COMPARTO IN CRISI

Il pellet non si trova: difficoltà di approvvigionamento e prezzi alle stelle

Gli scarti della lavorazione del legno con cui vengono prodotti provengono da Russia, Ucraina e Bielorussia... Ma ci sono anche altri due motivi.

Il pellet non si trova: difficoltà di approvvigionamento e prezzi alle stelle
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Siete riusciti a far rifornimento di pellet? Beati voi. Perché proprio in giro non si trova. C'entra la guerra in Ucraina, naturalmente, e chi (come una brava formichina) era abituato già in estate a far approvvigionamento per l'inverno, se ne è già reso conto. Quindi, meglio non pensare a quello che potrà accadere a inizio autunno...

Pellet, che crisi: prezzi alle stelle e meno disponibilità

L'aumento del gas non vi preoccupa particolarmente perché per il riscaldamento di casa avete la stufa a pellet? Non potete comunque dormire sonni tranquilli. Perché anche il pellet sta affrontando un crisi fatta di difficoltà di reperimento dei materiali e aumento dei costi.

Prezzi pressoché raddoppiati rispetto allo scorso anno, costi per i rivenditori  in aumento anche  fino al 40 per cento e disponibilità del materiale nella prossima stagione inferiore del 25-30 per cento rispetto agli anni precedenti. Sono questi alcuni numeri che descrivono la situazione critica che sta vivendo il mercato del pellet in Italia.

A tracciare un quadro della situazione, aggiornata ad aprile, è Aiel, Associazione italiana energie agroforestali (QUI IL REPORT COMPLETO).

  • Al Nord-Ovest per i sacchetti da 15 chili si va da un minimo di 4,94 euro (se siete fortunati) fino a un massimo di 8,05 euro (più comunemente)
  • Prezzi simili al Nord-Est (da 4,62 fino a 8,88)
  • Più economico il mercato al Sud e al Centro, mentre nelle isole si arriva fino a 9,52 euro a sacchetto.

In media in tutta Italia si va da un aumento di un euro al sacchetto sino a 1,50. Una cifra apparentemente non clamorosa, ma parliamo comunque del 20%.

I DATI FERMI AD APRILE:

 

La situazione è peggiorata due mesi dopo, i prezzi continuano a crescere.

Perché è presto detto: la difficoltà ad approvvigionarsi del prodotto.

Perché il pellet non si trova: come per il gas...

I motivi? Siamo nello stesso campo da gioco di quella del gas... la crisi energetica sta intaccando il nostro assetto socio-economico su tutti i livelli.

#1

L'Italia, che è il maggior consumatore europeo per uso residenziale, importa praticamente il 90% del prodotto dall'estero. Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria e Croazia sono i maggiori fornitori: Paesi non direttamente coinvolti nella guerra, ma gli scarti della lavorazione del legno con cui vengono fatti i pellet provengono invece proprio da Russia, Ucraina e Bielorussia.

#2

Ad aggravare ulteriormente la situazione c'è la crescita della richiesta interna nei Paesi esportatori, che dunque hanno minore disponibilità di distribuzione all'estero. E anche in Italia la domanda è aumentata in maniera esponenziale. 

Molti italiani, a causa degli aumenti del gas, hanno recentemente deciso di organizzarsi con le stufe a pellet, aumentando dunque la domanda del prodotto.

#3

Senza contare poi l'aumento dei costi del trasporto con i carburanti alle stelle, che influiscono come sempre sul prezzo finale.

Occhio alle truffe: dai siti farlocchi al pellet contraffatto

Come sempre, in momenti di crisi e difficoltà, c'è chi ci marcia. Non si contano i tentativi di truffa.

Per esempio, partendo dalla denuncia di due persone in Sardegna è stata infatti scoperta di recente un'organizzazione formata da una quarantina di persone - tutte denunciate - che aveva creato numerosi siti Internet farlocchi (almeno una trentina sono stati oscurati) con nome e ragione sociale di aziende inconsapevoli sui quali rivendevano a prezzi vantaggiosi scorte di pellet.

Una volta pattuito il prezzo,  si facevano saldare la merce mediante bonifici bancari, senza mai spedire quanto acquistato. E' stato calcolato che il giro d'affari ha fruttato circa 200.000 euro.


E proprio oggi, mercoledì 22 giugno 2022, le Fiamme Gialle di Verona hanno scoperto tre aziende truffaldine che operavano in assenza delle autorizzazioni per le emissioni in atmosfera; per una di esse l’attività di produzione di pellet era esercitata in maniera completamente abusiva.

Marchi distintivi falsi o contraffatti, mancate informazioni sulla composizione e sulla resa del pellet: alla fine sono stati sequestrati tre impianti di produzione di pellet, circa 52 tonnellate di materiale già, confezionato in migliaia di sacchi e pronto per la vendita, 62 quintali di segatura destinata a essere impiegata negli impianti di produzione.

Non è finita: gli esami chimici svolti sui prodotti in sequestro hanno portato alla luce anche la presenza di tracce di plastica.

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