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Cane muore per il caldo: padrona minacciata di morte (ma che fosse chiuso in macchina lei non lo sapeva)

Pensavano di averlo lasciato a casa con il condizionatore acceso. Invece l'animale era nel bagagliaio.

Cane muore per il caldo: padrona minacciata di morte (ma che fosse chiuso in macchina lei non lo sapeva)
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Cane muore in auto sotto il sole mentre i padroni sono in piscina al fresco. Sembrava un'altra drammatica storia causata dalla leggerezza e dall'incoscienza quella accaduta nei giorni scorsi a Verona. Invece si è trattato di un'assurda fatalità. I padroni, infatti, non sapevano che il loro cucciolo si trovava nel bagagliaio.

Cane muore in auto sotto il sole a Verona

Come  raccontato da Prima Verona,  un cane è stato trovato morto, lasciato in auto sotto un sole cocente. Un episodio sconcertante, che ha indignato profondamente. Tanto che sui social network si è scatenato il finimondo, con  insulti a non  finire contro i padroni dell'animale. La vicenda, però, ha un'origine del tutto casuale e alla luce delle novità emerse nelle ultime ore i padroni dell'animale sembrerebbero del tutto innocenti e - a loro volta - vittime della tragica fatalità.

 Il ritrovamento e i soccorsi

I fatti risalgono a lunedì 27 giugno 2022 e la drammatica storia ha avuto una vasta eco nazionale. Nel tardo pomeriggio  è stato un passante a notare un cane di razza Rhodesian Ridgeback agonizzante chiuso all’interno di un’auto, sotto al sole e con i finestrini chiusi.

Immediata la chiamata alla Polizia locale che è giunta al parcheggio di una piscina di Verona. Gli agenti cercato disperatamente di salvare l'amico a quattro zampe: hanno rotto il finestrino con un estintore e  hanno estratto il cane, lo hanno adagiato all’ombra e gli hanno spruzzato dell’acqua sul muso nel tentativo di riuscire ad abbassargli la temperatura.

L'arrivo della padrona

Tentativi di soccorso che si sono rivelati inutili. Il cane è morto poco dopo. A quel punto la direzione della piscina ha diramato un annuncio con l'altoparlante e poco dopo nel parcheggio del centro natatorio si sono presentati i padroni dell'animale, scoppiati in lacrime per l'accaduto.

Come ha spiegato l'avvocato della coppia Alessandro Avanzi, infatti,  non sapevano che il cane fosse nel bagagliaio.

La fatalità e l'odio social

Il legale, infatti, ha spiegato che la coppia, prima di andare in piscina, aveva portato il cane a fare una passeggiata e poi era convinta di averlo lasciato a casa, tanto da lasciare l'impianto di condizionamento dell'abitazione acceso. E lo shock nel vedere che invece si trovava nella vettura trasformatasi in un "forno", è stato fortissimo.

Un dolore acuito anche dalle centinaia di commenti shock apparsi sui social network in coda ai vari articoli che raccontavano la notizia. C'è stato anche chi ha minacciato di morte la coppia.

Anche il veterinario dell'Ulss ha confermato che non ci sarebbe dolo. E la questione cambierebbe anche dal punto di vista legale. Se infatti venisse appurato che l'animale è stato lasciato scientemente in auto, scatterebbe la denuncia per    maltrattamento secondo l’articolo 544 bis, con l'aggravante del decesso, che prevede pene sino a 2 anni. Se invece fosse confermata la versione dei padroni dell'animale, allora la questione sarebbe completamente differente.

I precedenti di questi giorni

Come detto, il caldo di questi giorni e la leggerezza delle persone ci hanno portato a raccontare altre storie simili, fortunatamente a lieto fine.

Come a Bologna dove una coppia aveva lasciato la figlia di 3 anni in auto a dormire sotto il sole mentre loro erano in un parchetto poco distante a fare un picnic. Quando sono arrivati i Carabinieri la coppia ha raccontato di essere poco distante e di controllare periodicamente la situazione della figlia (peccato che questa piangesse già da alcuni minuti). Una giustificazione che non è servita a evitare una denuncia a entrambi.

O come a Giussano, in provincia di Monza dove un maresciallo dei Carabinieri, fuori servizio, ha salvato una bambina neonata era rimasta accidentalmente chiusa in una macchina. Qui però non si era trattato di negligenza da parte della mamma, che anzi era stata la prima a lanciare l'allarme.

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