si parte dal lazio

Agli insegnanti saranno vietati chat e social con i propri studenti (ma soprattutto i loro genitori)

Un codice di regolamentazione che potrebbe essere esteso anche a livello nazionale.

Agli insegnanti saranno vietati chat e social con i propri studenti (ma soprattutto i loro genitori)
Pubblicato:
Aggiornato:

Niente più gruppi WhatsApp e amicizie su Facebook tra studenti e professori, e stop ai commenti sui social network che possono ledere l'immagine della scuola. La "rivoluzione" parte dall'Associazione presidi del Lazio, ma si potrebbe in breve tempo allargare agli istituti di tutta l'Italia.

Stop alle chat Whatsapp tra insegnanti e famiglie

L'associazione laziale è la prima a mettere mano al codice deontologico, la cui ultima revisione risale a dieci anni fa, ma ben presto l'esempio potrebbe essere seguito anche da tutte le altre realtà regionali.

La novità principale è dedicata alla comunicazione tra docenti, famiglie e studenti. L'indicazione è evitare le chat WhatsApp per le comunicazioni tra scuola e famiglia, che diventano troppo spesso luogo di discussioni sin troppo accese, con genitori che chiedono spiegazioni per i voti dati ai propri figli in un contesto non appropriato.

"L’utilizzo sfrenato delle chat non porta a nulla di buono, le comunicazioni devono avere un carattere di ufficialità", spiega in merito Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi.

"Le chat non devono essere utilizzate per sparlare di qualcuno, è ovvio, ma purtroppo accade. Come non è accettabile che una chat genitori e docenti serva per chiedere informazioni su studenti o sulla classe, a qualsiasi ora del giorno o della notte. E anche qui non serve una regolamentazione ma buon senso da parte degli utenti: un docente non opera come tale 24 ore su 24, ci sono gli orari da rispettare per parlare con i professori che non possono essere bersagliati di messaggi e domande a tutte le ore"

In sostanza le chat WhatsApp potranno sopravvivere solo per questioni di estrema urgenza, come ad esempio una gita che salta all'ultimo minuto. Una circostanza in cui un canale informale permette di raggiungere tutti e subito.

I social

Altro aspetto preso in esame è quello dei social network. L'indicazione per i docenti sarà di non stringere amicizia con gli studenti. Ma soprattutto saranno banditi i contenuti pubblicati sulla Rete che possono ledere l'immagine degli istituti scolastici. Insomma, la critica va bene, la diffamazione no.

Il valore del codice

Il codice non avrà un valore amministrativo, ma piuttosto etico e di prevenzione. Anche se l’Associazione nazionale dei presidi non esclude di presentarlo all’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni ) per inserirlo nel Contratto di lavoro nazionale.

Seguici sui nostri canali