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Elezioni Comunali 2022, babele d'alleanze: a Monza l'M5S si ritira, a Palermo centrodestra unito

Le Amministrative del 12 giugno potrebbero essere uno spartiacque fondamentale per le dinamiche della nostra politica.

Elezioni Comunali 2022, babele d'alleanze: a Monza l'M5S si ritira, a Palermo centrodestra unito
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Monza shock: il Movimento 5 Stelle si ritira dalla corsa alle elezioni Amministrative del 12 giugno: niente candidato sindaco e niente lista.

"Un passo indietro oggi, per farne due avanti domani", l'estratto più significativo della nota diramata nelle scorse ore dal Movimento.

Monza shock, il M5S si ritira dalle Amministrative

L'inizio della settimana è stato un vero e proprio shock per il Movimento.

Un trauma arrivato dal cuore della Brianza, dal capoluogo, dalla città di Teodolinda e del tempio della Formula Uno come racconta Prima Monza dove il candidato sindaco Elisabetta Bardone ha fatto un passo indietro e il Movimento ha così ufficializzato la sua rinuncia alla corsa elettorale.

Non proprio forse un fulmine a ciel sereno dal momento che la candidatura dell'attivista (da anni all'interno del gruppo cittadino) non sembrava aver scaldato i cuori dei grillini monzesi.

Una sensazione che aveva anche trovato riscontro nella serie di candidature a sindaco di liste e partiti minori che evidentemente non avevano ritenuto di "convergere" sui 5S pur non ritrovandosi nei poli principali di Centrodestra e Centrosinistra.

E tra l'altro, negli ultimi dieci giorni i manifesti elettorali della candidata pentastellata erano "spariti" dalla città.

La paura del flop elettorale, la rinuncia alle elezioni

E così mentre da più parti iniziava a concretizzarsi il rischio di un flop elettorale per uno schieramento che negli ultimi dieci anni aveva comunque portato in Consiglio comunale due rappresentanti, è maturata la scelta della rinuncia.

Dolorosa, perché comunque Monza aveva ospitato a suo tempo comizi piuttosto partecipati di due esponenti decisamente rappresentativi come Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista.

Anche se un campanello d'allarme era già arrivato nei mesi scorsi quando il candidato sindaco del 2017 Danilo Sindoni era uscito dal Movimento ed era rimasto in Consiglio come indipendente nel Gruppo Misto.

Le motivazioni della rinuncia, bacchettate della Lega

Come detto il Movimento ha affidato le motivazioni della rinuncia a una nota stampa postata su Facebook:

La notizia della rinuncia alla corsa elettorale è stata "salutata" da un'analisi al vetriolo del consigliere regionale brianzolo della Lega Andrea Monti:

"Non è mai bello quando si legge del ritiro di una forza politica, almeno per noi che amiamo il pluralismo e la democrazia. Certo che una riflessione sull’uscita di scena dei 5Stelle di Monza si può fare: i pentastellati sono usciti sconfitti in tutte le loro strampalate battaglie, tutte puntualmente contro il bene del territorio".

E ancora:

"Hanno perso sulla Pedemontana, fallendo nel tentativo di bloccare un’opera attesa da tempo dalla Brianza intera. E hanno perso sulla Villa Reale. E sui fondi da destinare per salvare il Gran Premio di F1 e l'Autodromo. Sono sempre stati dalla parte sbagliata, contro gli interessi di quel territorio che avrebbero dovuto difendere e rappresentare. Ora i cittadini hanno presentato loro il conto, ancora prima del voto, costringendoli al ritiro. Spero si chiuda un’epoca, brutta, in cui c’era chi impegnava le proprie energie per bloccare tutto. Noi siamo per fare le cose, per andare verso il futuro, che è esattamente quello che i cittadini ci chiedono".

Verso il 12 giugno (e non solo), le strategie politiche

Certo, quanto accaduto a Monza, terza città della Lombardia, oltre 120mila abitanti, è un fatto eclatante. Non presentarsi in una realtà simile quando si è al Governo, quando si hanno ministri e si è presenti anche in Consiglio regionale è un fatto che non può non essere analizzato.

Ma cosa succede nel resto d'Italia, in vista delle Amministrative del 12 giugno (e non solo?). Dopo Monza, dove ad esempio il Centrodestra, in una sorta di "laboratorio virtuoso" corre ancora graniticamente compatto (Dario Allevi sindaco uscente è ancora il candidato), in altre realtà il clima è più teso.

Del resto, in diverse città, da nord a sud, basti pensare al fatto che Fratelli d'Italia non ha ancora sciolto le sue riserve sul sostenere o meno i candidati del Centrodestra.

Verso il voto, la mappa politica nel resto d'Italia

L'intesa granitica di Monza è stata "replicata" anche a Genova, mentre altrove i punti interrogativi in vista delle elezioni rimangono. Del resto, "in ballo" ci sono circa 950 comuni, di cui 26 capoluoghi di provincia e quattro capoluoghi di Regione.

Di fatto, il Centrodestra sta scommettendo grosso a Verona e in alcune importanti città del sud come Palermo e Catanzaro.

Le questioni più spinose sono al momento proprio Verona e Palermo (dove c'è anche il problema delle Regionali con il rebus della candidatura di Musumeci). Proprio la vicenda ingarbugliata delle Regionali nell'isola sta di fatto creando il caso anche per le Amministrative, portando di fatto a una sorta di "tutti contro tutti".

Elezioni, a Verona "tutti contro tutti"?

Non va meglio a Verona, in Veneto. Qui infatti gli azzurri non ne vogliono sapere di appoggiare la candidatura del sindaco uscente Federico Sboarina, sostenuto anche dalla Lega. Sgarbo o ironia del destino, Fi punta invece su Flavio Tosi, ex Lega, tra i primi "dissidenti" del Carroccio. 

Anche qui l'impasse rischia di frammentare le composizioni politiche e veder proliferare "costole" di partiti e liste alternative.

Entro la fine della settimana si cercherà disperatamente la fumata bianca in vista delle elezioni.

 

 

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