Non proprio un francescano: sanzioni a Kirill, a quanto ammonta il patrimonio del patriarca
Parte del suo patrimonio da nababbo sarebbe anche custodita in Italia.
C'è anche il patriarca Kirill tra coloro che saranno colpiti dal sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia che l'Europa sta discutendo in questi giorni. La sua posizione filo-governativa è infatti nota, ma secondo l'Europa sarebbe "responsabile del sostegno o dell'attuazione di azioni o politiche che minano o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina".
Guerra in Ucraina: sanzioni in vista per il patriarca Kirill
La Commissione europea ha proposto di sanzionare il capo della Chiesa ortodossa russa nell'ambito di un sesto pacchetto di misure in risposta alla guerra in Ucraina.
Kirill ha sempre definito la guerra "giusta" e recentemente ha rilasciato dichiarazioni quantomeno controverse:
"Noi non vogliamo combattere nessuno. La Russia non ha mai attaccato nessuno. Sorprendentemente, un Paese grande e forte non ha mai attaccato nessuno, ha solo protetto i suoi confini. Dio conceda che il nostro Paese rimanga forte, potente e amato da Dio fino alla fine dei tempi".
La reazione della Chiesa ortodossa russa
La Chiesa ortodossa russa, però, non sembra scomporsi più di tanto. E in tal senso sono eloquenti le parole del portavoce Vladimir Legoyda:
"Vorrei ricordare agli autori delle iniziative sanzionatorie che il Patriarca proviene da una famiglia i cui membri sono stati oggetto di repressione per decenni a causa della loro fede, durante il periodo dell'ateismo militante comunista. Nessuno di loro ha avuto paura di reclusione o rappresaglie, quindi bisogna essere completamente estranei alla storia della nostra Chiesa per intimidire il suo clero e i suoi credenti, inserendoli in liste nere. Più le sanzioni diventano indiscriminate, più mancano di buon senso, più lontano diventa il raggiungimento della pace, per la quale la Chiesa ortodossa russa prega con la benedizione di Sua Santità il Patriarca a ogni liturgia".
E su Papa Francesco che lo ha invitato a non essere "il chierichetto di Putin" i toni non sono stati diversi:
"È deplorevole che un mese e mezzo dopo il colloquio con il Patriarca Kirill, Papa Francesco abbia scelto il tono sbagliato per trasmettere il contenuto di questo colloquio. È improbabile che tali dichiarazioni possano contribuire all'instaurazione di un dialogo costruttivo tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa russa, che è particolarmente necessario in questo momento".
Un patrimonio da nababbo
Quanto potrebbero pesare le sanzioni è tutto da vedere. Intanto, però, emerge il fatto che Kirill è tutt'altro che un francescano, anzi è anche lui un oligarca. Il suo patrimonio è stimato tra quattro e otto miliardi di dollari.
Una ricchezza smodata, che sarebbe frutto delle esenzioni fiscali statali russe su una porzione consistente della manifattura di tabacco e di birra, almeno in passato. La prima di queste attività - l'import di sigarette e tabacco - gli era valsa in passato il soprannome "Tobacco Metropolitan”.
Si stima che abbia numerosi conti all'estero, alcuni in paradisi fiscali, altri in Paesi europei, tra cui l'Italia. A cui si aggiungono i beni in Russia: una villa vicina quella di Putin a Gelendzhik sul Mar nero e un superyatch su cui è stato fotografato in costume da bagno.
La passione per gli orologi e la gaffe con Photoshop
Di Kirill è ben nota anche la passione per gli orologi di lusso, che fu al centro anche di un "caso" una decina di anni fa. Il patriarca fu fotografato a un incontro ufficiale con al polso un Breguet dal valore di circa trentamila dollari. Qualcuno cercò di cancellare il prezioso orologio con Photoshop, ma il riflesso sul tavolino rimase.