Viaggiare in sicurezza

Coronavirus: una barriera in plexiglass sui taxi tra autista e passeggero VIDEO

"Mi chiamo Walter e faccio il tassista da 20 anni", la storia (e l'idea) di uno dei tanti liberi professionisti "colpiti" economicamente dal virus.

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L'abitacolo di un'automobile è fra i luoghi più "a rischio". Tu e un'altra persona in uno spazio ristretto in cui inevitabilmente si condivide la stessa aria per un tempo anche prolungato. Certo, con la bella stagione si possono aprire i finestrini, ci sono le mascherine, ci si mette uno nell'angolo opposto rispetto all'altro... ma la sicurezza assoluta è di fatto ardua. E allora bisogna ingegnarsi: in effetti la soluzione più pratica sarebbe quella di dividere l'area di guida da quella per i passeggeri, come nelle limousine per intenderci (che hanno anche l'interfono).

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L'ennesima categoria in difficoltà

"Mi chiamo Walter, faccio il tassista da 20 anni", inizia così il racconto di uno dei tanti liberi professionisti che spiegano le ricadute economiche del Coronavirus sulla propria attività. Nella fattispecie i tassisti sono fra le categorie che, stando ai racconti di Walter e colleghi, oggi lavorano un decimo rispetto a prima dell'emergenza sanitaria. Ognuno cerca di garantire la propria salute, e dei propri clienti, con diversi escamotage: Walter ha installato una barriera di plexiglass che funge da divisorio con i sedili posteriori a sue spese, pagando più di 250 euro.

Coronavirus: i tassisti si ingegnano

"Per lavorare in sicurezza le circolari governative impongono dispositivi come guanti e mascherine. Nessuno deve stare sul sedile di fianco a noi. Se i clienti non sono dello stesso nucleo familiare possono salire massimo 2 alla volta, se invece appartengono allo stesso nucleo va bene che siano in 3".

Si tenta, anche pagando di tasca propria, di limitare i rischi:

"Ci siamo inventati delle paratie in plexiglass per tutelare noi e i clienti. La mia costa più di 250 euro. Poi puliamo tutto a fine giornata con prodotti idonei".

Il danno economico

La situazione economica di questa categoria di lavoratori è estremamente compromessa dall'attuale condizione.

"Lavoro il 90% in meno rispetto a prima, a fine mese ci si arriva solo se si attinge a qualche soldo che era stato messo da parte. Abbiamo l'obbligo del servizio: carburante, manutenzione veicolo, sanificazione...tutto in carico a noi che non abbiamo incassi. Non chiediamo l'elemosina ma che alcuni fondi vengano stanziati per aiutare la cittadinanza a muoversi attraverso i taxi. Chiediamo la sospensione di Inps e Inail. Sospensione non vuole dire che non vogliamo pagare, ma almeno interromperle finché siamo in questa situazione".

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