ANCORA BAGARRE IN PARLAMENTO

Vi spieghiamo perché nel Governo non riuscivano a mettersi d'accordo sulle concessioni balneari

Al fotofinish l'Esecutivo riuscirà a non ricorrere al voto di fiducia dopo che le trattative per arrivare a un accordo si erano fatte estenuanti. Ma FdI non ci sta.

Vi spieghiamo perché nel Governo non riuscivano a mettersi d'accordo sulle concessioni balneari
Pubblicato:
Aggiornato:

Alla fine la quadra sulle concessioni balneari e sul Disegno di legge sulla concorrenza è stata trovata. Tira un sospiro di sollievo il Governo Draghi che non sarà costretto a chiedere la fiducia, mentre dall'opposizione ancora una volta Fratelli d'Italia ne approfitta naturalmente per sparare contro tutti.

La maggioranza ha dunque trovato l'intesa sulla spinosa questione delle concessioni balneari e in particolare sul nodo (ancor più spinoso) degli indennizzi per quelle attività (per lo più a gestione familiare e che si succedono da generazioni) che non vinceranno le gare di assegnazione degli stabilimenti al mare.

Concessioni balneari, come si è arrivati all'intesa

L'intesa nella variegata coalizione di Governo è stata trovata "rimandando" la parte finale del testo (appunto quella legata al tema di eventuali indennizzi) ai Decreti attuativi.

In pratica: chi ha gestito i bagni sinora potrà continuare a farlo solo se vince una regolare gara, chi perde, in virtù del fatto che sinora la gestione per lo più si "tramandava", sarà in parte risarcito se rimarrà a casa.

Attraverso i decreti attuativi saranno definiti gli indennizzi, senza quindi che siano necessari riferimenti all'avviamento dell'attività, al valore dei beni, a perizie e a scritture contabili.

Tutti temi che erano stati messi sul tavolo dal Governo, mentre Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia continuavano a concentrare la loro attenzione sulle tutele agli imprenditori.

Del resto in precedenza nelle scorse ore era andato a vuoto il tentativo di Liberi e Uguali attraverso Vasco Errani di convincere FI e Lega di considerare il valore degli indennizzi al netto degli ammortamenti, ovvero quanto investito da titolari e gestori delle attività distribuito sugli anni in cui l'attività imprenditoriale si è svolta.

Concessioni balneari, Governo avanti tra mille dubbi

Insomma, il Governo non sarà costretto a chiedere la fiducia presentando un testo blindato, ma la sensazione è che la questione non sia risolta.

Quanto piuttosto che i nodi spinosi siano stati spostati da una parte all'altra. Le proposte del Governo sono state messe in un cassetto, ma per stabilire gli indennizzi a chi non si aggiudicherà le concessioni ("andranno definiti criteri uniformi per la quantificazione dell’indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante") si farà riferimento comunque ai Decreti attuativi del Governo.

In questo scenario, altro dato importante è che sia invece stato raggiunto l'accordo per derogare le nuove gare di un anno, dunque al 2024.

Un tema non di poco conto dopo due anni di pandemia e tanta voglia di tornare alla normalità anche per uno dei settori dove il nostro Paese è protagonista.

Spiagge, rivoluzione tra "nepotismo" e spauracchio degli stranieri

In buona sostanza, dal 2023 (o forse dal 2024) le concessioni degli stabilimenti balneari che finora vedevano il succedersi di generazioni e generazioni di famiglie in una sorta di "nepotismo turistico" saranno interessate da gare di assegnazioni.

L'Italia, nell'ottica di tutelare il diritto della concorrenza si adeguerà dunque alle disposizioni dell'Europa e della direttiva Bolkestein che ruota appunto al tema delle liberalizzazione delle concessioni (che sarebbero state bloccate fin oltre il 2030).

Ma in questo recepimento delle normative europee che si trascinano addirittura dal 2006 c'è chi vede lo spauracchio degli investitori stranieri. Uno spauracchio che secondo molti (soprattutto Fratelli d'Italia) segnerebbe la "morte" di moltissimi imprenditori del nostro Paese.

Problema solo rinviato? Il voto nelle località di mare...

E che il problema sia stato solo temporaneamente "congelato" è testimoniato dal fatto che dei dettagli si parlerà solo dopo le Amministrative del 12 giugno.

In quest'ottica, a molti non è sembrato certo un particolare secondario che tra i tanti Comuni che vanno a breve al voto ci siano molte rinomate località turistiche di mare: basti pensare, tra le più famose, a Genova e Palermo, Riccione, Forte dei Marmi, Sabaudia, San Felice al Circeo, Arzachena e Stintino.

Fratelli d'Italia sulle barricate, l'ira della Meloni

Come detto però c'è chi fin da subito non ci sta. Come Fratelli d'Italia che da mesi sul tema delle concessioni balneari s'è schierata a favore dei concessionari che da anni gestiscono i lidi e ora parla addirittura di "Esproprio vergognoso", provando a fermare l'inevitabile avvio tra il 2023 e il 2024 di libere gare di assegnazione (come chiede di fare l'Ue per considerarci in regola come tutti gli altri Paesi).

Giorgia Meloni non ci è andata certo per il sottile:

"L'accordo raggiunto dalla maggioranza sulle concessioni balneari è ridicolo e vergognoso. Rimandare la questione degli indennizzi al Governo, con il rischio concreto che questi vengano osteggiati dalla Commissione europea e non vedano mai la luce, vuol dire lasciare senza tutele i concessionari attuali, che si vedranno in buona parte espropriate le loro aziende a favore delle multinazionali straniere".

Seguici sui nostri canali