Caso Regeni: quattro imputati sono irreperibili e il gup sospende il processo
Gli avvocati della famiglia Regeni: "Ennesima presa in giro, intervenga il premier Draghi".
Una situazione che per gli avvocati della famiglia rappresenta un'ennesima presa in giro. Sul caso di Giulio Regeni, il ricercatore friulano sequestrato, torturato e ucciso a Il Cairo nel 2016, il Governo egiziano ha di nuovo alzato un muro portando avanti la sua linea della non collaborazione. Alla luce di questa scelta, il Giudice per l'udienza preliminare ha dovuto sospendere il procedimento a carico di quattro 007 egiziani accusati della morte di Giulio Regeni.
"Siamo amareggiati e indignati dalla risposta della Procura del Regime di Al-Sisi - afferma Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni - che continua a farsi beffe delle nostre istituzioni e del nostro sistema di diritto. Chiediamo a viva voce l'intervento del Presidente del Consiglio Mario Draghi".
Caso Regeni, il Governo egiziano non collabora e il Gup sospende il processo
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"Prendiamo atto dei tentativi falliti del Ministero della Giustizia di ottenere concreta collaborazione da parte delle autorità egiziane. Siamo amareggiati e indignati, dalla risposta della Procura del Regime di Al-Sisi che continua a farsi beffe delle nostre istituzioni e del nostro sistema di diritto".
Parole dure e amare quelle dell'avvocato Alessandra Ballerini, fin dall'inizio accanto ai genitori di Giulio Regeni, il ricercatore friulano rapito, torturato e ucciso nel 2016 a Il Cairo. Amare perché per l'ennesima volta l'Egitto ha scelto di non collaborare, di non fornire alcuna aiuto al Ministero della Giustizia, men che meno le informazioni necessarie ad istituire un processo contro i quattro ufficiali della National Security che la Procura di Roma ritiene responsabili. Per Il Cairo si tratta di un caso chiuso, di un procedimento già in archivio.
"Chiediamo che il Presidente Draghi, condividendo la nostra indignazione, pretenda, senza se e senza ma, le redenzioni a domicilio dei quattro imputati dal Presidente Al-Sisi. E ci consenta lo svolgimento del processo, per ottenere giustizia, riguardo il sequestro, le torture e l'omicidio di Giulio".
Dunque, non è ancora finita. Il Giudice per l'udienza preliminare, Roberto Ranazzi, ha rinviato al 10 ottobre prossimo, chiedendo ai Carabinieri Ros dell'antiterrorismo di andare avanti nella ricerca di informazioni sugli 007. Soprattutto sul loro domicilio perché è questo che manca affinché possa essere avviato un processo. Manca un indirizzo a cui notificare gli atti, del quale però il Governo egiziano non ha voluto dare alcuna risposta.
"Pretendiamo da parte del nostro Governo la necessaria, tempestiva e proporzionata reazione. Stare inermi, ora, permettere al Regime di Al-Sisi di bloccare questo processo, faticosamente istruito, consentirebbe l'impunità degli assassini di Giulio ed equivarrebbe ad essere loro complici".