in svizzera

Intera famiglia complottista si suicida lanciandosi dal balcone

Quattro morti, tra cui una bimba di 8 anni. Si è salvato, ma si trova in coma, soltanto il figlio più grande di 15 anni. La casa era piena di scorte per sopravvivere isolati dal mondo.

Intera famiglia complottista si suicida lanciandosi dal balcone
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Appoggiata al balcone una scaletta: alla spicciolata, nel giro di pochi minuti, i cinque membri della famiglia si sono avvicendati sul cornicione e lanciati nel vuoto dal settimo piano. Tutti in preda a un delirio collettivo, probabilmente persecutorio, ormai convinti di vivere in una realtà troppo minacciosa, in balia delle tesi cospirazioniste più spinte. L'isolamento sociale totale ha fatto il resto. Una famiglia francese trasferitasi in svizzera è stata protagonista di un tragico suicidio di massa: unico superstite uno dei figli, che si trova in coma.

Suicidio collettivo di una famiglia in Svizzera

I morti sono quattro: il padre 40enne, la madre 41enne e sua sorella gemella, oltre alla figlia di otto anni della coppia. Il figlio di 15 anni è ricoverato in gravi condizioni dopo la terribile caduta dal settimo piano. Sono state disposte le autopsie dei corpi. Non vi sono, tuttavia, grandi dubbi circa il fatto che si sia trattato di un suicidio volontario di massa.

E' accaduto a Montreux, tranquilla ed elegante cittadina svizzera affacciata sul Lago di Ginevra. E' lì che il nucleo familiare - di origine francese - si era trasferito da qualche tempo, accentuando sempre più il proprio isolamento. La famiglia viveva in virtuale autarchia, ritirata dalla società, e temeva che l’autorità interferisse con il suo stile di vita, secondo gli investigatori. Solo la sorella gemella della madre lavorava fuori casa. Né la madre né la figlia erano ufficialmente registrate presso l’ufficio di controllo degli abitanti e questo spiega l’assenza di scolarizzazione della bambina. Il figlio maggiore è stato scolarizzato a domicilio. Dall’inizio della pandemia, la famiglia si era molto interessata alle teorie cospirazioniste e survivaliste, arrivando ad accumulare una scorta impressionante di alimentari, che occupavano la maggior parte delle stanze dell’appartamento.

Un delirio amplificato e condiviso, che è degenerato nel peggiore degli scenari.

La tragedia

La mattina del dramma, consumatosi il 24 marzo 2022, due gendarmi si sono presentati all’appartamento con un mandato emesso dalla prefettura per il padre, che non aveva risposto alle convocazioni in merito alla scolarizzazione del 15enne. Gli agenti si sono identificati: nessuno ha aperto la porta, ma una voce dall'interno ha chiesto chi fossero; non avendo avuto il permesso di accedere all'appartamento i due, dopo diversi minuti di attesa, se ne sono andati. A stretto giro un testimone, che si trovava ai piedi dell’edificio, ha denunciato la tragica caduta seriale di corpi dall'alto.

Gli investigatori ipotizzano che il gruppo fosse terrorizzato da qualsiasi autorità. Il padre doveva infatti fornire spiegazioni sull’istruzione a domicilio, ma non aveva risposto alle citazioni che aveva ricevuto. Probabilmente quella visita ha acuito la percezione di essere braccati, controllati e sotto minaccia imminente.

Secondo il settimanale francese Le Journal du dimanche il padre, cresciuto in una famiglia benestante a Marsiglia, aveva lavorato come direttore informatico in tre ministeri francesi. Lavorava praticamente sempre da casa, secondo un vicino. Anche la madre e la gemella, nipoti di un noto scrittore algerino, erano cresciute in un ambiente erudito e benestante, nel quinto arrondissement di Parigi.

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