Medvedev: "Odio gli occidentali, voglio farli sparire". Scende in campo Di Maio
Per il capo della Farnesina, le parole del vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo allontanano la Russia dalla ricerca della pace.
Confronto a distanza, dai toni accesi, tra il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev, e il capo della Farnesina, Luigi Di Maio, che ha voluto subito replicare alle minacce rilasciate dall'ex Presidente della Federazione Russa. Nelle ultime ore, infatti, Medvedev si è lasciato andare ad un durissimo commento contro tutti i nemici di Mosca:
"Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire".
Il nostro ministro degli Esteri non ha esitato a controbattere con una nota ufficiale:
"Parole inaccettabili, che ci preoccupano fortemente perché arrivano dal vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo. Non è un segnale di dialogo, non è un'apertura verso un cessate il fuoco, non è un tentativo di ritrovare la pace".
Nel frattempo, nel corso della giornata di oggi, mercoledì 8 giugno 2022, è atteso in Turchia il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov. L'obiettivo del suo viaggio è duplice: sbloccare la crisi del grano e cercare di far ripartire i negoziati di pace tra Russia e Ucraina nel tentativo di trovare la risoluzione ad una guerra che è giunta al suo 104esimo giorno di conflitto.
Medvedev: "Odio chi è contro la Russia, lo vorrei far sparire"
Hanno destato particolarmente scalpore le dichiarazioni pubbliche rilasciate nel corso delle ultime ore dal vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev. L'ex Presidente della Federazione Russa si è espresso, attraverso il suo canale Telegram, con un durissimo commento relativo a tutti i vari nemici di Mosca:
"Mi viene spesso chiesto perché i miei post su Telegram siano così duri. La risposta è che li odio. Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire".
Parole che non lasciano spazio ad alcun tipo di interpretazione ed anzi, rivelano un interno di odio e puramente minaccioso. Medvedev, sempre su Telegram, nella mattinata di lunedì, 6 giugno 2022, si era scagliato contro la Commissione europea per l'adozione del sesto pacchetto di sanzioni, affermando che sono state pensate "sicuramente per fare a pezzi l'economia russa". Riguardo il graduale embargo del petrolio russo, poi, il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza ha commentato che "non c'è modo di abbandonare immediatamente il nostro petrolio":
"Ora gli europei dovranno setacciare il mondo alla ricerca di materie prime della stessa qualità - dichiara Dmitry Medvedev - In tal modo, dovranno affrontare una carenza di alcuni tipi di carburante, come il diesel, necessario per i camion e le attrezzature agricole. E sanno che dovranno ancora trovare schemi grigi per ottenere le nostre materie prime, in qualche modo pagarle, aggirando le loro stesse idiote sanzioni. E questo nonostante i camionisti siano già in sciopero in Italia, Polonia e Ungheria e abbiano bloccato l'ingresso di auto straniere. Le autorità di Varsavia si sono rifiutate del tutto di fornire materie prime all'Ucraina".
In riferimento alle sanzioni contro il National Settlement Depository, ossia l'infrastruttura di regolamento russa, l'ex Presidente della Federazione russa ha dichiarato:
"Sono state imposte solo per il gusto di gridare a gran voce che l'obiettivo è stato raggiunto, c'è un default in Russia. Questa è solo un'altra bugia. Non ci siamo mai rifiutati di pagare. E il settore degli investimenti subirà un duro colpo. Gli imbecilli europei nel loro zelo hanno dimostrato ancora una volta di considerare i propri cittadini, i propri affari, come nemici non meno dei russi. Gli europei di talento possono introdurre il nuovo, come amano dire ora, 100.500esimo pacchetto di sanzioni. A giudicare da come funzionano le restrizioni e dove si sta dirigendo la situazione economica nell'Ue sullo sfondo di ridicole storie dell'orrore anti-russe, qualcosa è andato storto".
Di Maio replica: "Minacce gravi e pericolose"
La comunicazione di Medvedev è diventata presto virale suscitando grandi polemiche e preoccupazioni. Nella nostra Penisola, portavoce del sentire comune è stato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che in una nota ufficiale ha dichiarato:
"Gravissime e pericolose le affermazioni di Medvedev. Sono parole inaccettabili, che ci preoccupano fortemente anche perché arrivano dal vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo. Non è un segnale di dialogo, non è un'apertura verso un cessate il fuoco, non è un tentativo di ritrovare la pace, ma sono parole inequivocabili di minaccia verso chi sta cercando con insistenza la pace.
È doveroso smettere di alimentare tensioni con provocazioni e minacce, ribadisco: per arrivare alla pace non basta l'apertura dell'Ucraina e la spinta della comunità internazionale, ma serve la Russia e la volontà di dialogo di Putin - ha aggiunto Di Maio - Le affermazioni che arrivano oggi, invece, non lasciano dubbi e allontanano da parte russa la ricerca della pace. Piuttosto danno linfa a una campagna d'odio contro l'Occidente, contro quei Paesi che stanno cercando con insistenza la fine delle ostilità in Ucraina".
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Oggi Lavrov in Turchia
Nel frattempo, sul fronte della guerra, è da segnalare che oggi, mercoledì 8 giugno 2022, è previsto un viaggio internazionale del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in Turchia. Il suo obiettivo è duplice: da un lato c'è da sbloccare la crisi del grano, mentre dall'altro cercare di far ripartire i negoziati di pace tra Russia e Ucraina, nel tentativo di trovare risoluzione ad un conflitto giunto al suo 104esimo giorno consecutivo.
Il viaggio di Lavrov era stato anticipato ieri da una telefonata tra i ministri della Difesa russo, Sergei Shoigu, e turco, Hulusi Akar. I due hanno discusso della creazione di corridoi sicuri per il grano attraverso lo stretto del Bosforo e lo stretto di Dardanelli, controllati da Ankara. Il ministero della Difesa russo sostiene di aver creato le condizioni per i due corridoi umanitari nel Mar Nero e nel Mare di Azov, che assicureranno "la sicurezza della navigazione civile". Ma nulla è ancora deciso e certo. "Non ci sono accordi chiari" per l'esportazione di grano da Odessa, ha annunciato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.
Riguardo i negoziati di pace, invece, la missione sembra ancora più faticosa. Nonostante la buona volontà per la ripresa dei colloqui espressa dal ministero degli Esteri russo in una nota, il presidente ucraino Zelensky ha ribadito di voler recuperare "il controllo totale dell'intero territorio". "Lo stallo non è un'opzione" ha aggiunto, pur dicendosi aperto ai negoziati. A dargli man forte è il premier inglese Boris Johnson: "Zelensky non deve essere spinto ad accettare un cattivo accordo".