la tragedia di modena

Bimbo di tredici mesi lanciato dalla finestra, la babysitter confessa: "Ero in catalessi"

Come affermato dalla sua legale, la babysitter 32enne la mattina del gesto soffriva di un forte malessere interiore che le dava la sensazione di soffocare.

Bimbo di tredici mesi lanciato dalla finestra, la babysitter confessa: "Ero in catalessi"
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A tre giorni di distanza dal terribile fatto che ha completamente scioccato la vita pubblica di Soliera, Comune in provincia di Modena, si delineano con maggiore chiarezza i contorni della vicenda. La babysitter Monica Santi, 32 anni di Carpi, fermata con l'accusa di tentato omicidio, ha confessato tutto quanto ai carabinieri:

"Ho preso il bambino e l'ho lanciato dalla finestra".

Bimbo lanciato dalla finestra a Modena, la babysitter confessa: "Ero in catalessi"

Queste le parole che con cui, come riporta Prima Modena,  la babysitter ha ammesso le sue responsabilità nel aver compiuto il drammatico gesto. Ma più che la confessione del fatto, ancora più sconvolgenti sono state le dichiarazioni circa i motivi che l'hanno spinta a compiere un atto simile contro un bimbo di soli tredici mesi. La 32enne, infatti, nell'udienza di convalida dell'arresto ha affermato:

"Non so perché l'ho fatto. Ho avuto un malore, una sorta di catalessi".

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Fin dall'inizio tutti gli indizi di colpevolezza viravano inesorabilmente su di lei, ma ciò che mancava era una sua confessione ufficiale.

"Ho preso il bambino e l'ho lanciato dalla finestra".

Con queste parole, dichiarate durante l'udienza di convalida dell'arresto, la trentaduenne carpigiana ha confermato di essere stata lei, nella mattinata di martedì 31 maggio 2022, intorno alle 10, a scaraventare giù dal secondo piano di un palazzo a Soliera, in provincia di Modena, un bimbo di soli tredici mesi che, a seguito di quanto accaduto, si trova tuttora ricoverato in prognosi riservata all'ospedale Maggiore di Bologna.

Se tutti però attendevano l'ammissione di responsabilità da parte della 32enne, ciò che invece ha lasciato sconvolti ha riguardato le motivazioni che l'hanno spinta a compiere un simile gesto estremo:

"Non so perché l'ho fatto   ho avuto un malore, una sorta di catalessi".

Disposta perizia psichiatrica

A seguito di quanto affermato, alla babysitter accusata di tentato omicidio, che ora si trova nel carcere di Modena, è disposta una perizia psichiatrica.  Chi dice di averla vista, martedì mattina subito dopo la scoperta, da parte di una vicina, del bimbo a terra, racconta di una persona completamente assente: "Adesso è libero", ha confidato. Una frase sconnessa a cui poi non hanno fatto seguito alcune reazioni.

La sua legale, Francesca Neri, ha ribadito come la sua assistita, quel giorno, soffrisse di un forte malessere interiore, che le dava una sensazione quasi di soffocamento e che non le dava pace.

"Ha spiegato che soffriva da un po' di tempo per questo malessere, pativa una mancanza di affetto esterno. Ha ricondotto la sua condizione a un forte stress, dovuto a un'insoddisfazione lavorativa. Prima di prendere servizio come babysitter, è stata segretaria amministrativa e non è riuscita in questo frangente".

La prima ricostruzione dell'accaduto

Per quanto ancora preliminare, una ricostruzione della dinamica dei fatti esiste ed è indicativamente in questi termini: la 32enne era la sola persona al secondo piano insieme al bambino, in quel momento. La donna delle pulizie, difatti, si trovava al piano di sotto, impegnata nel sue faccende. I genitori del piccolo, che ha tredici mesi, si trovavano al lavoro.

Sul posto erano subito intervenuti i carabinieri, ora coordinati dalla Procura della Repubblica di Modena: ad accorgersi del bimbo a terra era stato un vicino di casa, che aveva allertato il 112. Subito dopo erano accorsi altri vicini:

"Noi correvamo come disperati - ha detto una di loro a La Vita in Diretta - mentre la babysitter se ne stava ferma e immobile alla finestra", completamente estraniata quindi.

E non si può neppure sapere con precisione da quanto tempo il corpicino del bimbo si trovasse sull'asfalto, quando il primo vicino l'ha scorto.

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