Cibo, luce, gas: prezzi alle stelle. La classifica delle città con gli aumenti più pesanti
Due graduatorie stilate dall'Unione Nazionale Consumatori, elaborando gli ultimi dati Istat del mese di maggio.
Gli aumenti dei prezzi sull'energia e sugli alimenti, dovuti prima alla pandemia da Covid-19 e poi dalla guerra tra Russia e Ucraina, sono diventati una crudele realtà dei fatti della nostra quotidianità. Da Nord a Sud della Penisola non c'è alcuna regione italiana che è riuscita a salvarsi dai rincari: per quanto riguarda cibo e bevande, a maggio, in Italia i prezzi sono saliti del 7,4% su base annua, determinando una stangata pari in media a 417 euro a famiglia (514 euro per una coppia con un figlio, 569 euro per una coppia con due figli e ben 680 euro per una coppia con 3 o più figli). Molto peggio è andata, invece, per luce e gas dove gli incrementi, sempre riferiti a maggio, sono stati del +64,7%, un dato astronomico che ha impattato sulle famiglie addirittura con 872 euro in più in media su base annua.
Il tragico scenario dei rincari di cibo, luce e gas è stato messo in chiaro da uno studio compiuto dall'Unione Nazionale Consumatori, la prima associazione di difesa dei consumatori in Italia. L'indagine portata avanti dall'UNC, tuttavia, è andata ben oltre rispetto al semplice quadro generale: elaborando i dati Istat dell'ultimo mese appena trascorso, il rapporto è riuscito a stilare una doppia classifica delle città con i maggiori rincari annui previsti per quanto riguarda il settore degli alimenti e quello dell'energia.
Rincari su cibo e bevande: dove costano di più
A livello generale, nella nostra Penisola, i rincari su cibo e bevande, nel mese di maggio, sono oscillati da un +4,7% come dato minimo, ad un +11,1%, come massimo. Secondo lo studio dell'Unione Nazionale Consumatori, a guidare la classifica degli aumenti dei prezzi sugli alimenti è Catania, seguita da Imperia con un incremento dei prezzi dell'11% e un aggravio annuo pari a 589 euro, e da Sassari con +10% che chiude questo podio negativo.
A completare la top 10, invece, troviamo le seguenti città italiane: Palermo (+9,9%), Teramo (+9,6%), Cosenza (+9,5%), Ascoli Piceno (+9,3%), Trento, Gorizia, Pescara e Messina (tutte con il 9,2%). In fondo alla graduatoria, sorprendentemente, c'è proprio Milano che, rispetto a maggio 2021, ha visto salire i prezzi degli alimenti e delle bevande "solo" del 4,7%.
A livello regionale:
- In Lombardia: Brescia +7,5%, Pavia +6,9%, Lecco +6,3%, Bergamo +5,9%, Cremona +5,5%, Lodi +5,3%, Como +5,2% e Mantova +5%.
- In Piemonte: Vercelli +8%, Alessandria +7,8%, Torino +6,6%, Biella +6,1%, Novara +6% e Cuneo +5,5%.
- In Veneto: Padova +8,8%, Verona +8,5%, Rovigo +7,8%, Vicenza +7,4%, Belluno +7,2%, Treviso +7,1% e Venezia +6,7%
- In Liguria: Imperia +11%, La Spezia +7,7% e Genova +7,3%
Stangata su luce e gas: i rincari sull'energia
Rispetto a cibo e bevande, l'oscillazione dei rincari sull'energia, in Italia, ha avuto una variazione ben più maggiore: andiamo da un minimo di 51,6%, a una massimo di 112,9%. A guidare questa problematica classifica troviamo al vertice Bolzano, seguita da vicino da Trento dove i prezzi di luce e gas si sono innalzati del +109,2%. Sul terzo gradino del podio una città lombarda: Lodi ha visto incrementi per un +79,8%. Seguono, tuttavia, tutte i capoluoghi di provincia della stessa Regione: Milano +78,2%, Varese +78,1%, Cremona +77,4%, Lecco +76,8%, Bergamo +76,6%, Brescia e Mantova (entrambe a +76,5%), Pavia (+76,4%) e Como (+76,2%). Chiudono questa graduatoria città del Sud-Italia come Sassari (+51,6%), Reggio Calabria (+52,1%), Cagliari e Napoli (+53,2% per entrambe).
A livello regionale, esclusa la Lombardia perché tutti i dati sono stati precedentemente citati:
- In Piemonte: Alessandria +59,6%, Vercelli +59,2%, Biella +59,2%, Cuneo +59%, Torino +58,4% e Novara +57,7%.
- In Veneto: Vicenza +65,8%, Verona +64,9%, Treviso +64,3%, Belluno +64,2%, Padova +63,8% e Venezia +63,6% e Rovigo +62,1%
- In Liguria: Imperia +59,2%, Genova +58,1% e La Spezia +57,8%