Draghi striglia Biden: "Serve Piano Marshall per l'Ucraina, no a pace imposta. Usa e Russia si siedano al tavolo"
"All'inizio sembrava che la guerra fosse Davide contro Golia, ma la Russia non è invincibile".
Stati Uniti e Russia si siedano al tavolo per una pace condivisa. Lo chiede a gran voce il premier Mario Draghi, che dopo l'incontro alla Casa Bianca "striglia" il presidente americano Joe Biden.
Draghi a Biden: "Usa e Russia si siedano al tavolo"
All'indomani dell'incontro nello Studio ovale, Draghi ha svelato qualcosa in più sui contenuti del dialogo con Biden, al quale ha chiesto che ci si avvicini a una pace "non imposta o dettata da interessi di questo o quell'alleato".
E se anche "la pace deve essere quella che chiede l'Ucraina" (imporla si rivelerebbe diversamente disastroso), Draghi si è allineato con la posizione espressa dal presidente francese Emmanuel Macron, che nei giorni scorsi aveva detto che "una soluzione non si trova umiliando la Russia".
Insomma, toni più distesi (come peraltro quelli usati dallo stesso Putin nel suo discorso del 9 maggio), che forse hanno colto un po' di sorpresa Biden, che nelle ultime settimane non ha lesinato parole forti nei confronti del leader del Cremlino, chiamato "macellaio" e "criminale di guerra".
Un Piano Marshall per l'Ucraina
Quando la guerra sarà finita, poi, ci sarà bisogno di ricostruire. I danni sono devastanti già oggi, con un Paese lacerato profondamente. E Draghi - ma non solo lui - ne è pienamente consapevole, e lo ha ribadito anche a Biden.
"Occorre pensare da subito a un piano per ricostruire l’Ucraina, un piano che richiederà anche uno sforzo di tutta l’Unione Europea, e noi faremo la nostra parte".
"Dobbiamo essere pronti a continuare a stare con l'Ucraina molto tempo dopo la fine della guerra. La distruzione delle sue città, dei suoi impianti industriali, dei suoi campi richiederà un enorme sostegno finanziario. L'Ucraina avrà bisogno di un Piano Marshall, proprio come quello che ha contribuito alle relazioni speciali tra Europa e Stati Uniti".
Davide e Golia
In Draghi, e in molti altri, c'è poi il pensiero che la Russia si stia lentamente indebolendo, logorata dal proseguire di una guerra che pensava di chiudere in poco tempo.
"All’inizio della guerra sembrava che ci fossero Davide e Golia, e una resistenza disperata di Davide, ma ora non c’è più un Golia, la potenza convenzionale russa si è dimostrata non invincibile. Anche per questo sono necessari negoziati: oggi Putin non ha più obiettivi chiari, non ha più quel grande vantaggio che pensava di avere all’inizio".
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