peste suina africana

Tornano le "zone rosse": ma stavolta il Covid non c'entra

Intanto in Piemonte si lavora a una maxi-recinzione per fermare il contagio.

Tornano le "zone rosse": ma stavolta il Covid non c'entra
Pubblicato:
Aggiornato:

Rilevato a Roma il primo caso di peste suina africana: ha colpito un cinghiale. L'animale è stato trovato morto e l'infezione è stata accertata dai rilievi autoptici effettuati sulla carcassa, rinvenuta nel parco dell'Insugherata. Al momento sono oltre un centinaio gli animali infetti in Piemonte e Liguria, ai quali vanno adesso aggiunti i (possibili) numeri del Lazio.

Il caso è stato segnalato e individuato dall’Istituto zooprofilattico del Lazio e confermato dallo Zooprofilattico Umbria e Marche, centro di riferimento nazionale su questa malattia. E la Regione ha preso provvedimenti drastici: istituita la "zona rossa".

Peste suina a Roma

La Psa è una malattia virale che colpisce maiali e cinghiali, e non è trasmissibile all’uomo. Quello rintracciato nella capitale risulta essere il primo caso fuori dall’area sino ad ora interessata, ovvero quella che va dalla provincia di Genova e si estende in direzione del Piemonte fino a Serravalle Scrivia, nell’Alessandrino.

Si rende necessario partire con il monitoraggio sulla zona per delimitare i confini dell’area interessata. Avviate anche le procedure di notifica europea.

“Nella serata di ieri, in seguito al ritrovamento di un esemplare di cinghiale morto a causa della peste suina, si è riunita la task force”, scrive la Regione Lazio. L’amministrazione “metterà a disposizione il numero verde della Protezione civile regionale (803555) per segnalare eventuali ritrovamenti di animali morti e attivare immediatamente i servizi veterinari”.

Come spiega anche il ministero della Salute, pur non essendo pericolosa per l'uomo, i danni che la peste suina africana può produrre ad allevamenti e - di conseguenza - a livello economico, sono ingenti. Non esistono, infatti, né vaccini né farmaci per curare la patologia che affligge gli ungulati, che in genere muoiono dopo una decina di giorni a causa di emorragie interne.

IL VIDEO: CINGHIALI A SPASSO PER ROMA:

Uomini come veicolo di trasmissione

La peste suina africana è causata dal virus indicato con la sigla ASFV, un patogeno particolarmente resistente: sopravvive in ambiente esterno fino a 100 giorni, resiste per diversi mesi all’interno di salumi o nella carne congelata, negli animali guariti dalla malattia. Le persone possono contribuire a diffonderlo (soprattutto negli allevamenti, dato che il contagio può avvenire per contatto con qualsiasi oggetto contaminato, abbigliamento compreso), anche se il virus non le fa ammalare: sono solamente un veicolo di trasmissione.

La zona rossa

Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha istituito la "zona rossa" per evitare il diffondersi della malattia. Si tratta, tendenzialmente, di quelle restrizioni che avevamo già visto nel periodo più buio della pandemia.

Nella “zona rossa” non si possono organizzare eventi e raduni, pic-nic compresi, nelle aree agricole e naturali; non si possono  avvicinare i cinghiali e dare loro da mangiare (cosa comunque già vietata). È inoltre raccomandata la disinfezione delle scarpe all’uscita dalle aree agricole e naturali.

Sarà inoltre fatto un censimento delle aziende che detengono suini e delle persone che ne hanno come animali da compagnia. Chi avvista carcasse di cinghiali o cinghiali moribondi è invitato a segnalarli al numero verde gratuito della Protezione civile regionale 803 555.

Intanto in Piemonte si lavora alla recinzione anti-peste

Intanto in Piemonte, come racconta Prima Alessandria, sono iniziati nell'Alessandrino i sopralluoghi per installare le recinzioni per arginare il contagio da peste suina. Sarà un mega reticolato da 230 km tra le province di Alessandria, Cuneo e Genova (coinvolgerà i territori di ben 22 Comuni): sarà costituito da una rete metallica a maglia sciolta alto circa un metro e mezzo, sorretta da un palo di legno o di ferro ogni 2 metri (dove non si riuscirà a posizionarla, si procederà comunque con un filo elettrificato).

Il tracciato definitivo verrà stabilito con gli amministrazioni locali per tenere conto delle specificità dei territori, compresi eventuali espropri che il commissario straordinario potrà effettuare dietro pagamento di un indennizzo. I tempi dovrebbero essere brevi, partirà probabilmente nell'arco di 10-15 giorni. Il primo Lotto partirà dai Comuni di Molare e Ponzone dov'è più alto il rischio che i cinghiali infetti migrano verso altre zone allargando l'area del contagio.

I comuni interessati

I comuni interessati dai lavori per la realizzazione sono: Molare, Ponzone, Cavatore, Acqui, Strevi, Rivalta Bormida, Montaldo Bormida e Predosa. La barriera proseguirà verso Fresonara e Basaluzzo, poi Pozzolo, Tortona, Villalvernia, Cassano, Sardigliano, Stazzano, Borghetto, Cantalupo, Rocchetta, Albera e Mongiardino.

Recinzione

Il virus corre

Il primo caso di peste suina in Piemonte è stato scoperto, grazie una carcassa di cinghiale rinvenuta ad Ovada, in Provincia di Alessandria, l'8 gennaio 2022. Da allora i casi sono aumentati sempre di più, portando con sé una serie di conseguenze sia sul piano economico che su quello politico. Attualmente i casi di peste suina tra le due regioni salgono a 110. Un numero importante che inevitabilmente salirà ancora nelle prossime settimane se l'effetto della maxi recinzione (una volta costruita) non darà i risultati sperati.

Seguici sui nostri canali