due casi in piemonte

Molestie shock su bambine: gli orchi sono un amico di famiglia e un massaggiatore sportivo

Dopo mesi di attività investigativa da parte degli inquirenti l'epilogo a tre brutte storie che hanno visto vittime minorenni.

Molestie shock su bambine: gli orchi sono un amico di famiglia e un massaggiatore sportivo
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Tre casi di violenze e molestie   che arrivano dal Piemonte (dalla zona di Vercelli e Biella) e che si sono chiuse con l'ordinanza di custodia in carcere e con il rinvio a giudizio per i due accusati: un amico di famiglia della vittima e un massaggiatore sportivo.

I due, entrambi pensionati, di 68 e 70 anni, affronteranno il conto con la giustizia. Per uno si sono aperte le porte del carcere, l'altro è stato rinviato rinviato a giudizio nei giorni scorsi.

Tre brutte storie di violenze e molestie: l'epilogo

Come raccontato da Prima Torino quella delle bambine molestate in Piemonte è una storia che  è un vero e proprio pugno nello stomaco.

Per quanto riguarda il massaggiatore sportivo accusato di violenza sessuale su minori, la vicenda risale di fatto alla scorsa estate, in provincia di Biella.

L'uomo infatti, ad agosto, era stato arrestato per aver toccato nelle parti intime due bambine di nemmeno dieci anni.

Quegli strani massaggi al bar

Come detto, una brutta storia che ha visto  anche la mamma di una delle due bambine tra le persone denunciate.

Tutto sarebbe successo proprio durante un massaggio che l'uomo in virtù delle sue competenze messe al servizio negli anni nelle società sportive, si sarebbe offerto di fare alle bambine.

Una delle due aveva però ha raccontato tutto alla barista di un circolo di un paese biellese dove la madre andava a bere con gli amici portandola spesso con sé e dove, altrettanto spesso, la lasciava sola.

Le confidenze alla barista e la svolta nelle indagini

Dopo le confidenze ricevute dalla piccola, la titolare del pubblico esercizio aveva poi informato i Carabinieri e da lì erano partite le indagini.

Nel volgere di pochi giorni, i militari avevano stretto il cerchio attorno al massaggiatore e chiuso il caso: tanto che già appunto la scorsa estate era stata chiesta per il pensionato la custodia cautelare prima in carcere e poi ai domiciliari, mentre la bambina era stata affidata a una comunità protetta.

Il rinvio a giudizio e il precedente "coperto"

Nonostante l'uomo abbia negato in questi mesi ogni accusa, nei giorni scorsi l'autorità giudiziaria ha deciso per il rinvio a giudizio. Tra l'altro, l'attività investigativa aveva portato alla scoperta di un altro abuso, sempre con un massaggio, nei confronti di un altra bambina.

Ma la vicenda era stata messa a tacere. A confermare gli abusi, sarebbero state in ogni caso le dichiarazioni rese dalle due bambine che sono state sentite in quella che in gergo si chiama “udienza protetta”.

Molestie, altra brutta storia: l'orco amico di famiglia

Ma come detto, in queste ore si sono invece aperte le porte del carcere per un 68enne che negli anni avrebbe abusato di una bambina, nipote di amici di famiglia. L'uomo è  gravemente indiziato del reato di violenza sessuale aggravata su una minorenne.

L'attività investigativa sulle molestie adottate risale all'inizio dello scorso anno dopo la denuncia presentata da una giovane donna, che aveva raccontato agli inquirenti di una serie di presunte violenze sessuali che era stata costretta a subire sin dall’età di 7/8 anni, ad opera di un amico di famiglia.

Quelle vacanze da incubo

Le presunte violenze sessuali, poste in essere in Valsesia dove la vittima era solita trascorrere le vacanze estive con la famiglia, erano iniziate mediante giochi apparentemente innocenti.

L’uomo, trattenendo la minore per le gambe e mettendola a testa in giù, pare approfittasse della situazione per scostare la biancheria della minore scrutandola nelle parti intime.

La minaccia di far male ai nonni

A mano a mano le condotte, come riporta la Provincia di Biella si erano fatte sempre più spregiudicate fino ad arrivare a rapporti sessuali completi, come si presume sulla base dei gravi indizi raccolti. Risulterebbe che l’uomo, per costringere la ragazzina al silenzio sulle molestie subite, non avrebbe esitato a minacciarla di fare del male ai nonni qualora avesse rivelato il loro “segreto”.

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