Incontro Putin-Zelensky vicino, ma la tensione si alza anche con Svezia e Finlandia
I Paesi scandinavi puntano a entrare nella Nato, Mosca minaccia ritorsioni. Intanto la situazione a Mariupol è sempre più drammatica.
Nel 50esimo giorno di guerra l'escalation di tensione continua a crescere e si allarga minacciosamente. Dopo che le storicamente neutrali Finlandia e Svezia hanno reso nota la loro intenzione di aderire alla Nato arriva a stretto giro la risposta russa, che suona come un sinistro avvertimento. Intanto nella città ucraina di Mariupol - la cui sorte è più che mai incerta - va in scena la lotta per la resistenza più dura, mentre il Cremlino sostiene sia già caduta nelle sue mani. La controffensiva ucraina ha fatto sapere, nelle scorse ore, di aver colpito l'incrociatore "Moskva", ammiraglia della flotta russa, anche in questo caso si assiste all'ennesima doppia (e differente) narrazione tra le due parti.
In questo quadro di, ormai ordinaria, devastazione fa rumore la dichiarazione del ministro degli Esteri turco, che si dice convinto che un incontro tra Putin e Zelensky non sia lontano.
Altolà di Mosca all'ipotesi di Svezia e Finlandia nella Nato
In una conferenza stampa congiunta la premier finlandese Sanna Marin e quella svedese Magdalena Andersson hanno annunciato che l'adesione alla Nato è sempre più vicina. Svezia e Finlandia non vogliono rischiare di fare la fine dell'Ucraina e aumentano le pressioni per l'ingresso nell'Alleanza.
"La Russia è il nostro vicino. Abbiamo un lungo confine con loro e vediamo come si comportano in Ucraina adesso. È una guerra in Europa che non volevamo accadesse, ma ora purtroppo è così. Pertanto, dobbiamo ovviamente porci la domanda su come possiamo fare in Finlandia per evitarlo. La differenza tra essere un partner ed essere un membro è molto chiara. Non c'è altro modo per avere garanzie di sicurezza che nell'ambito della difesa e deterrenza comuni garantite dall'articolo 5", ha dichiarato la premier Marin.
Com'era prevedibile, dopo questa dichiarazione d'intenti, la mossa di Mosca non è tardata:
"Ci si può dimenticare dei Baltici non nucleari se si uniscono alla Nato", tuona su Telegram Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza della Russia.
Alcuni veicoli militari russi sono stati ripresi a Vyborg, in Russia, mentre si dirigono verso il confine con la Finlandia. Il video, verificato da Sky News e ripreso da diversi media internazionali, mostra lo spostamento di attrezzature militari di Mosca, compresi i sistemi di difesa costiera, al confine tra Russia e Finlandia. Azione che pare, a tutti gli effetti, un inquietante avvertimento. Lo zar aveva già messo in guardia Stoccolma ed Helsinki: "L'adesione avrebbe avuto conseguenze politiche e militari". Il timore che la portata del conflitto si ampli è sempre più tangibile.
Colpito un incrociatore russo
Non vi è narrazione univoca sull'affondamento di una nave da guerra russa che, nel Mar Nero, è stata "seriamente danneggiata". Si tratta dell’incrociatore missilistico Moskva: secondo la Cnn e il New York Times sarebbe l’ammiraglia della flotta di Putin in quelle acque. Emergono ricostruzioni contrastanti sulle cause: per Kiev la nave sarebbe stata colpita da missili ucraini, mentre il ministero della Difesa russo parla di un incendio che ha fatto esplodere le munizioni a bordo.
La probabile ritorsione di Mosca contro Odessa per l'incrociatore colpito non si è fatta attendere: due esplosioni sono state udite non lontano dal porto questa mattina, 14 aprile 2022, poco dopo le 10 locali. Le autorità hanno avvisato:
"Vi chiediamo di mantenere la calma e rimanere al riparo. Al momento non c'è pericolo per la popolazione civile".
L'imbarcazione in questione è la stessa che lo scorso 24 febbraio lanciò l'ultimatum per la resa ai 13 marinai ucraini sull'Isola dei Serpenti con le parole, gridate attraverso un megafono: "Questa è una nave militare russa, arrendetevi e deponete le armi, altrimenti apriremo il fuoco". I militari ucraini risposero: "Nave da guerra russa, vai a farti f....e". L'audio divenne subito virale sui social e fece il giro del mondo.
La resistenza di Mariupol
Annunci e smentite anche intorno alle sorti di Mariupol: la Russia ha reso noto di avere il pieno controllo del porto della città costiera, ma la resistenza ucraina, composta solo dal Battaglione Azov e ora da quel che resta della 36ma brigata Marines, sconfessa la dichiarazione nemica. "Faremo tutto il necessario per completare con successo la nostra missione di combattimento" hanno annunciato Denys Prokopenko, comandante del reggimento Azov, e Serhii Volyna, comandante della Brigata dei Marines.
Oleksiy Arestovych, consigliere capo dell’Ufficio del Presidente ucraino ha confermato che alcuni soldati di Kiev sono stati fatti prigionieri dai russi a Mariupol ma che "solo una parte della 36a Brigata Marine è stata fatta prigioniera, non mille persone come invece mentono i russi".
A sud est ormai è evidente che Mosca sta preparando l'assalto finale dopo settimane di bombardamenti e assedio che hanno stremato la popolazione, con centomila persone in disperata attesa di un'evacuazione.
Stanno bloccando i corridoi umanitari ma stanno anche impedendo agli aiuti umanitari di entrare in città. Il 90% della città è danneggiata, il 40% completamente distrutto. Si parla di 900 palazzi distrutti e più di 200mila abitazioni distrutte”, così Sergij Orlov, vice sindaco di Mariupol.
Incontro Putin - Zelensky vicino secondo i turchi
Mentre si inasprisce ulteriormente la situazione tra Usa e Russia, dopo le accuse di genocidio mosse dal presidente americano Joe Biden contro Putin, il numero uno della Casa Bianca ha garantito a Volodymyr Zelensky l'invio di altri 800 milioni di dollari di nuove armi. Posizioni dure contro Mosca che hanno provocato l'irritazione di Pechino, e il richiamo del presidente francese Macron, che già aveva 'suggerito' a Biden di evitare una "escalation di parole".
In questo delicato quadro arriva una dichiarazione che fa ben sperare dal ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu:
"Credo che un incontro fra Putin e Zelensky non sia lontano. Tutto dipende dal consenso e dalla posizione di Putin. In linea di principio, il leader russo non è contrario".
La Turchia si sta infatti adoperando per organizzare un tavolo a cui siedano entrambe le parti:
"Stiamo negoziando e ci stiamo adoperando per organizzare un incontro. Quello che è successo a Bucha ha influito negativamente sui negoziati", ha aggiunto il ministro, affermando però la convinzione che "nonostante tutte le difficoltà, c'è la possibilità di un cessate il fuoco".
Crisi Russia-Ucraina: vai allo speciale
Foto di copertina: zelenskiy_official (Instagram).