situazione drammatica

L'Europa approva la coltivazione dei campi a riposo per soccorrere l'agricoltura in crisi

Il settore è inginocchio, l'Ue prova a intervenire sbloccando anche risorse economiche, ma potrebbe non bastare.

L'Europa approva la coltivazione dei campi a riposo per soccorrere l'agricoltura in crisi
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Il momento storico è veramente pessimo per l'agricoltura. Una serie di fattori stanno mettendo in ginocchio il settore. Non c'è solo la guerra in Ucraina a rendere complicata la vita dei nostri agricoltori, che tra il caro energia (che aumenta i costi anche della produzione) e la siccità non sanno più dove sbattere la testa. Ma l'Europa prova a tendere la mano approvando la coltivazione supplementare dei campi a riposo, e per l'Italia si parla di un milione di ettari in più da coltivare.

Guerra, caro energia e siccità: agricoltura in ginocchio

Il primo problema - in ordine di tempo - è quello legato ai costi di produzione. Crisi delle materie prime, caro carburante e caro energia hanno reso decisamente più complicato anche il mestiere dell'agricoltore, sempre più alle prese con conti da far quadrare.

La guerra in Ucraina ha poi complicato ulteriormente le cose. E come se non bastasse l'Italia fa i conti con la siccità: non piove soprattutto sul Nord Italia da mesi, dove il Po è ai minimi storici e  la situazione non migliorerà nemmeno nei prossimi giorni. Le riserve idriche sono ridotte al lumicino e ci sono anche Comuni che hanno preso misure impensabili sino a qualche tempo fa (Bergamo, ad esempio, ha vietato di lavare le auto).

Le decisioni della Ue

Per far fronte alla crisi del settore agricolo l’Unione europea ha deciso di approvare una deroga agli obblighi imposti dalla Politica agricola comune (Pac) sui terreni  a riposo per aumentare in particolare  la produzione di cereali e semi oleosi. Particolarmente interessato alla  vicenda il nostro Paese, dato che in Italia  si stimano un milione di ettari destinati a produzioni non essenziali o alla non produzione, quasi il 10% della superficie agricola nazionale. Inoltre, Bruxelles ha dato il via libera per utilizzare la riserva di crisi da 500 milioni di euro della Pac  (di cui 50 destinati all'Italia) e il cofinanziamento di misure di emergenza extra da un miliardo per far fronte al caro prezzi di energia e materie prime.

Soddisfazione e dubbi

Soddisfatto il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, che ha sottolineato anche come gli approvvigionamenti che arrivano dalle zone di guerra sono per noi importanti ma non esclusivi:

"Molto bene la prontezza della Commissione Ue: servono risorse per garantire le produzioni. Sono positive le concessioni delle deroghe per i terreni a riposo. Per quanto riguarda il grano tenero parliamo del 2,6% per l’Ucraina e del 2,7% per la Russia. Qualche preoccupazione in più c'è per l’importazione del 16% per il mais dall’Ucraina".

I dubbi invece giungono da Confagricoltura, che ritiene troppo esigue le risorse.

"Le riserve di crisi della Pac, che appunto ammontano a 500 milioni di euro, potranno essere triplicate grazie al cofinanziamento nazionale. All’Italia arriverebbero circa 50 milioni di euro a cui si aggiungerebbe un cofinaziamento di 100 milioni. Considerate le enormi difficoltà che sta vivendo il settore per l’esplosione dei costi delle materie prime e dell’energia si tratta di importi del tutto inadeguati. La situazione esige infatti un intervento finanziario molto più importante da parte della UE".

Anche Coldiretti ha espresso le medesime perplessità sull'entità del finanziamento.

L'allarme dalla Francia

Una previsione allarmistica arriva però dalla Francia, dove il ministro dell'Agricoltura Julien Denormandie ha paventato addirittura una crisi alimentare su scala globale:

 "Il conflitto tra Ucraina e Russia, due dei principali produttori mondiali di colture, potrebbe portare a una crisi alimentare  su scala globale. La guerra ha un impatto diretti sui prezzi di grano, fertilizzanti e mangimi".

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