Siamo alla follia: niente calciobalilla in spiaggia. E' equiparato ai videopoker
La norma vale anche per gli oratori. Se vi state giocando una birra con gli amici sono guai...
Siamo tutti d'accordo: il gioco d'azzardo è una piaga che rischia di mettere tante famiglie sul lastrico. Ma qui probabilmente si sta esagerando. Perché ora al videopoker vengono equiparati anche il calciobalilla in spiaggia e i flipper, simbolo dell'estate, che potrebbero essere vietati.
Niente calciobalilla e flipper: sono come i videopoker
No, non stiamo scherzando. E' l'ultima follia burocratica di questo Paese ed è già in vigore da qualche settimana, anche se non se ne è ancora parlato. In sostanza si tratta degli effetti di un decreto dell’Agenzia delle dogane entrato in vigore a maggio e che equipara anche questo genere di intrattenimento al videopoker.
Peraltro gli effetti si sono già visti: in Puglia alcuni gestori di stabilimenti sono già stati multati (il poco invidiabile primato è toccato a un lido di Margherita di Savoia), mentre in Toscana hanno giocato d'anticipo togliendo le apparecchiature. Anche perché la sanzione non è mica da ridere: può arrivare fino a 4.000 euro.
Ma perché?
La domanda è legittima e condivisibile: perché? Il decreto stabilisce che tutte le apparecchiature per il gioco installate in locali pubblici devono essere provviste di un nulla osta e di un certificato identificativo. A chi tocca l'incombenza della certificazione? Naturalmente al gestore.
Ed è la stessa Agenzia delle Dogane a specificare che la norma si applica a calciobalilla, carambole, biliardi, dondolanti per bambini, tavoli da ping pong. Il succo della vicenda è che questi giochi "azionati a gettone" rispondono a caratteristiche tecniche che li equiparano ai videopoker, con l'obiettivo di certificare che escludano vincite in denaro che farebbero scattare le norme sul gioco d'azzardo. Insomma, se con tre amici giocate al calcetto e dite "chi perde paga la birra" siete fuorilegge...
La politica si ribella
La norma è stata più volte prorogata e alla fine è entrata in vigore con le già citate multe. Ma la politica (che alle volte comprende come la realtà sia distante dalla burocrazia) si è mossa. La parlamentare di Forza Italia Maria Paola Binetti ha presentato un'interrogazione sostenendo che la norma sia difficile da interpretare e applicare
Anche perché la regola andrebbe applicata a tutte le strutture. E dunque, se state giocando a ping pong all'oratorio potrebbe arrivare un funzionario statale a farvi interrompere la partita e a multare il parroco. E non fatevi sentire a dire "chi perde paga"...
La nota dell'Agenzia
La polemica è diventata virale tanto che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è intervenuta con una nota che dice che in realtà nulla è cambiato.
"Nelle ultime ore, nessuna nuova regolamentazione è intervenuta per modificare la normativa di settore già esistente. I biliardini, come sempre, potranno essere liberamente installati in tutti i luoghi aperti al pubblico in continuità con le regole del passato e secondo le modalità già previste. Una norma del 2012 ha inserito i biliardini fra quegli apparecchi le cui caratteristiche devono essere disciplinate da interventi ministeriali: ciò con l’intento di garantire la sicurezza dell’esercizio. A titolo esemplificativo per comprendere l’utilità dell’intervento tra i diversi documenti che il produttore deve presentare per la commercializzazione del prodotto sono presenti anche quelli che garantiscono gli standard di sicurezza dei giocatori previsti dalle normative europee. Queste regole valgono naturalmente solo nei luoghi aperti al pubblico e non per la vendita di biliardini a privati. Un intervento normativo del 2020 ha consentito all’Agenzia di intervenire come ente di regolazione. Conseguentemente, nel 2021, nei mesi di maggio e giugno, sempre per salvaguardare i biliardini già installati nei luoghi aperti al pubblico ed evitare che una norma inapplicata del 2012 portasse a centinaia di sequestri su tutto il territorio nazionale, l’Agenzia ha adottato regole semplificate di autodichiarazione che non prevedono più una autorizzazione ma un semplice nulla osta. Sotto l’aspetto tributario, tali apparecchi sono assoggettati, da oltre venti anni, all’imposta sugli intrattenimenti. Anche in questo caso, nulla è cambiato con la nuova regolamentazione".