Dalla Regione

Cosa fare in spiaggia ed i centri estivi in Toscana: ecco tutte le regole

Ecco le regole scritte in una nuova ordinanza "anticovid" dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi per quanto concerne i centri estivi e come ci si dovrà comportare sulle spiagge.

Cosa fare in spiaggia ed i centri estivi in Toscana: ecco tutte le regole
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La Regione Toscana ha emesso una nuova ordinanza anti-covid dove specifica le regole che dovranno essere tenute per la partenza della stagione estiva sulle spiagge del Granducato e come ci si dovrà comportare nei centri estivi. Il presidente della Toscana Enrico Rossi ha firmato una nuova ordinanza anti-covid, per svolgere tutte queste attività limitando al massimo i rischi di contagio. Le misure sono il frutto di incontri che si sono susseguiti in questi giorni tra la giunta, i responsabili degli uffici regionali e Anci Toscana, l’associazione dei Comuni.

Si torna al mare, ecco cosa sarà permesso

Sulle spiagge la Regione aveva già definito nei giorni scorsi le linee guida per gli stabilimenti balneari e quelle per le aree non attrezzate non sono molto diverse. Dovrà essere rispettata la distanza, sempre, di un metro tra le persone (eccetto che per i conviventi), ma si continua a raccomandare almeno un metro e ottanta. La mascherina, che si potrà non indossare stesi in spiaggia, dovrà essere a portata di mano laddove si presentassero situazioni in cui fosse impossibile stare ad almeno un metro. Tra un ombrellone e l’altro piantato in terra (o qualsiasi altro sistema di ombreggio) ci dovranno essere minimo quattro metri e un metro e mezzo tra lettini, sedie e sdrai. Non si potrà giocare a pallone né essere impegnati in altre attività ludiche e sportive di gruppo che possano dar luogo ad assembramenti: nessun problema invece per racchettoni, surf, windsurf, kitesurf e tutti gli sport individuali. Per evitare assembra menti e aiutare il distanziamento tra le persone i Comuni potranno a loro volta fissare ulteriori regole per l’accesso in spiaggia

Centri estivi, regole certe

Per i centri estivi per bambini con più di tre anni e per adolescenti le linee guida di riferimento rimangono quelle nazionali, definite con il decreto del presidente del consiglio del 17 maggio. La Regione - che già ai primi del mese aveva destinato 2 milioni di euro ai Comuni per la loro progettazione, la prima a farlo con risorse già disponibili (ancora prima di quelle che arriveranno dallo Stato) - ha definito adesso la procedura per autorizzare i centri estivi.

L’avvio delle attività dovrà essere comunicata all’amministrazione comunale attraverso la piattaforma Suap. Un esempio di modulo, una sorta di schema-tipo, da presentare (anche on line) è stato allegato all’ordinanza e, nel farlo, chi propone un progetto sottoscrive anche l’impegno a rispettare tutta una serie di comportamenti, regole ed accorgimenti, che vanno dal controllo della temperatura e dello stato di salute dei frequentatori ogni mattina al rispetto di un rapporto numerico minimo tra operatori e bambini (graduato a seconda dell’età) fino alla previsione di supplenti ‘in panchina’ da chiamare in campo laddove un operatore fosse momentaneamente indisponibile. Le attività dovranno essere organizzate in piccoli gruppi , garantendo la distanza di almeno un metro (ma è raccomandato come sempre il metro e ottanta) e l’invito è a privilegiare le aree all’aperto con presenza di zone ombreggiate. Se fossero previsti pasti, posate e bicchieri non potranno essere condivisi. Gel o acqua e sapone non dovranno mai mancare. Se possibile, i percorsi di ingresso e di uscita dovranno essere separati. Al rispetto delle regole sono naturalmente tenuti anche i Comuni, laddove organizzino direttamente i centri estivi. Sul rispetto poi delle misure più generali per il contenimento della diffusione del contagio da Covid-19 i gestori, siano essi pubblici o privati, firmeranno un patto di corresponsabilità con le famiglie, perché è evidente che, per la sicurezza di tutti, ognuno dovrà fare la propria parte.

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