Movimento 5 Stelle alle prese con la "grana" del vincolo di mandato. Tanti "big" rischiano di salutare Roma. Non va meglio a Lega e Forza Italia.
Elezioni del 25 settembre, rebus candidati: chi ci sarà, chi rischia, chi sarà "trombato". E' una partita non di poco conto quella che si trovano ad affrontare i partiti. Anche perché i posti saranno oltre trecento in meno.
Prima ancora di trovare la definitiva quadra sui programmi elettorali da depositare, il nodo da sciogliere per praticamente tutte le compagini politiche, e non certo indolore, sarà arrivare alla composizione definitiva delle liste dei candidati.
E tra tutti, l'impegno più difficoltoso è per il Movimento 5 Stelle alle prese con l'ulteriore "grana" del vincolo del secondo mandato per i suoi parlamentari.
Liste dei candidati, come ci organizza con la legge elettorale
Fatta eccezione per Fratelli d'Italia e Pd, praticamente tutte le realtà politiche devono fare i conti con l'incertezza del risultato elettorale e l'erosione del consenso (M5S, Lega e Forza Italia su tutti), mentre tutti indistintamente dovranno "fare i conti" (nel vero senso della parola) con la cura dimagrante cui verrà sottoposto il Parlamento in questa nuova tornata elettorale.
Una tornata elettorale che vedrà impegnati con il vento in poppa Fratelli d’Italia e Partito Democratico, mentre Lega, Movimento 5 Stelle e Forza Italia sono chiamati a dare segnali di riscossa.
Ci saranno poi Liberi e Uguali, Noi con l’Italia, Coraggio Italia, +Europa-Centro Democratico e Italia Viva: tutte queste formazioni non dovranno raccogliere le 73.500 firme necessarie per presentarsi nei collegi della Camera e le 39mila per il Senato.
Il gioco delle alleanze
La legge elettorale del "Rosatellum" impone, specie alle compagini più piccole, alleanze: ecco allora quella tra Azione e +Europa, tra Verdi e Sinistra Italiana, mentre Articolo 1-Mdp dovrebbe rientrare nell'orbita Pd.
Dovrebbe optare per un'alleanza in area moderata anche Italia Viva di Matteo Renzi e così pure Insieme per il futuro di Luigi Di Maio.
Correrà invece da solo, pare irrimediabilmente scaricato dal Partito democratico, il Movimento 5 Stelle.
Il Movimento 5 Stelle e la "grana" del secondo mandato
Oltre alla criticità del consenso ridotto e del taglio dei parlamentari, il Movimento 5 Stelle in vista del 25 settembre e l'appuntamento delle urne non si farà mancare nulla perché entro breve tempo in un modo o nell'altro dovrà risolvere la questione del secondo mandato.
Si derogherà ancora come era già stato fatto per la "prima avventura" in Parlamento o questa volta davvero i più "navigati" dovranno automaticamente farsi da parte?
In queste ultime ore, l'ennesima presa di posizione di Beppe Grillo, contrario a una deroga, sembrerebbe lasciare poco spazio a dubbi e dibattiti, ma il condizionale è d'obbligo. Tanto più che tiene sempre banco la possibilità di una "mini deroga" per un 10% della rappresentanza parlamentare.
M5S, per chi finisce la "corsa"
Se la linea di Grillo rimanesse salda concluderebbero la loro avventura in Parlamento - tra gli altri - il presidente della Camera Roberto Fico. Con lui anche il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, l’ex ministro della Sanità, Giulia Grillo, l’ex titolare delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Riccardo Fraccaro e l'ex coordinatore del movimento Vito Crimi.
I candidati, chi ci sarà, le prime indiscrezioni
Silvio Berlusconi come annunciato da lui stesso in Tv correrà per un posto al Senato dove sogna di fare il presidente (se non addirittura il presidente del Consiglio).
Anche il presidente del M5S Giuseppe Conte sarà in corsa per il Senato. Gianluigi Paragone sarà il candidato presidente del Consiglio di Italexit, mentre Marco Rizzo dovrebbe essere il capolista per Uniti per la Costituzione.
In Campania, al Senato promette scintille la sfida tra Mara Carfagna (in Forza Italia o con un altro partito) e il dem Piero De Luca, figlio del vulcanico Vincenzo, presidente della Regione.
Sempre in Campania, si parla anche della candidatura di Marta Fascina, la compagna di Berlusconi, a Montecitorio, nel listino del proporzionale dove non dovrebbe avere problemi.
Nel Lazio, il Pd con i seggi ridotti, deve fare i conti con la presenza di una nutrita schiera di big: Matteo Orfini, Marianna Madia, Monica Cirinnà, Andrea Casu, Cecilia D'Elia, Nicola Zingaretti, Michela Di Biase, Gianni Cuperlo.
L'erosione di voti Lega e Forza Italia vedrà Salvini e Berlusconi dover affrontare scelte dolorose: a molti candidati che non troveranno più posto a Roma verrà prospettata l'ipotesi delle Regionali (Sicilia, Lombardia, Lazio e Piemonte) e addirittura delle Comunali nei vari territori di appartenenza, se in programma.
Fratelli d'Italia vedrà invece confermati Ignazio La Russa e Daniele Santanché al Senato, Marco Osnato alla Camera, Paola Frassinetti, Alessio Butti, Giampietro Maffoni al Senato.
Dovrebbe tornare a Roma Lara Magoni (attualmente assessore al Turismo in Regione Lombardia), mentre sempre in Regione vorrebbe (e dovrebbe) rimanere Riccardo De Corato.
New entry nella corsa al Parlamento dovrebbero essere poi Rosario Mancino (coordinatore di Fdi a Monza e Brianza), Fabio Raimondo e Andrea Tremaglia, coordinatore provinciale a Bergamo.