ALTA TENSIONE

Ennesima crisi di Governo, oggi tocca al M5S innescare il caos. Conte: "No all'aumento delle spese militari"

Il Governo ancora alle prese con le posizioni variegate della maggioranza che lo sostiene. Ma in casa pentastellata sono tutti con l'ex premier?

Ennesima crisi di Governo, oggi tocca al M5S innescare il caos. Conte: "No all'aumento delle spese militari"
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Questa volta tocca al Movimento 5 Stelle innescare la crisi di Governo. Sulla guerra in Ucraina, l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato perentorio: il M5s non voterà l'aumento delle spese militari. Il risultato è che si apre ora una crisi di Governo, con un ennesimo strappo nella maggioranza.

Ultimatum di Conte: il M5S non vota l'aumento delle spese militari

L'uscita dell'ex presidente del Consiglio di fatto rischia di aprire una crisi di Governo pesantissima e rappresenta l'ennesimo episodio in ordine di tempo che mette in luce come i rapporti all'interno della variegata maggioranza che sostiene il Governo Draghi vivano sul filo dell'equilibrio.

Ecco che allora di fronte agli scenari e agli sviluppi della guerra in Ucraina che dura da ormai un mese, i pentastellati attraverso il loro attuale leader hanno evidenziato la loro linea politica nell'ambito della politica estera: l'aumento delle spese militari non è una priorità, il voto del M5s sarebbe contrario.

Se il M5S non c'è, si apre crisi di Governo

Conte ha illustrato questa linea di pensiero che potrebbe tradursi in linea politica con il voto contrario in Aula.

Ma a chi gli ha obiettato che il voto contrario all'aumento della spesa militare porterebbe a una crisi di Governo, l'ex premier ha ribattuto:

"Ognuno farà le sue scelte, ma confido che il progetto Difesa europea sia portato avanti con ponderazione, razionalizzando e non moltiplicando le spese, e attraverso uno sforzo comune europeo"

Del resto, Conte ha poi rimarcato il fatto di essere un "pacifista convinto" e che la guerra "non deve far perdere lucidità nelle decisioni e che la priorità deve essere proteggere famiglie e imprese dalla crisi"

Crisi Governo, linea del Movimento o pensiero di Conte?

Certo resta da vedere se, alla prova dei fatti, appunto in Aula al momento del voto il pensiero di Conte troverà condivisione da parte dei parlamentari, se deputati e senatori si allineeranno alle indicazioni del loro "segretario nazionale".

Un bel guazzabuglio perché pare che già nella serata e nella nottate le "chat" interne dei parlamentari pentastellate siano letteralmente andate in tilt: votare contro, aprire una crisi di Governo nella maggior parte degli sms arrivati via WhatsApp viene ritenuta (testuale in alcuni messaggi) "una follia".

Dalla manovra di bilancio alla guerra, un Governo in difficile equilibrio

Certo è che l'uscita di Conte rappresenta solo l'ultimo episodio in ordine cronologico a mostrare come gli equilibri su cui viva il Governo siano   difficili.

Dalla fine dell'anno con la manovra di bilancio e i temi spinosi di superbonus e reddito di cittadinanza, passando per la riforma fiscale e il catasto, arrivando al caro bollette, caro benzina e ora guerra, l'Esecutivo e la sua tenuta sono sempre più legati a un filo che sembra a volte sottilissimo.

Tanto che il premier Draghi sotto tiro costante da parte dell'opposizione di Fratelli d'Italia, ma anche pressato costantemente da Lega e a volte anche da Forza Italia e Movimento 5 Stelle (come in questa occasione o come era stato per superbonus e reddito di cittadinanza) ha già manifestato più volte la sua insofferenza.

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