siccità eccezionale

In Italia più di 100 Comuni chiedono di razionare l'acqua

Piemonte e Lombardia valutano misure straordinarie per evitare sprechi.

In Italia più di 100 Comuni chiedono di razionare l'acqua
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Lo spettro del razionamento dell'acqua (anche potabile) aleggia sull'Italia, e in particolare sul Nord. Già da qualche settimana se ne parla, in conseguenza soprattutto della eccezionale siccità che ha colpito il Settentrione. Ma ora ci sono già più di cento Comuni che hanno preso o prenderanno provvedimenti, chiedendo ai propri cittadini di utilizzare con parsimonia "l'oro blu".

In Italia più di 100 Comuni hanno già imposto ai cittadini di razionare l'acqua

Tra i primi a prendere provvedimenti 25 Municipi della provincia di Bergamo. Come racconta Prima Bergamo, le precipitazioni di quest'anno, come ha spiegato Uniacque che gestisce il servizio idrico nel territorio, hanno subito un brusco calo dell'80% rispetto alla media.

Siccità e carenza di neve in montagna hanno messo in crisi soprattutto le sorgenti montane: una situazione peggiorata ulteriormente dall'arrivo del caldo e dei villeggianti, che contribuiscono ad aumentare la richiesta di acqua. E così è scattato il provvedimento: no, quindi, a usi non indispensabili come l'irrigazione di giardini privati e pubblici, lavaggio dei piazzali e automobili e riempimento di piscine. Ai trasgressori, a seconda delle scelte di ogni Comune, potrebbe essere applicata una sanzione.

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Cosa succede in Piemonte

Una strada percorsa in questi giorni anche dal Piemonte, una delle zone messe più in difficoltà dalla carenza di precipitazioni. Come racconta Prima Torino sono almeno 80 i Comuni del Torinese e sette dell'Alessandrino nei quali potrebbero essere presi provvedimenti. 

Alcune imprese associate a Utilitalia, la federazione che riunisce le aziende che distribuiscono l’acqua potabile, hanno avanzato la richiesta di sospensione dell’acqua nelle ore notturne. La decisione ultima, di razionamento, spetterà comunque in linea finale ai Comuni con l'emissione di singole ordinanze. 

Il problema riguarda soprattutto l'agricoltura. Le prossime settimane saranno le più critiche per le colture in campo e  uno stress idrico ne pregiudicherebbe la resa o potrebbe addirittura causare, in alcuni territori, la perdita parziale o totale della produzione.

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Stato di calamità

Proprio in previsione dei danni nei campi, Confagricoltura Piemonte ha chiesto alla Regione di attivare le procedure per la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale causa siccità.

“Al momento – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – non è ancora possibile quantificare con precisione i danni arrecati alle coltivazioni, condizione indispensabile per accedere ai sostegni del Fondo di solidarietà nazionale, ma ciò che è certo è che le ripercussioni della carenza idrica sulle coltivazioni saranno pesantissime”.

“La situazione è critica su tutto il territorio regionale; chi può – spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – sfrutta al massimo la possibilità d’irrigazione, con costi molto elevati per il prelievo dell’acqua dai pozzi, a causa del rincaro del prezzo del gasolio agricolo”.

Ma c'è pure chi prova ad arrangiarsi. E' il caso di un agricoltore della collina di Moncalieri che ha chiesto al Comune di poter attingere acqua direttamente dal fiume Po, per irrigare i suoi terreni coltivati in quanto rimasto a secco con i suoi pozzi utilizzati da sempre.

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