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Milan campione d'Italia, lo scudetto è rossonero

I rossoneri sbancano Sassuolo: è il diciannovesimo titolo, agganciati i cugini. Il miracolo di Stefano Pioli.

Milan campione d'Italia, lo scudetto è rossonero
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Il Milan è campione d'Italia. Lo scudetto resta a Milano ma cambia sponda del Naviglio. I rossoneri con la vittoria di Sassuolo conquistano il diciannovesimo titolo, tanti quanti i cugini neroazzurri.

Milan campione d'Italia: lo scudetto è rossonero

L'ultima giornata è stata decisiva, come non accadeva da anni. I rossoneri dovevano fare almeno un punto a Sassuolo per difendersi dall'assalto dell'Inter, obbligata a vincere in casa con la Sampdoria e a "gufare". Già nel primo tempo il Diavolo ha messo in ghiaccio il titolo: Leao scatenato autore di tre assist per la doppietta di Giroud e il gol di Kessie, mentre a San Siro l'Inter è ancora ferma sul pareggio con la Sampdoria.

Nella ripresa Perisic sblocca la sfida tra Inter e Samp e a stretto giro arriva la doppietta di Lo, ma in Emilia è festa rossonera.

Il Milan raggiunge l'Inter: sono 19 titoli

Con questo scudetto il Milan raggiunge l'Inter a quota 19 titoli. L'ultimo scudetto era arrivato nel 2010-11. Altri mondi: in panchina c'era Max Allegri, in campo c'erano Abbiati in porta, Thiago Silva e Nesta in difesa, Gattuso, Seedorf e Pirlo a centrocampo, Ronaldinho (che se ne andò a metà anno), Pippo Inzaghi, Cassano, Robinho e... Zlatan Ibrahimovic. Proprio lo svedese è il trait d'union tra quel Milan e questo. Un Milan nato dalle macerie dell'umiliante 5-0 beccato dall'Atalanta, che portò proprio al ritorno di Ibra, fondamentale soprattutto a livello mentale per una squadra che aveva poca esperienza di vertice e che soprattutto non aveva un vero leader in spogliatoio.

Il capolavoro di Pioli

Il successo di quest'anno è senza dubbio un capolavoro di Stefano Pioli. Si è detto spesso di un Milan fortunato, ma non si può togliere meriti a tecnico e giocatori. Pioli ha creato una squadra coesa, un gruppo vero, capace di compattarsi nelle difficoltà e di portare a casa un traguardo per certi versi inatteso. A livello di qualità della rosa, infatti, non si può certo dire che i rossoneri siano i più completi della serie A. Eppure hanno avuto quel quid in più di tutti gli altri. E i meriti non possono non essere del tecnico, al suo primo successo.

E i tifosi glielo hanno di certo riconosciuto, con quel coro "Pioli is on fire" urlato dopo la partita con l'Atalanta da tutto lo stadio.

I TIFOSI ROSSONERI E IL CORO PER PIOLI:

La squadra

Eppure la stagione era partita con un grande smacco, l'addio di Gigio Donnarumma. Il portiere più forte al mondo (almeno in prospettiva), destinato a essere simbolo da qui ai prossimi anni, partito (peraltro a 0 euro) per il Psg. Al suo posto "tale"  Maignan, dal Lille. Eppure "Magic Mike" non solo non ha fatto rimpiangere Gigio, ma è subito entrato nei cuori dei tifosi grazie a prestazioni di livello assoluto. Le mani sullo scudetto sono le sue.

La difesa, poi. L'infortunio di Kjaer, altro perno della squadra, poteva essere un duro colpo. Eppure Pioli è riuscito a blindare la squadra con la "strana coppia" Tomori-Kalulu. Senza parlare di Calabria, che si è dimostrato giocatore vero dopo aver lasciato tanti dubbi in passato, e di Theo Hernandez, che magari sul piano difensivo concederà qualcosa, ma quando spinge chi lo ferma?

A centrocampo la prima parte della stagione è stata all'insegna di Brahim Diaz. Poi, quando lo spagnolo si è un po' spento, Pioli ha trovato le alternative, alzando Kessie sulla linea dei trequartisti, e potendo contare su Bennacer e soprattutto su Sandro Tonali. Chi aveva bocciato l'ex Brescia dopo la prima stagione si è dovuto mangiare il cappello: siamo di fronte a un giocatore vero, speranza non solo rossonera ma anche azzurra per i prossimi anni.

Davanti il Milan non avrà un super bomber, ma è diventato una "cooperativa del gol". A partire da Ibra, 9 gol fino a quando il fisico l'ha tenuto. Poi Giroud (uno che ha vinto un Mondiale, eh), che ha spezzato finalmente la "maledizione del numero 9", e soprattutto Rafael Leao, che ha fatto il salto di qualità da promessa a realtà. Senza dimenticare i "gregari": Saelemaekers, Messias, Rebic, tutta gente che ha fatto il suo.

Insomma, una squadra partita senza i favori del pronostico, ma che alla fine ha portato a casa un titolo assolutamente meritato. E la Milano rossonera gode.

 

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