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Proroga Superbonus 2023, spunta una nuova ipotesi

In origine il Superbonus sarebbe dovuto terminare il 31 dicembre 2021, ma la Legge di Bilancio ha spostato il termine al 30 giugno 2022

Proroga Superbonus 2023, spunta una nuova ipotesi
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Proroga Superbonus 2023, spunta una nuova ipotesi. Continua a tenere banco l’argomento maxi-incentivo: il Governo sarebbe al lavoro per garantire la sua proroga, portando la scadenza alla fine del 2023. Facciamo un passo indietro: in origine la maxi-agevolazione era inerente alle spese sostenute dall’1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Tuttavia ad una prima proroga ha provveduto la Legge di Bilancio 2021, spostando il termine al 30 giugno 2022. E introducendo altre due novità: per i condomini che a giugno 2022 abbiano concluso almeno il 60% dei lavori la scadenza è fissata al 31 dicembre 2022. Analogamente per gli ex-IACP che al 31 dicembre 2022 abbiano completato il 60% dei lavori, la detrazione spetta anche per le spese sostenute fino al 30 giugno 2023.

Proroga Superbonus 2023

Ora l’ipotesi sul tavolo è quella di allungare ulteriormente il periodo di intervento della misura: tale indicazione è contenuta nella sintesi delle note tecniche analitiche del PNRR, ossia il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, elaborata dai Servizi studi della Camera e del Senato e confermata nei giorni scorsi dal Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel corso di un’audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero. Si tratta appunto di un’indicazione: il Governo, all’atto di preparare il materiale per il Recovery Fund, sta lavorando su questa opzione: significa comunque che si tratta di una strada percorribile e auspicata da più parti.

L’impatto della maxi-agevolazione

In parallelo c’è chi si è chiesto quale sia e quale sarà l’impatto della nuova misura sull’economia italiana riguardante gli interventi antisismici e di efficientemente energetico.
Luiss Business School e OpenEconomics hanno fatto una stima a livello preliminare: il loro lavoro mira a quantificare il valore aggiunto complessivo prodotto dall’incremento di spesa per i lavori di ristrutturazione, l’incremento del valore patrimoniale degli immobili, la quantificazione dell’efficientamento energetico generato, la riduzione del costo delle bollette e le conseguenze di regime sull’intero sistema economico.

Il bilancio sui conti pubblico

L’analisi prevede dunque che il Superbonus determini un’espansione della spesa per l’edilizia abitativa pari a 8,75 miliardi di euro nel periodo 2020-2022. Nello scenario considerato si registrerebbe un incremento del valore aggiunto complessivo del Paese di 16,64 miliardi nel periodo di attuazione del provvedimento, ai quali si potrebbero aggiungere 1,91 miliardi nell’economia sommersa. A tale incremento se ne sommerebbe uno ulteriore di 13,71 miliardi negli 8 anni successivi (e anche qui andrebbero aggiunti 1,35 miliardi nell’economia sommersa), come risultato dei benefici prodotti dai progetti realizzati. Infine i conti pubblici: lo studio, con tutti i se e i ma del caso, suggerisce che «nel decennio l’impatto netto attualizzato del provvedimento sul disavanzo pubblico sarebbe negativo per 811 milioni di euro», ovvero un bilancio positivo sui conti pubblici.

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