La Germania ci ha soffiato la nuova mega fabbrica di microchip di Intel
Ma la multinazionale comunque investirà 30 miliardi in Europa. Anche l'Italia è della partita e spera in un centro d'assemblaggio.
Non arriveranno le fabbriche, ma ci saranno comunque investimenti importanti. Il colosso americano Intel ha infatti scelto Magdeburgo, in Germania, per aprire due nuovi siti per la produzione di microchip. Ma la partita per l'Italia non è ancora del tutto persa.
Intel apre due siti in Germania, ma per l'Italia la partita è aperta
Intel nei mesi scorsi aveva presentato una duplice richiesta: un’area da oltre 3 milioni di metri quadrati dove realizzare polo produttivo e Centro ricerche e un'altra da circa 350mila metri quadrati destinata alle attività di back end, come l’assemblaggio. In Italia erano arrivate le candidature del Piemonte, del Veneto, della Puglia e della Sicilia.
La decisione è stata comunicata dal Ceo Pat Gelsinger, che ha parlato di un investimento iniziale di 17 miliardi di euro per i due siti tedeschi. Ma in totale si parla di un investimento totale da oltre 80 miliardi entro il 2030 per la crescita in Europa.
Le proposte italiane
Quando si ragionava ancora sulle prime due strutture, il governatore piemontese Alberto Cirio a novembre aveva presentato la proposta di un’area interna al comprensorio di Mirafiori, oltre a due siti in provincia di Novara e di Vercelli. Come riporta Prima Torino, sulla vicenda era intervenuto anche il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti.
Il Veneto, da par suo, aveva messo in campo le sue infrastrutture (a livello di collegamenti) e le università, collaborando in forma stretta con la Confindustria regionale.
Sul piatto c'erano anche le candidature della Puglia (Bari e Lecce) e della Sicilia (Catania). Tra le ipotesi vagliate c'era pure uno "spacchettamento": a Catania l’assemblaggio e a Torino il Centro di ricerca.
E a occuparsene - tentando di convincere Intel a scegliere il nostro Paese - era stato direttamente il presidente del Consiglio Mario Draghi. Palazzo Chigi sarebbe stato disposto a offrire più di quattro miliardi di euro di denaro pubblico per coprire parte dell’esborso complessivo di Intel. Esattamente quanto ha offerto il Governo tedesco. E alla fine la scelta è caduta sulla Germania.
Cosa può accadere
Ma, come detto, la partita è ancora aperta. Perché il colosso Usa vuole investire cifre importanti sul mercato europeo. E l'Italia rimane in corsa per la realizzazione di un impianto di assemblaggio all'avanguardia. Una struttura che - come ha spiegato Gelsinger - comporterebbe un investimento da 4,5 miliardi di euro e creerebbe circa 1.500 posti di lavoro diretti, con un "indotto" di altri 3.500 tra partner e fornitori. Un'operazione che potrebbe iniziare tra il 2025 e il 2027.
Un'opportunità da non perdere per il nostro Paese.