Draghi ha dato le dimissioni, ma Mattarella le ha respinte (e lo manda alle Camere)
Il premier: "Non ci sono più le condizioni per realizzare il programma di governo".
Il premier Mario Draghi come aveva annunciato durante il Consiglio dei ministri tenutosi alle 18.15 di oggi, giovedì 14 luglio 2022, ha consegnato le sue dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il Capo dello Stato (prossimo a una trasferta ad Algeri) le ha però respinte e di fatto rimandato il presidente del Consiglio davanti alle Camere.
La nota del Quirinale
Questa la nota del Quirinale dopo il confronto (pare anche piuttosto duro) tra Mattarella e Draghi:
"Il Presidente della Repubblica non ha accolto le dimissioni e ha invitato il Presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata a seguito degli esiti della seduta svoltasi oggi presso il Senato della Repubblica".
Draghi incontra la presidente del Senato Casellati
In questo momento, alle 20,32, è appena iniziato il colloquio tra il premier e la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Le reazioni opposte, Brunetta e Meloni
Poco fa invece il ministro alla Pubblica Amministrazione Renato Brunetta è stato categorico:
"Dobbiamo convincere Draghi a ripensarci".
Ma c'è chi, fedele al propria posizione in Parlamento, ha un solo pensiero in testa come la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni:
"Con le dimissioni di Draghi per Fratelli d’Italia questa legislatura è finita. Questo Parlamento non rappresenta più gli italiani. Daremo battaglia affinché si restituisca al popolo italiano quello che i cittadini di tutte le altre democrazie hanno: la libertà di scegliere da chi farsi rappresentare. Elezioni subito".
Draghi in Cdm annuncia le dimissioni
"Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia.
Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più - ha detto il premier in Cdm - Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia".
Le ultime ore convulse di questo pomeriggio
Il motivo che ha spinto il premier a compiere un passo indietro risalire a qualche ora prima: il governo, infatti, ha ottenuto la fiducia a palazzo Madama sul "dl Aiuti" (i sì sono stati 172, i no 39, nessun astenuto), ma i senatori del M5s, come annunciato, sono usciti dall'Aula (i Cinque stelle però avevano comunque manifestato in aula la disponibilità a sostenere il governo).
Il premier Mario Draghi ha lasciato il Senato ed è salito al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il faccia a faccia è durato poco meno di un'ora. Il presidente del Consiglio ha fatto poi rientro a Palazzo Chigi.
La posizione del Movimento 5 Stelle
Il leader Giuseppe Conte aveva giustificato la scelta del Movimento così:
"Il M5s ha dato sostegno a questo governo sin dall'inizio con una votazione" e i con i "pilastri della della transizione ecologica e della giustizia sociale. Se poi si crea una forzatura e un ricatto per cui norme contro la transizione ecologica entrano in un dl che non c'entra nulla, noi per nessuna ragione al mondo daremo i voti. Transizione ecologica e urgenza della questione sociale adesso esplosa: o ci sono risposte vere, strutturali e importanti opporre nessuno può avere i nostri voti".
Le posizioni dei partiti della maggioranza
In seno alla maggioranza, il segretario nazionale del Pd Enrico Letta ha chiedeva per l'interesse del Paese che il governo Draghi andasse avanti.
Anche Matteo Renzi di Italia Viva ha rivolto un appello a Draghi affinché il governo andasse avanti.
Secondo Primo Di Nicola, capogruppo di Insieme per il futuro (il partito di Luigi Di Maio), "chi segue gli interessi di partito gira le spalle al Paese".
Fratelli d'Italia ha sollecitato il ritorno alle urne. La posizione della Lega invece è che se mancano le condizioni si debba tornare a votare. Forza Italia auspicava infine una nuova maggioranza di governo, senza i grillini.