CRISI ENERGETICA

Il Governo: "Ecco come (e quando) riusciremo a renderci indipendenti dal gas russo"

Appare improbabile che Putin chiuda i rubinetti, visto quanto frutta l'export di gas in Europa...

Il Governo: "Ecco come (e quando) riusciremo a renderci indipendenti dal gas russo"
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Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna danno l'embargo ad alcuni prodotti russi, ma la Germania avverte: noi in Europa non possiamo farlo. Troppa la dipendenza del Vecchio Continente dal gas di Mosca. Una situazione che ovviamente coinvolge anche l'Italia.

Quando e come riusciremo a essere indipendenti dal gas russo

I numeri oramai abbiamo (purtroppo) imparato a conoscerli. Il nostro Paese importa per circa il 95% del suo fabbisogno e di cui oltre il 40% proviene proprio dalla Russia. L’Italia  è tra i Paesi che più avrebbero da perdere da un taglio di forniture da parte di Mosca. Ma per il momento non c'è da preoccuparsi, almeno stando a quanto ha affermato nei giorni scorsi il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi.

"Nel breve termine, anche una completa interruzione dei flussi di gas dalla Russia a partire dalla prossima settimana non dovrebbe comportare problemi. L’Italia ha ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi e l’arrivo di temperature più miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle famiglie".

Certo è che un Paese come l'Italia (ma anche gli altri) non può contare soltanto sull'arrivo della bella stagione per ridurre l'impatto del gas sulle tasche dei propri cittadini. E qualcosa in questo senso si è già mosso, come ha spiegato ad Agorà Extra su Rai Tre il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

"Noi importiamo dalla Russia ogni anno circa 29 miliardi di metri cubi di gas, poco più del 40%. Questi vanno sostituiti. Abbiamo fatto un'operazione estremamente anticipata e rapida ed entro la primavera inoltrata circa 15-16 miliardi di metri cubi saranno rimpiazzati da altri fornitori".

Cingolani ha parlato poi anche di tempi, che non saranno brevissimi.

"Stiamo lavorando con impianti nuovi, rigassificazione e contratti a lungo termine, rinforzo delle nostre infrastrutture e ragionevolmente in 24-30 mesi dovrebbero consentirci di essere completamente indipendenti".

E se Putin chiudesse i rubinetti?

Ma la domanda che si fanno in tanti è un'altra e ha un impatto più immediato.

Se Putin, in risposta alle sanzioni europee e americane, chiudesse i rubinetti del gas, cosa succederebbe? Lo scenario non preoccupa più di tanto Cingolani, che anzi lo ritiene abbastanza improbabile, anche perché l'esportazione di gas frutta parecchi soldi al Cremlino.

"Se  per qualche motivo  dovesse cessare completamente la fornitura dalla Russia  le nostre riserve attuali e il piano di emergenza ci darebbero un tempo sufficientemente lungo da arrivare alla stagione buona. Dovremmo fare dei sacrifici ma non fermeremmo le macchine.

L'export del gas, poi, va ricordato che frutta ai russi quasi un miliardo di euro al giorno. Non sono sicuro che loro vogliano chiudere".

Le centrali a carbone

Nell'eventualità di uno scenario cupo, Draghi aveva anche parlato della possibilità di riaprire le centrali a carbone. Anche su questo il ministro ha frenato.

"Non riapriamo nulla. Al massimo si potrebbero mandare a pieno regime le due centrali principali ancora in funzione: Brindisi e Civitavecchia. Poi ce ne sono altre piccole. Per ora funzionano a scartamento ridotto potrebbero, per un periodo limitato produrre energia in caso di mancanza. Quelle che sono chiuse  non si riaprono perché la spesa non varrebbe l'impresa".

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